Venerdì 19 Aprile 2024

Eccellenze della Romagna

Dall'intramontabile piadina all'olio di Brisighella, dal bostrengo al mandorlato di Modigliana e al sale di Cervia

Ciliegie di Civitella di Romagna

Ciliegie di Civitella di Romagna

Piada, pie, pjida, pièda, pji, pida: le varie accezioni dialettali della Romagna cambiano, ma il concetto rimane sempre lo stesso. Chi parla di gastronomia romagnola non può iniziare che dalla piadina, la più classica delle specialità la cui presenza va dalle spiagge alle colline in un trapezio che a nord ha come confine il fiume Sillaro fino a Ravenna, passa per Forlì e Cesena e abbraccia anche una fetta delle Marche. È nelle terre riminesi che inizia il percorso di ispessimento, fino al Cesenate dove, appunto, lo spessore della piadina aumenta. Anche il bostrengo è comune alla Romagna e alla parte settentrionale delle Marche: questo dolce pulisci-dispensa si declina in mille modi diversi a seconda delle disponibilità di materie prime. Quel che è certo è che da Bellaria a Cattolica, da Rimini a Cervia un entroterra ricco di giacimenti gastronomici può essere scoperto durante le vacanze estive.

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    OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA BRISIGNELLA DOP
    Sulle rive del Lamone hanno scoperto che l’economia dei prodotti tipici non consiste nella concentrazione, ma nella frammentazione dell’offerta. Un miracolo economico quello degli abitanti di Brisighella: il loro olio è venduto in contenitori sempre più piccoli e dal prezzo triplicato. Alla bassa altitudine che caratterizza i borghi della collina dell’Appennino tosco-romagnolo, la coltura dell’olivo, protetta dai venti freddi di levante, grazie alla conformazione ad anfiteatro della valle, e da quelli del nord da una barriera naturale di gesso, ha trovato un microclima temperato ideale. Il capolavoro liquido proviene dall’oliva Nostrana di Brisighella almeno per il 90%; il meglio della produzione viene separato e denominato Brisighello. Dalla varietà Ghiacciola si ottiene il Nobildrupa, di varietà Ghiacciola, selezione esasperata dei migliori cru.
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    CILIEGIE DI CIVITELLA DI ROMAGNA
    Anche se non esistono documenti scritti relativi alla sua nascita, pare che la Torta di tagliatelline possa vantare due secoli di vita. La rendono fragrante e sempre giovane gli ingredienti, eternamente attuali: farina, uova, zucchero, burro, mandorle o armelline e un filo di liquore all’anice (o di liquore alla mandorla amara). Ma sono la manualità e l’esperienza nella lavorazione delle materie prime i vincoli che la legano al passato: la sfoglia e le tagliatelline devono essere preparati in strati sottilissimi. E grazie a quest’arte nasce un capolavoro di semplicità che viene ornato dalle tagliatelline di pasta dolce, ad emulare la più nota bandiera gastronomica del territorio. Negli anni si è conquistato un posto tra i dolci domenicali della Bassa bolognese  comune.civitella-di-romagna.fc.it
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    SALE DI CERVIA
    Il sale è stato ovunque per secoli il protagonista degli avvenimenti storici, culturali, culinari, ambientali e salutistici. A Cervia ha contrassegnato la storia stessa, contesa proprio per la ricchezza che il sale rappresentava. Dai Da Polenta ai Malatesta, dai dogi al papa, nel 1994 le saline di Cervia rischiano di chiudere perché nel frattempo è venuto meno l’interesse commerciale. Per non perdere identità e memoria l’amministrazione comunale si fa portavoce di un progetto di conservazione e valorizzazione delle saline. Rendendole peraltro visitabili. Nel 2003 lo Stato autorizza una limitata produzione di sale, affidando anche il compito di preservare l’ambiente. Gli 827 ettari di saline producono il sale dolce di Cervia, perchè povero di potassio, dal sapore amarognolo, ottenuto per naturale evaporazione e successivo deposito di metalli pesanti, carbonati e solfati. Si raccoglie un sale di cloruro di sodio al 98% puro. Per la gioia dei turisti e degli abitanti di Cervia.
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    BOSTRENGO DI BORGHI
    Tra i fiumi Uso e Rubicone i calanchi ricamano il paesaggio. A San Giovanni in Galilea, frazione di Borghi, l’interessante museo che raccoglie le testimonianze dei popoli primitivi fa il paio con il più antico Osservatorio meteorologico italiano, voluto dal Governo pontificio. Ma soprattutto Borghi sente suo il bustrengh, il bostrengo, che veniva preparato dalle famiglie contadine la domenica, utilizzando le rimanenze della settimana. Con il variare degli ingredienti usati durante la settimana, il bostrengo poteva diventare un dolce, una ciambella o una torta salata. Praticamente dimenticato nel secondo dopoguerra, il bostrengo è stato riscoperto nei primi anni Settanta, tanto da diventare il dolce locale ed essere celebrato da una sagra il secondo fine settimana di maggio. stradaviniesaporifc.it
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    MANDORLATO AL CIOCCOLATO DI MODIGLIANA
    C’è un dolce, a Modigliana, che richiama su di sé l’interesse di chi ama terminare la cena con un rhum, un whisky o grappe torbate. Si accompagna infatti perfettamente a questi distillati, li esalta e completa. Tra gli ingredienti cacao, mandorle, scorze di arancio e cedro, farina di grano, zucchero di canna e spezie. Il profumo è un equilibrio di agrumi, spezie e cacao. L’impasto viene lavorato a secco e passa in forno, premuto a mano all’interno di stampi circolari. Vincitore di numerosi premi internazionali a inizi del Novecento, il mandorlato al cioccolato non è cambiato poi tanto in un secolo di vita: continua ad essere prodotto a mano senza l’aggiunta di conservanti. Ma soprattutto, grazie all’assenza di grassi, si apprezza tutto l’anno. 

UN CONSIGLIO: A CIVITELLA DI ROMAGNAL’ULTIMA DOMENICA DI GIUGNO SCATTA L’ORA DELLA SAGRA DELLA CILIEGIA