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Noto, città perfetta regno del barocco

di LOREDANA FICICCHIA -
30 maggio 2021
Ortigia

Ortigia

Seduti intorno a un tavolo, gli architetti Rosario Gagliardi, Vincenzo Sinatra e Paolo Labisi, trovarono finalmente l’accordo. Quella che dovevano ricostruire era la città barocca perfetta. Potevano contare sull’aiuto del clero e della nobiltà, affranti per la distruzione della Noto antica in seguito al terremoto del 1693. La capitale del Val di Noto, una vasta aerea che da Noto si srotola fino a Scicli, passando da Palazzolo Acreide, Ragusa Ibla e Modica- con le sue drammatiche architetture di pietra dorata, vistose di putti e mascheroni con volti furiosi o ghignanti, - ha difeso la sua reputazione anche dopo il più recente crollo della cupola della Cattedrale, rimessa a posto con ampia risonanza mediatica nel 2007.

Il viaggio in Val di Noto (patrimonio Unesco), uno dei tre Valli in cui gli Arabi suddivisero la Sicilia nel IX secolo (gli altri sono il Val di Mazara e il Val Demone), comincia dalla sua capitale, Noto. Tra chiese cui si arriva salendo scalinate scenografiche, con le facciate concave o convesse somiglianti più a torte nuziali che a luoghi di culto. Parliamo della chiese del Carmine, di San Carlo Borromeo al Corso e di San Domenico. La luce abbagliante e le architetture teatrali hanno fatto di questo spicchio di Sicilia, la Cinecittà del Sud. Dopo la fortunata fiction Montalbano ora hanno convinto il regista premio Oscar Joe Wright, che tra Noto, l’Etna e Scicli, ha ambientato il suo musical cappa e spada, Cyrano de Bergerac.

Per vedere la Cattedrale vale la pena salire sul campanile della Chiesa del Collegio (2 euro il ticket). A spasso tra il Duomo e i blasonati palazzi Ducezio, Landolina, Nicolacci e Impellizzeri, di recente si può visitare anche palazzo Di Lorenzo del Castelluccio acquistato e restaurato dal giornalista e produttore cinematografico Jean Louis Remelleux.

La campagna netina coi suoi mandorleti felici degrada fino al mare. Quello di Cala Mosche, Vendicari e Marzamemi dove nei ristorantini sulla sabbia, anche i più umili pesciolini sono cucinati ad arte, le verdure selezionate in orti della vicina Pachino e la bottarga preparata in cucina. La grande tradizione di scalpellini alla fine ha dovuto passare il testimone a una fiorente industria di prodotti siciliani unici, il vino in primis, agrumi, mandorle, olio di oliva ed erbe aromatiche. Molti di questi prodotti li sistema in confezioni da dieci e lode il rinomato Caffè Sicilia di Corrado Assenza.

Il viaggio in Val di Noto non può prescindere dalla vicina Siracusa, con l’isola di Ortigia, il teatro Greco e l’Orecchio di Dioniso. Puntiamo ora verso la provincia più a Sud d’Italia, per un tratto più a Sud di Tunisi. Se a Catania prevale la pietra lavica, a Noto un calcare fiabrile, a Ragusa Ibla (un trionfo di Barocco) ci sorprende la pietra pece, un calcare inzuppato di petrolio che sembra cioccolata. E a proposito di cioccolata, il viaggio continua a Modica, una “melagrana spaccata” per dirla con Bufalino. E infine Scicli, la Vigata del Commissario, dove la facciata della Chiesa di San Bartolomeo per Paolo Portoghesi è “una perla dentro una conchiglia”.

LA STRADA DEL VINO

L’eccellenza in bottiglia

La Strada del Vino e dei sapori del Val di Noto, è un itinerario che si snoda tra sei comuni della Sicilia Sud Orientale: Palazzolo Acreide, Avola, Noto, Rosolini, Pachino e Ispica). In tutto 30 cantine dove si producono i grandi vini rossi a base di Nero d’Avola, vitigno autoctono per eccellenza, e i bianchi a base di Moscato. Il Moscato di Noto doc, diverso dal moscato di Siracusa doc, è un profumatissimo vino da dessert, buono anche per l’aperitivo, di colore giallo paglierino intenso, vinificato nelle versioni naturale, spumante e liquoroso. Ha un aroma di moscato delicato con fragranze di frutta matura.

SIRACUSA

Ortigia, isola dello Jonio

È qui la parte più antica di Siracusa, col suo Duomo in perfetto stile barocco, indimenticabile quinta del film “Malena” di Giuseppe Tornatore. L’isola collegata alla città dal ponte Umbertino percorribile anche in auto o con una navetta che fa il giro dell’isola, affiora dalle acque del Mar Jonio, a poche centinaia di metri dalla terraferma. I resti dei templi tra cui quello di Atena (V sec. A.C.), la Fonte Aretusa e il Castello Maniace, memoria storica dell’importanza politica dell’isola, si specchiano nell’elegante porto turistico e commerciale frequentatissimo da vistosi yacht di marca inglese.

DA TONNARA A PARADISO DEGLI UCCELLI

L’oasi di Vendicari

E dire che senza la battaglia ingaggiata dall’ambientalista Bruno Ragonese, negli anni ’70, l’oasi sarebbe stata cancellata da una raffineria Montedison. Per la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo, Vendicari fu uno dei più importanti porti mercantili, famosa per le saline e la conservazione del tonno come testimonia la Tonnara. Il paradiso degli uccelli: volpoche, aironi, cinerini, garzette che con le prime piogge lasciano il posto a piccoli trampolieri. Imperdibile lo spettacolo dei fenicotteri provenienti dalla Camargue francese che qui fanno tappa prima di migrare in Tunisia, in inverno. (Riserva Naturale di Vendicari. Prenotazioni: 0931 468879)