
La Toscana da cartolina, sullo sfondo lo skyline di Montepulciano, attorno le colline della Valdichiana punteggiate da vigneti e uliveti, enogastronomia verace e senza fronzoli, a partire dalle famose bistecche di Chianina.
In questo piccolo paradiso di storia-arte-cultura una coppia di imprenditori veneti, Isidoro Rebatto e Susanna Ponzin (affermati nel settore delle energie green), affascinati dalla bellezza e dall’armonia del paesaggio, hanno creato Podere Casanova , dal nome del celebre seduttore-scrittore veneziano, intellettuale, avventuriero, principe del gusto, che nei suoi viaggi approdò a Montepulciano e ne restò ammaliato.
Il Nobile di Montepulciano (attenzione a non confonderlo col vitigno Montepulciano d’Abruzzo) sta qui nel sud della Toscana, in un triangolo d’oro del food&wine nazionale tra Val d’Orcia e Valdichiana, a due passi dalla Doc Orcia e dalla Docg Montalcino. Un’isola del tesoro delle uve Sangiovese – che qui si chiama Prugnolo gentile – quindi terra di grandi rossi. Denominazione antichissima, già vino dei Papi, un po’ finito in un cono d’ombra grazie al boom dei ‘cugini’ Brunello e Chianti Classico. Adesso la denominazione rilancia e scommette sul progetto delle 12 sottozone ‘Le Pievi’ per un upgrade del Nobile con minimo 3 anni di affinamento, Sangiovese minimo 85% e niente vitigni internazionali, solo uve aziendali .
Un progetto giovane Podere Casanova (dal 2016) che ha puntato nei 17 ettari di vigna sul massimo di ecosostenibilità, di certificazione (Equalitas), su uno stile produttivo classico, pulito ed elegante, con legni non invadenti, sulla conversione al biologico (con la pressoché totale eliminazione del rame) , su un’ospitalità raffinata tra boschi, wellness, arte e natura e un orto bio a disposizione degli ospiti. 120.000 bottiglie l’attuale produzione , di cui il 50% all’estero.
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