White Carrara, non solo David e spiaggia
Il centro storico si trasforma in un laboratorio creativo: protagonisti fino a settembre i maggiori nomi della scultura e del design contemporaneo

Karim Rashid con la moglie di fronte all’opera kAIna
Dici Carrara e pensi subito alle cave bianche, a Michelangelo e al suo David. Oppure alla spiaggia: ombrelloni, sabbia, tuffi. Sbagliato.
La città negli ultimi anni è al centro di una rinascita culturale e il suo biglietto da visita è White Carrara, giunta quest’anno alla nona edizione. Il “cantiere creativo” ha aperto nei giorni scorsi nel centro storico, dove fino al 28 settembre ovunque giri c’è qualcosa da vedere che non ti aspetti. Il tema è “Design Here and Now”.

L’idea è semplice e geniale: prendere il marmo più bello del mondo e farlo lavorare dai designer più bravi del mondo, per inventare cose nuove, contemporanee. Così ti ritrovi Karim Rashid - quello che ha disegnato mezzo mondo moderno, 4.000 progetti e 400 premi - che viene a Carrara a inaugurare personalmente l’evento. Con lui Ross Lovegrove, il designer inglese che fa sembrare i suoi oggetti nati per caso in un bosco alieno. E Jean-Michel Wilmotte, l’architetto francese che quando tocca qualcosa diventa automaticamente elegante.
White Carrara ha anche mescolato i grandi nomi con i giovani talenti - come Kickie Chudikova, che da Bratislava via New York sperimenta come far dialogare tradizione e tecnologia - e soprattutto con i locali. I designer italiani non sono da meno: Elena Salmistraro con la sua ricerca poetica sui materiali, Giulio Iacchetti (due Compassi d’Oro), Massimo Giacon che ha disegnato per Alessi. E poi una schiera di talenti toscani che hanno scelto Carrara come base operativa.

Spazio anche alle arti visive e alla sperimentazione: il mudaC │museo delle arti Carrara ospita la mostra di Vincenzo Marsiglia “Stars and Dust”, esplorando le frontiere della mixed reality e dell’intelligenza artificiale nell’arte contemporanea. Nella project room Gianluca Sgherri mette in mostra “Uninverso”, installazione che decostruisce le percezioni spaziali attraverso un labirinto dinamico e immersivo.
Prosegue intanto al CARMI, il museo dedicato a Carrara e Michelangelo, la mostra “Per forza di levare” con 80 fotografie storiche degli Archivi Alinari che raccontano come i grandi fotografi dell’Ottocento abbiano affrontato la sfida di catturare la tridimensionalità del marmo nella bidimensionalità della foto.

“Questi eventi dimostrano che Carrara non è più solo la città del marmo che tutti conoscono, ma un laboratorio culturale dove tradizione e contemporaneità si incontrano creando qualcosa di completamente nuovo - dice l’assessora alla Cultura del Comune, Gea Dazzi -. È questa la nostra scommessa sul futuro. Non basta avere un patrimonio straordinario. Bisogna saperlo reinventare. Farlo vivere Trasformarlo da museo di sé stesso in palcoscenico del futuro”.
Non solo spiaggia quindi, ma una città meravigliosa, da scoprire con lentezza.