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In riva al Brenta la piccola Olanda d’Italia

Risorgive e mucche al pascolo, 40 chilometri di ciclabili e buona tavola in una delle terre del Grana Padano

In riva al Brenta, nell’Alta Padovana, c’è la piccola Olanda d’Italia, un’ampia distesa di verde e canali, una via del latte tra mucche e fieno prodotto in prati verdissimi alimentati dall’acqua delle risorgive. All’ombra di una costellazione di antiche ville di delizie sorge una delle terre del Grana Padano. Un viaggio tra caseifici, apicoltori, allevamenti e laboratori dai quali esce la famosa Sopressa (in veneto con una sola p), lavorata in modo artigianale con maiale, sale e pepe. Un viaggio del gusto nella terra che scorre accanto al Brenta, sotto l’Altopiano di Asiago, a due passi da città gioiello come Piazzola sul Brenta e più in là Marostica, Cittadella, Bassano.

Le reti d’acqua da seguire in bici

Il fiume Brenta è il vero protagonista del territorio, non solo dal punto di vista economico.  Le sue risorgive che appaiono per incanto nel bel mezzo della pianura creano un ambiente unico, mentre lungo le sue sponde si può pedalare da Trento a Venezia: un percorso suggestivo di 40 chilometri tutti agevoli per chi si muove in bicicletta. Il paesaggio propone fontanili come il Fosso del Diavolo, sistemato grazie al contributo dell’Europa, e il laghetto di Camazzole, ex cava con risorgive, ribattezzata Caraibi del Brenta per il bianco delle sue sponde e l’acqua verde azzurra purissima che vi sgorga. Qui non si pedala soltanto: queste sponde sono meta di passeggiate, bagni, gite e picnic.

Il latte e la festa della transumanza

Fattorie e caseifici modernissimi in mezzo a campi di mais e fieno, tecnologie 4.0 a garanzia del benessere animale qui convivono con un’antica tradizione. La seconda domenica di ottobre i malgari tornano a casa dalla montagna con le loro vacche, un momento di festa e folclore e di ritorno alle radici di questa terra.

Ma la tradizione della festa della transumanza convive con stalle ipertecnologiche, dove le mucche si recano da sole agli stalli automatizzati della mungitura e dove un sistema informatizzato garantisce il controllo del latte ad ogni mungitura, vacca per vacca e in tempo reale. Di ogni vacca si sa persino per quante ore rumina, un dato che è sinonimo di buona salute. Siamo nell’azienda agricola Barbieri, tra i soci del Caseificio sociale di Gazzo Padovano, dove “nasce” il Grana Padano. “Abbiamo una sessantina di vacche, la mungitura è robotizzata, c’è un sistema di raffrescamento e di controllo dell’umidità e una luminosità garantita 16 ore al giorno. Ormai si lavora in un altro modo, perché il benessere animale è il benessere nostro”, spiega Giovanni Barbieri. Grazie a questo sistema alcune mucche vengono munte anche quattro volte al giorno, con produzioni di 40 litri di latte l’una. Qui si possono anche fare visite guidate, tramite la Coldiretti o in occasione della festa della transumanza.

Il Grana Padano

Il latte arriva poi al Caseificio sociale, 30 soci per una produzione di nicchia, e uno spaccio con tutti i migliori prodotti del latte a Gazzo Padovano. Il Grana Padano di questo caseificio ha il marchio PD707. Nella Padovana è rimasto l’unico a produrlo, con due magazzini che custodiscono un tesoro di 30mila forme in tutto. Una forma all’origine pesa 42-43 chili, dopo dieci mesi, quando viene marchiata, è già scesa a 38 chili perché perde umidità.

Sua maestà il maiale

E’ il protagonista indiscusso di questa tavola. A Grantorto, il Macello 3 M è noto per la lavorazione della carne solo con sale e pepe. “Qui non ci sono conservanti”, assicura Mauro Masiero. Qui si lavorano soprattutto sopresse, con 10-11 mesi di stagionatura, e salami, che stagionano in almeno 100 giorni.

La vetrina del gusto

A Carmignano di Brenta c’è il Gustificio, “un luogo sincero”, spiega Andrea Poli, l’imprenditore e chef che con la moglie Ilaria ha voluto mettere insieme passato e futuro. Il passato sta nell’idea di un contenitore unico, la vecchia locanda Moretto dello zio Marino, dove si poteva alloggiare e mangiare dai piatti di cucina alla pizza, fino a gelato, tutto prodotto in casa. Oggi il Gustificio, una sfida partita un anno e mezzo fa e che ha già conquistato gli onori del Gambero Rosso, ha tre laboratori distinti dove si fa tutto, dalla pizza fino alla pasticceria, fiore all’occhiello della casa. Qui si fanno chilometri di strada per venire a fare colazione, tra marmellate fatte in casa e specialità come il cubo di fichi e chantilly e banana e l’”assoluto di albicocca”.

“Ho fatto tanti viaggi in Francia e in Nord Europa per conoscere i segreti della pasticceria”, spiega Andrea Poli. Il locale, dotato anche di camere, è in stile contemporaneo, aperto alla sperimentazione in cucina, con tagli di carne provenienti da tutto il mondo (lo chef ha lavorato in Australia) e prodotti dell’orto a chilometro zero. “Gli ingredienti sono semplici, le cose fatte bene, non vogliamo creare un locale elitario, ma alla portata di tutti” .

Le ville

Non passa inosservata Villa Contarini, a Piazzola sul Brenta, il cui profilo teatrale sorge quasi dal nulla. La villa è nata sui resti di un antico castello costruito intorno all’anno Mille. Acquisito dai Carraresi, signori di Padova, divenne dimora rurale della famiglia Contarini, cui si deve la prima campagna di affreschi seicenteschi, e successivamente dei Camerini, che nell’Ottocento chiamarono vari a artisti a lavorarvi, tra cui Domenico Torti, che lavorò a lungo per il Vaticano. Piante secolari e un laghetto completano lo scenario dei giardini all’inglese.  Dal 2005 la villa è di proprietà della Regione Veneto, ospita concerti ed eventi culturali. Ma l’unicum è rappresentato dalla Sala della Musica. Si tratta di un originalissimo auditorium che, con la soprastante sala della musica detta anche della “chitarra rovesciata”, va considerato un teatro sonoro dalle caratteristiche uniche. La musica, eseguita dagli orchestrali sulle balconate, si amplifica grazie al controsoffitto costruito come la cassa armonica di un’immensa chitarra, fluendo poi attraverso il foro per spandersi nell’auditorium. In questi giorni, e fino al 20 ottobre, la villa ospita anche la Biennale Scultura.

Nei dintorni

A pochi chilometri c’è Marostica, che lega il suo nome alla partita di scacchi con personaggi viventi più famosa d’Italia, ambientata nel Quattrocento nella piazza principale del borgo.  La sfida, uno spettacolo vero e proprio che fa sempre il tutto esaurito, si svolge ogni due anni: la prossima sarà nel 2024. La cittadina offre anche musei, monumenti, rocche e aree archeologiche da visitare ed è famosa anche per le sue ciliegie Igp.

Da non perdere Cittadella, città murata medievale, fortificata secondo la leggenda per fronteggiare le minacce della vicina Castelfranco Veneto. Tra le sue mura venne anche realizzata la “Torre di Malta”, terrificante luogo di reclusione e tortura. Oggi è possibile percorrere tutto il camminamento di ronda restaurato.