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Sotto i portici bologna è una poesia

di LORELLA BOLELLI -
29 agosto 2021
view of san luca - bologna

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I bolognesi sono pieni di fuoco, di passione, di generosità e, talvolta, d’imprudenza. Stendhal vedeva così gli abitanti del capoluogo di regione, dal 2006 Città Creativa della Musica per essere stata culla e ospitale meta di grandissimi come Mozart, Liszt, Farinelli, Rossini, Donizetti. Non che la tradizione si sia interrotta in secoli più recenti. Basti pensare a Lucio Dalla, per il quale “nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino”. A Gianni Morandi, a Vasco Rossi i cui esordi avvengono sotto le Torri, a un romagnolo come Samuele Bersani che così descrive la città: “a Bologna i portici tengono in piedi le case, hanno i reumatismi e le artriti di braccia operaie”. Il riferimento al nuovo prestigioso traguardo raggiunto dalla città con l’inserimento tra i beni Unesco di dodici tratti dei suoi portici focalizza l’attenzione sulle zone tutelate come via Santa Caterina con le sue case colorate, la poetica piazza Santo Stefano, il monumentale complesso del Baraccano, la nobile via Galliera, il fashionista Portico del Pavaglione con piazza Maggiore, via Zamboni che accarezza il quartiere universitario più antico del mondo, la struggente Certosa, piazza Cavour dove Dalla è nato, via Farini i cui soffitti decorati fanno parte di un quadrante urbano dominato dall’upper class che frequenta la mondanissima Galleria Cavour, Strada Maggiore che conduce invece a quella via Fondazza da cui Giorgio Morandi si allontanava di malavoglia se non per raggiungere il buen retiro di Grizzana. Poi le arcate del ‘MamBo’, il Museo d’arte Moderna la cui memoria risale al sindaco Zanardi e al suo forno municipale del Pane fatto costruire nel 1917 poi trasformato nel 2007, appunto, nella sede principale della rete dei musei del contemporaneo, al centro del distretto culturale della Manifattura delle Arti, esemplare opera di recupero urbanistico comprendente anche la Cineteca, le sedi universitarie di Arti e Comunicazione, associazioni e gallerie d’arte. Infine, il cosiddetto Treno nel quartiere popolare e problematico della Barca, in una periferia, quella ovest, che doveva diventare casa per 40mila abitanti, ma è rimasta un’incompiuta, con un’identità in gran parte concentrata sul Treno di Giuseppe Vaccaro, un edificio lungo 500 metri che affaccia su piazza Giovanni XXIII. Se l’appeal architettonico è forse solo per autentici intenditori, la zona è prossima al parco fluviale del Reno che consente una full immersion nella natura e nell’archeologia industriale anche grazie a percorsi-trekking organizzati sia alla Chiusa partendo dal fiume per seguire poi il Canale di Reno (in passato alimentava i mulini da grano e da seta e l’Opificio della Grada ospita la grande ruota idraulica divenuta centro didattico e documentale sulla Bologna dei canali) fino ai ruderi della più antica e monumentale opera idraulica (i cui aggiornamenti costanti stanno consentendo da un millennio lo svolgimento della funzione di approvvigionamento quotidiano dell’acqua alla città) e all’Acquedotto Augusteo fra la via della Seta e la via degli Dei.  
MINERBIO
Sul set dei film In bicicletta con Pupi Avati Il 25 settembre Pupi Avati sarà a Minerbio per accompagnare un itinerario in bicicletta alla scoperta dei luoghi nei quali vennero girati i suoi film di culto La casa dalle finestre che ridono e Le strelle nel fosso. A fine giornata proiezione al cinema Mandrioli alla presenza del maestro che dialogherà con il pubblico. Info: 0516611753  
VERSO SAN LUCA
Dal Meloncello al Santuario Almeno una volta nella vita ogni bolognese è salito al Colle della Guardia, per fare sport o per chiedere un fioretto com’è uso fin dal XII secolo. Risale a quel periodo la costruzione della prima chiesa a custodia e protezione di un’icona di scuola bizantina che raffigura la Madonna col Bambino. Dapprima la si poteva raggiungere con un semplice sentiero poi con una mulattiera lastricata. Fino al 28 giugno 1674 quando iniziarono i lavori del portico, ancora oggi il più lungo esistente al mondo: 3796 metri scanditi da 316 arcate da Porta Saragozza all’Arco del Meloncello e da altre 350 per il tratto collinare dal Meloncello al Santuario, per un totale di 666 archi. Numero simbolico. Il percorso sinuoso rimanda al serpente quindi al diavolo, infine sconfitto e schiacciato sotto il piede della Madonna.  
La Via Francesca
Per strada nel segno di Giacomo Scendendo da San Luca verso Casalecchio si può imboccare la via Francesca della Sambuca, un cammino elaborato di recente per collegare Bologna e Pistoia, unica città ad avere una reliquia dell’Apostolo Giacomo al di fuori di Santiago di Compostela. Da Casalecchio, in parte nel fondovalle, in parte sul crinale, si raggiunge Crocetta, si prosegue per Porretta e Sambuca, e dal Passo della Collina si scende a Valdibrana e Pistoia. Info www.viafrancescadellasambuca.it