Giovedì 25 Aprile 2024

Sicilia, un’impronta millenaria tra storia e mito

Le testimonianze riguardano epoche anche tra loro lontane e spaziano dalle antiche città dei Siculi al teatro di Siracusa, dalle necropoli millenarie alle ville romane

L'Etna e gli altri, una terra di fuoco

L'Etna e gli altri, una terra di fuoco

Qui è «dove pasce il gregge del sole», come diceva Omero. Storia e mito si confondono in Sicilia, e le meraviglie archeologiche di mille epoche stanno lì a testimoniarlo. Dai templi greci di Agrigento e Selinunte al teatro di Siracusa, dalle necropoli millenarie alle ville romane: non c’è epoca antica che non abbia lasciato la sua impronta sul territorio e sull’identità dell’isola. E la Sicilia orientale è la terra dei Siculi, popolo autoctono e avanzato che i greci trovarono già qui quando arrivarono nel 756 avanti Cristo. In un ideale itinerario archeologico in quest’area della Sicilia, non si può che partire da Morgantina, città fondata forse da proto-siculi nel X secolo a.C. e poi conquistata dai greci che trasformarono gli antichi culti della Dea Madre nelle loro divinità Demetra e Persefone. Culti tutti femminili, matriarcali, legati alla terra e ai cicli delle stagioni e dell’agricoltura: culti siciliani, appunto. Il simbolo è lei: 2 metri e 24 di veste panneggiata in tufo e testa di marmo, scolpita da un discepolo del grande Fidia, fascino e mistero della Dea di Morgantina. Tornata da pochi anni a casa, al museo archeologico di Aidone, insieme al Tesoro rubato negli anni Ottanta e finito nei musei americani. Morgantina, distrutta poi dai siculi di Ducezio e riscoperta solo nel 1955, ha ancora molto da raccontare, mentre la vicina villa romana del Casale di Piazza Armerina di segreti ne ha ormai svelati in abbondanza. Come abbondanti sono i suoi ricchi e unici mosaici. Già solo quello con le celebri ragazze in bikini vale il viaggio, verso un passato che già allora guardava al futuro.

L’altra capitale sicula è Pantalica, vicino Siracusa, identificata come l’antica Hybla, regno siculo che si estendeva qui dal XIII all’VIII secolo a.c. Cinque secoli di storia e natura, con decine di necropoli, 5mila tombe, grotte, tutto immerso nella macchia mediterranea. Un percorso archeologico ma anche naturalistico. Nel 2005 l’Unesco ha deciso di premiare questo sito insieme alla città di Siracusa come patrimonio dell’Umanità, in un ideale viaggio attraverso il tempo dalla preistoria al barocco. E dunque si arriva a Siracusa, la metropoli di questo lembo di Sicilia, una città dove si respira storia, cultura, scienza, arte. L’area archeologica trova nel teatro, secondo solo a quello di Epidauro, il suo clou. L’acustica, ancora adesso, è eccezionale. Il fascino pure.

 

OLTRE PIAZZA ARMERINA Nella Villa del Tellaro La villa romana del Casale a Piazza Armerina, certo. I mosaici, le belve esotiche, le ragazze in bikini. Un complesso immenso e conosciuto in tutto il mondo. Patrimonio Unesco, insieme all’area archeologica di Morgantina. Ma nella Sicilia sud-orientale ci sono altri piccoli gioielli che raccontano la stessa storia. Scoperta casualmente nel 1971 e resa fruibile al pubblico solo nel 2008, la villa del Tellaro, in territorio di Noto, presenta mosaici con motivi geometrici, scene di caccia ma anche un pannello ispirato a miti greci come il riscatto del corpo di Ettore. Tutti realizzati da maestranze africane nella seconda metà del IV secolo dopo Cristo.

 

TRA MODICA E ISPICA Le necropoli nell’antico canyon Tredici chilometri di “cava”, cioè di vallata che incide l’altopiano tra Modica e Ispica, un canyon coperto di macchia mediterranea e costellato di necropoli preistoriche, catacombe cristiane, chiese rupestri, abitazioni: una cava viva ininterrottamente dall’età del Bronzo al XIV secolo. Cava d’Ispica è un sito archeologico diffuso che racconta uno dei maggiori insediamenti rupestri di tutta la Sicilia. Uno dei siti più importanti è la catacomba Larderia, una delle più grandi dell’isola, dopo quella di San Giovanni a Siracusa, con centinaia di loculi e una suggestiva tomba a baldacchino.

 

L’ETNA E GLI ALTRI Una terra di fuoco Dallo zolfo delle miniere dell’ovest ai vulcani dell’est, tutta la Sicilia è una terra di fuoco. E proprio nella Sicilia orientale la concentrazione è... esplosiva. Etna, Stromboli, Vulcano, le distese di rocce nere dove prima erano le colate laviche, ma anche una serie di vulcani estinti, sotterranei o sottomarini che hanno segnato il territorio del sud-est. Sugli Iblei si staglia monte Lauro con le sue rocce grigie. Ma, naturalmente, il clou è l’Etna, il Mongibello, oltre 3mila metri per il vulcano attivo più grande d’Europa, un gigante patrimonio di tutta l’Umanità. E anche luogo di storia e di mito. Polifemo stava proprio lì e da lì scagliò in mare i massi contro Ulisse e i suoi. Quei massi sono i faraglioni di Acitrezza.

 

SIRACUSA Qui cresce il papiro Siracusa è uno dei patrimoni Unesco più singolari: insieme alla necropoli di Pantalica, è stata riconosciuta così meritevole per la sua lunghissima stratificazione, dalla preistoria all’età greca, da Ortigia al barocco. Ma un altro primato è materiale, anzi materico. Siracusa è infatti l’unico luogo al mondo, al di fuori del bacino del Nilo, dove cresce spontaneamente e rigoglioso il papiro, lungo le sponde fiume Ciane e nella Fonte Aretusa. Qui artigiani-artisti lavorano ancora la pianta per ricavarne la carta che ha segnato la storia del Mediterraneo. E dunque dell’umanità.