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Sotto le placide acque i borghi fantasma

di GLORIA CIABATTONI -
1 maggio 2022
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Si dice ‘lago’ e alla mente vengono immagini di uno specchio d’acqua immoto e sereno. Ma sotto quelle acque tranquille a volte si cela ‘qualcosa’ di magico, che stimola la fantasia: è il caso dei paesi fantasma vittime del progresso. In Garfagnana, in quella che viene definita la ‘piccola Svizzera’ in provincia di Lucca, c’è un lago che si è formato artificialmente nel 1947 con lo sbarramento del torrente Edron e la costruzione della diga idroelettrica. Un’operazione che ha sommerso il paese di Fabbriche di Careggine costringendo gli abitanti a trasferirsi nella vicina Vagli di Sotto. Il paese, risalente al 1270 e popolato da fabbri provenienti dal Bresciano che lavoravano il ferro estratto dal monte Tambura, riaffiora quando il lago viene svuotato per manutenzione. L’ultima volta è stato nel 1994 e lo spettacolo dell’abitato con le case in pietra e la chiesa di San Teodoro, suscitò grande ammirazione, quindi si attende con interesse il bis, visto che l’amministrazione comunale ha annunciato per il 2023 la riemersione del borgo-fantasma. Storia analoga è quella, in Friuli Venezia Giulia, del borgo di Movada, in Val Tramontina, scomparso negli anni Cinquanta a causa dello sbarramento delle acque del fiume Meduna per costruire una diga. Così i borghi di Flors, Movàda e Redona sono stati sommersi dal lago di Redona, ed affiorano nei periodi di secca creando immagini suggestive. Gli abitanti, all’epoca costretti ad andarsene ricevendo solo un magro risarcimento, ancora oggi sono affezionati agli antichi borghi e quando vedono gli edifici riaffiorare credono che la loro conservazione sia dovuta a Don Basilio, l’antico parroco che veglia dal cielo. Ed è stata ancora una volta una diga, edificata nel 1947-1949, a far scomparire un paese in Val Venosta, Alto Adige. Qui, vicino al Passo di Resia, sorgevano tre laghi naturali, quello di Resia, quello di Curon e quello di San Valentino alla Muta Curon: la diga unificò i primi due laghi e sommerse il paese di Curon Venosta e, in parte, il paese di Resia. Oggi dalle acque del lago di Resia, il più grande dell’Alto Adige, nel comune di Curon Venosta, spunta ancora l’antico campanile del XIV secolo e, secondo una leggenda, di tanto in tanto si sentono suonare le campane: strano perché sono state asportate il 18 luglio 1950. Spostandoci in Piemonte (in provincia di Verbano-Cusio-Ossola), in Val Fernazza, ai confini con la Svizzera, troviamo il lago di Morasco: anch’esso nasconde un borgo sommerso. Negli anni Trenta e Quaranta, per costruire una centrale idroelettrica si edificò un bacino artificiale che sommerse i paesini di Morasco e Riale: per un periodo restò visibile il campanile della chiesetta di Sant’Anna e San Lorenzo, poi le acque sommersero anche quello. Così oggi il turista che si gode il placido aspetto del lago spesso non sa neppure che questo custodisce i resti di due villaggi che rappresentarono l’estremo limite degli insediamenti Walser del XIII secolo. Una magia nella magia..
CADORE

Il re Sorapis e lo specchio magico: così nacque la meraviglia di Misurina

In Cadore, provincia di Belluno, il lago di Misurina (1754 metri) nasconde una leggenda. C’era una volta re Sorapis che governava le terre tra le Tofane, l’Antelao e le Marmarole: rimasto vedovo, ripose tutto il suo affetto nella figlia Misurina. La bambina a otto anni scoprì che, una fata che viveva sul Monte Cristallo, aveva uno specchio magico che dava il potere di leggere il pensiero di chi vi si specchiava, e lo volle. La fata non voleva donarlo, ma il re tanto insistette che lei cedette, a patto però che Sorapis si trasformasse in montagna per proteggere dal sole il suo bellissimo giardino. Misurina fu contenta, ma Sorapis cominciò a trasformarsi, e lei si trovò sulla montagna che era stata suo padre: si spaventò, gridò, precipitò giù. E negli ultimi istanti umani, il re la vide morire. Così dai suoi occhi sgorgarono lacrime che formarono due ruscelli che a valle si riunirono e diedero vita al lago di Misurina. E lo specchio? Cadde, si ruppe e i pezzi furono trascinati dai ruscelli fino al lago, al quale ancora oggi conferiscono splendidi riflessi.
CERVINIA

Il lago Blu e la casa inghiottita dalle acque

In Valle d’Aosta, a Breuil-Cervinia, sorge un lago piccolo e bellissimo, che riflette il Monte Cervino: è detto lago Blu, ma il suo vero nome è lago Layet. Ma questo specchio d’acqua così sereno nasconde una leggenda inquietante. Narra la storia che un tempo qui sorgeva la casa di un pastore poco ospitale. Alla sua porta bussò un viandante chiedendo cibo, ma fu rifiutato in malo modo. Il bambino più piccolo cercò di dargli la tazza con il suo latte, ma la madre glielo impedì, anzi lo punì per quel gesto caritatevole mandandolo nel bosco a raccogliere legna di sera. Nonostante il buio e la paura degli animali, il piccolo raccolse un po’ di rami secchi e tornò a casa. Ma... la casa non c’era più! E al suo posto c’era un lago che aveva sommerso tutto, abitazione e famiglia. Il bimbo pianse la scomparsa dei genitori, ma capì che quella era la punizione per essere stati cattivi con il viandante. Si dice che da allora i discendenti del pastorello, che si stabilirono intorno a lago, siano stati sempre generosi e disponibili verso chi chiedeva il loro aiuto.