Il fermo immagine è praticamente improponibile. Perché la divagazione è inevitabile oltre che piacevole: permette di muoversi tra l’alfa e l’omega di un territorio che si è scelto di esplorare. E nel Piemonte schivo, discreto e dalla bellezza più segreta che sfacciata, è quasi un imperativo categorico: vagabondare tra una città e l’altra e tra un paesaggio e un altro, per scoprire che in una regione dove arte e cultura sono così diffuse, c’è il sottinteso bisogno di esplorare una prima volta, cercando sempre di organizzare anche una seconda volta e un’altra ancora.
Esperienza provata di tanti viaggi iniziati e mai definitivamente conclusi. Perché è naturale raggiungere il delizioso lago d’Orta cantato da Montale e da Nietsche abbinandolo a quell’autentica Gerusalemme sul Sesia che è il Sacro Monte di Varallo, definito da Guido Piovene “Uno dei monumenti più impressionanti d’Italia”; ai Giardini di Villa Taranto sulle rive del Verbano; e a quel gigantesco punto esclamativo appoggiato sulla basilica di San Gaudenzio che sbuca nel cielo di Novara e pare un faro per i viandanti di ieri e di oggi. Ma è anche impossibile snobbare i borghi langaroli e monferrini incorniciati da vigne pettinate, il labirinto botanico nel parco del Castello di Masino, l’arte contemporanea e diffusa a Biella, i porticati della Contrada Mondovì a Cuneo, la monumentale e settecentesca Cittadella fortificata di Alessandria e il sorprendente centro storico di Asti. Una scoperta che diventa una piacevole riscoperta.
Per trovare la sintesi perfetta a Torino, tra le sale, le esposizioni e le sorprese dei “Musei Reali”, circuito prezioso che tiene insieme le collezioni, gli edifici e i monumenti della dinastia sabauda e che si lascia percorrere utilizzando un unico biglietto (www.museireali.beniculturali.it). A cominciare dal primo Palazzo Reale d’Italia, tra pitture, arazzi, sculture, armi, arredi e ceramiche che sfilano al di là dello Scalone d’Onore. Per proseguire nella Biblioteca Reale che conserva oltre 200mila volumi e carte antiche, nella Galleria Sabauda con 500 opere di artisti italiani ed Europei, nel Museo dell’Antichità con il famoso Tesoro di Marengo, quindi nei monumentali Giardini Reali, nella Cappella della Sindone, luogo di fede e meraviglia, e infine nelle Sale Chiablese elegante location di mostre temporanee in uno dei palazzi nobiliari del centro storico. Illuminante.
In una sorta di pellegrinaggio laico in nome della cultura, si finisce per raggiungere San Stefano Belbo, terra natale e musa di Cesare Pavese. E ritrovare nel suo Piemonte colto e singolare, il suo aforisma più intenso: “L’arte è la prova che la vita non basta”.
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UN CONSIGLIO
Anche il Conte Camillo
Benso di Cavour
apprezzava il tenero
arrosto di agnello
Sambucano
TOP 5 DEL PIEMONTE
1.
PROFUMO D’INCENSUM
Aperta fino al 10 gennaio, la mostra Incĕnsum, retrospettiva sul mondo dei profumi, visitabile al Museo di Antichità di Torino.
2.
CAPA A COLORI
Fino al 31 gennaio, la mostra “Capa in Color”, omaggio al grandissimo fotografo Robert Capa attraverso 150 suoi scatti. Si trova alla Sala Chiablese.
3.
CASTELLI APERTI
Ogni domenica, fino al 1 novembre, “Castelli Aperti”, imperdibile rassegna che promuove le dimore e i palazzi piemontesi.
4.
GIRO 5 TORRI
Il “Giro delle 5 torri”, anello percorribile a piedi o in mountain bike con vista panoramica sulla Langa Astigiana.
5.
L’ANTICA ARAZZERIA
L’Arazzeria Scassa di Valmanera (Asti) è un laboratorio dove nella realizzazione degli arazzi viene utilizzata l’antica tecnica ad alto liccio.