Etna, alla scoperta dei tesori nascosti del vulcano: escursioni guidate e rifugi alpini

Grotte di ghiaccio, fontane di lava e i vapori caldi del “fornetto delle guide”: il vulcano attivo più alto d’Europa non smette di dare spettacolo. Come visitare in sicurezza i crateri sommitali e i 4 versanti. La guida: “Mai affidarsi al fai da te, in cima condizioni meteo molto variabili e spesso estreme”

di AGATA FINOCCHIARO
30 maggio 2025
Una suggestiva escursione sull'Etna in eruzione

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Catania– Per i catanesi l'Etna è "a muntagna" (la montagna), una presenza imponente e familiare che definisce lo skyline della Sicilia orientale e dà le coordinate geografiche: nord per catanesi e siracusani, sud per i messinesi, est per chi abita nell'entroterra. Una bussola di cui resta orfano chi emigra, condannato a cercare per sempre "a muntagna" sul filo dell'orizzonte.

Per vulcanologi, geologi e appassionati della montagna, l'Etna è il più grande laboratorio "in vivo" esistente, miniera inesauribile di scoperte e di conoscenza, uno dei pochi vulcani al mondo in cui è stato possibile osservare la nascita di nuove bocche eruttive sommitali, ultimo il cratere di Sud-Est nel 1971. Un continuo mutamento geomorfologico che, nel tempo, ha modificato anche sagoma e altezza: dai 3.323 metri degli anni '60 agli attuali 3.403. In una parola l'Etna è vivo: si evolve e cresce in quanto strato-vulcano complesso, formato dalla sovrapposizione di strati di lava nel tempo.

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Per tutti l'Etna è il più grande vulcano attivo in Europa, l'unico inserito nella lista Unesco quale Patrimonio dell'Umanità e, tra i pochi al mondo, ad essere facilmente accessibile anche a chi non è abituato a fare trekking. E' infatti possibile arrivare in sicurezza fino ai crateri sommitali con l'ausilio di guide vulcanologiche o alpine, le uniche autorizzate all'accompagnamento sui vulcani – a piedi, in e-bike, in funivia o con mezzi fuoristrada – ad altezze che variano secondo le ordinanze emesse in base al livello di rischio legato all'attività vulcanica.

L'Etna e i suoi 4 versanti

E' possibile salire sull'Etna dai quattro versanti: Nord, Sud, Est e Ovest. Ognuno ha caratteristiche differenti e riserva una diversa esperienza. I più frequentati sono i versanti Sud e Nord per i servizi offerti.

VERSANTE SUD – Si può arrivare in auto fino a 1.920 metri di altitudine, dove si trova lo storico rifugio Sapienza, in posizione strategica, vicino agli impianti della funivia dell'Etna. Da lì è possibile prendere la funivia (costo 52 euro per i turisti, 30 per i bambini, 15 euro per i residenti in Sicilia) e arrivare fino alla stazione di monte a 2.500 metri, oppure proseguire a piedi, non accompagnati, fino a quota 2.750 metri. Mentre da quota 2.750 metri fino alla cima, quota 3.300 metri, si può andare solo se accompagnati da guide vulcanologiche o alpine.

VERSANTE NORD – La stazione sciistica di Piano Provenzana è anche il punto di partenza per le escursioni sul versante nord del vulcano da qui l'area sommitale si raggiunge con l'ausilio di bus 4x4 (costo del biglietto: 50 euro). Si trova a circa 1.800 metri di altitudine, poco dopo il rifugio Citelli (1.741 metri). Non accompagnati è possibile raggiungere quota 2.850 metri, da quota 2.850 metri fino alla cima, quota 3.300, si può proseguire solo se accompagnati da guide vulcanologiche o alpine.

VERSANTE OVEST – E' meno antropizzato rispetto ai primi due versanti: non ci sono piste da sci né punti panoramici con vista mare, persino i crateri sommitali, in prospettiva, appaiono schiacciati.  Ma questo non toglie fascino a un territorio che conserva colate di lava “a corde”, boschi di ginestra – endemismo etneo d'eccellenza –, querce, faggi e betulle che contornano crateri antichi e recenti, e le suggestive favare, sorgenti d’acqua dolce (dall'arabo "al-fawwara", sorgente) che affiorano in superficie dove la lava è entrata in contatto con formazioni rocciose sedimentarie. Un paradiso per gli amanti del trekking e delle camminate di montagna, e per i più romantici che da questo versante possono ammirare un tramonto dai colori suggestivi.

VERSANTE EST – Il fianco est dell'Etna è il più selvaggio: si apre lungo la Valle del Bove, un'ampia conca semicircolare larga circa 5 km e lunga 7, per un totale di 37 km quadrati dove negli anni si sono riversate numerose colate laviche, tanto da conferirle l'attuale aspetto simile a un deserto di pietra nera. I bordi della valle raggiungono fino a 1.000 metri di altezza, alcuni precipitano verticalmente. Anche qui è possibile effettuare escursioni guidate di grande interesse naturalistico e ripercorrere, ad esempio, le tracce di Saro ‘Ruspa’, uno dei protagonisti della storia recente dell’Etna per l’intemerata idea di arginare col suo escavatore la colata lavica iniziata il 14 dicembre 1991, che da 151 giorni interessava il fianco orientale del Vulcano. La Valle del Bove è nota soprattutto per essere stata il letto dell'eruzione del 1991-93, quando milioni di metri cubi di lava defluirono verso valle minacciando il paese di Zafferana Etnea, messo in salvo grazie a una serie di interventi coordinati dalla protezione civile. Oggi è possibile camminare su questo immenso campo lavico o vivere l'esperienza  della discesa nella Valle all'interno dei lunghi canaloni di sabbia nera finissima dove si può anche sciare in assenza di neve.

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Una escursione dentro le grotte di neve sull'Etna
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I rifugi

Per chi vuole vivere l’emozione di svegliarsi in quota la scelta è limitata ai due rifugi: Giovannino Sapienza e Citelli.

Il rifugio Sapienza si trova sul versante Sud, a 1920 metri di quota, raggiungibile in auto e a pochi passi dalla Funivia dell'Etna. Più che un rifugio nel senso classico del termine è un albergo con 20 camere in stile alpino e ristorante-bar con terrazze panoramiche. L'altro rifugio è il Citelli (rifugio del C.A.I.), dato in gestione ad una società privata, si trova sul versante nord-est, a 1740 metri sul livello del mare. Costituisce il Punto Base n. 15 del Parco dell'Etna. Dispone di 4 camere da 2 a 4 posti e 4 servizi condivisi tra gli ospiti della struttura, una sala ristoro con cucina per 35 ospiti e un piccolo bar. Attualmente è chiuso per lavori di manutenzione.

Quattro crateri sommitali e oltre 300 avventizi

Sull'Etna oltre ai 4 crateri sommitali: quello di Nord-Est (1911), Voragine (1945) e Bocca Nuova (1968) entrambi formati all'interno del Cratere Centrale e l'ultimo nato, il cratere di Sud-Est (1971), il più attivo e quello che negli ultimi anni ha dato spettacolo con fontane di lava ed ‘eruzioni turistiche’, ci sono circa 300 crateri laterali o secondari detti anche crateri avventizi, direttamente collegati al sistema di alimentazione del vulcano. Si tratta di piccole bocche laterali a varie altitudini, prodotte dalle innumerevoli eruzioni laterali che si sono verificate nel tempo.

Sport ed escursioni sul vulcano

Oltre alle escursioni ai crateri sommitali e nel Parco dell'Etna per gli amanti della natura, il vulcano offre la possibilità di praticare diversi sport invernali: sci, sci di fondo, scialpinismo e snowboard.

Sull'Etna ci sono 17 km di piste da sci, suddivise in 10 piste tra il versante nord (Piano Provenzana-Linguaglossa) e il versante sud (Nicolosi). La stazione sciistica Etna Sud non è operativa dal 2017 a causa dello scarso innevamento e di motivi burocratici. La stazione sciistica di Piano Provenzana, l'unica in attività nei mesi invernali, ha 4 impianti da sci, tre skilift e una seggiovia. Le piste sono: Pouchoz Tanaurpi (lunghezza 1.500 m, dislivello 188 m, colore blu), Monte Conca (lunghezza 1.500 m, dislivello 252 m, rosso), Coccinelle (lunghezza 1.400 m, dislivello 323 m, rosso) e Anfiteatro (lunghezza 1.300 m, dislivello 281 m, rosso).

Più delle piste, che non possono competere con molte del nord Italia, ad attirare i turisti è l'emozione di sciare guardando il mare sul filo dell'orizzonte e magari togliere gli scarponi al tramonto e correre a fare un tuffo nell'azzurro dello Jonio, a meno di 40 minuti di auto dal vulcano.

Il “fornetto delle guide”

Non c'è luogo al mondo in cui la natura regali la possibilità di sciare con vista mare scendendo in parallelo a poche centinaia di metri da una lingua di lava, com'è successo da ultimo a febbraio 2025. Sull'Etna gli elementi della natura trovano il loro punto di congiunzione per mettere alla prova tutti i sensi: l'aria è più rarefatta, la neve che ricopre i letti di vecchi fiumi di lava nasconde mille insidie, il terreno su cui si cammina scivola via sotto i piedi per effetto del fitto strato di cenere e lapilli. 

Attraverso fenditure nelle pareti rocciose, in alcuni punti affiorano vapori caldi, come nella località ribattezzata "fornetto delle guide". Qui, dopo oltre 20 anni dall'eruzione del 2002-2003, dalle fenditure della roccia fuoriesce calore, probabilmente per via della faglia che attraversa questo settore del vulcano e da cui risalì il magma della colata lavica. L'emissione di vapore ad alta temperatura fa rivivere l'esperienza delle prime saune scoperte dall'uomo. Il “fornetto delle guide” è una tappa quasi obbligata nelle fredde escursioni invernali.

La guida: “Effetto social, è boom di visitatori”

“Non c'è giorno uguale a un altro sull'Etna. Per quanto tu sia esperto, il vulcano ti mette ogni volta davanti ai tuoi limiti. Qui è la natura a far da padrona, le condizioni meteo-climatiche possono variare drasticamente in breve tempo e devi essere preparato ad affrontare nebbia, vento o neve, quando non un'improvvisa attività stromboliana". Afferma Giuseppe Quaceci, 50 anni, guida vulcanologica da 10, attivo sui social dove condivide la sua passione per l'Etna, ma anche per tutti gli altri vulcani siciliani, come lo Stromboli dove accompagna i turisti che visitano le isole Eolie.

“Se negli ultimi anni il turismo sull'Etna ha registrato una costante crescita, è altrettanto vero che la maggior parte dei visitatori arriva da fuori provincia, spesso dall'Italia o dall'estero. Tra i catanesi non c'è ancora la cultura dell'escursione guidata, molti si avventurano incuranti dei rischi, pensano di conoscere l'Etna solo perché sono nati a Catania e guardano il vulcano dal balcone di casa. I più presenti tra gli stranieri sono i francesi, che hanno una vera cultura della montagna e del vulcano, poi gli americani. Ma più di recente si è registrato un vero e proprio boom di visitatori anche per effetto delle immagini delle eruzioni rilanciate attraverso i social”.

Quante persone ogni anno arrivano in Sicilia per visitare l'Etna?

“Dare numeri precisi è molto difficile se non impossibile, dal momento che non c'è una regia che coordini le diverse attività degli operatori turistici. Ma di fatto negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale il nostro lavoro di guide e la richiesta di visitare i crateri sommitali. Secondo gli ultimi dati il Parco dell’Etna registra annualmente oltre 300mila presenze, di cui circa il 60% italiani e il restante 40% stranieri. Dal 2013, con l’ingresso nella Heritage List dell’Unesco, l'Etna ha visto aumentare i flussi turistici del 49% nel giro di tre anni, come documenta uno studio condotto da Parco dell’Etna e Università di Catania. Ma non sono pochi i visitatori che arrivano con mezzi propri e sfuggono a un monitoraggio, anche perché negli anni, di pari passo con l'esplodere del ‘fenomeno Etna’, è cresciuta l'accoglienza diffusa e la capacità ricettiva dei comuni pedemontani”.

Basta un'escursione per conoscere l'Etna?

“Niente affatto e i turisti più attenti se ne rendono conto, tanto che ritornano per visitare un versante differente o lo stesso, ma in un diverso periodo dell'anno, perché è interessante vedere l'Etna innevato, entrare nelle grotte di scorrimento lavico, addirittura in alcune di queste cavità oscure, in base all'esposizione, da molti secoli si trova del ghiaccio all'interno. Quest'anno poi nelle zone sommitali gli accumuli di neve hanno formato dalle vere e proprie grotte di ghiaccio, che solo pochi fortunati hanno potuto ammirare, perché sono state sommerse dalla lava durante l'eruzione dello scorso 30 aprile. Camminare su candida neve e roccia nera è un'esperienza visiva e anche fisica unica, diversa rispetto a quella che si può provare in estate o dopo una recente attività vulcanica. Negli ultimi anni il ghiaccio permane per molto tempo, anche in piena estate, ‘aiutato’ dalla coltre di scoria vulcanica che vi si deposita uniformemente, coprendolo e conservandolo”. 

Tu sei anche guida di mountain bike, ci sono turisti che apprezzano questo modo di visitare l’Etna?

"Si. Negli ultimi anni sono aumentate le richieste di escursioni in mountain bike, un modo più ecologico e sano per fare un'esperienza incredibile, pedalando lungo la strada sterrata Altomontana e attraversando l'Etna da nord a sud e viceversa oppure fino quasi in cima. Spesso si fa in E-bike (bici elettrica), si risale lungo le strade sterrate che portano dai versanti sud e nord alle quote alte. Se prima l'Etna era la tappa di un viaggio in Sicilia, diventa sempre più spesso la ragione principale per visitare l'isola".