Fai, la classifica dei Luoghi del Cuore: il più votato di ciascuna regione

Quali sono, dove si trovano, qual è la loro storia. Il tradizionale concorso per sostenere progetti di recupero nelle perle nascoste d’Italia

di LAURA DE BENEDETTI
12 giugno 2025
Faro di Mangiabarche, Calasetta (SU), foto Giuseppe Sanna,2025 Fai

Faro di Mangiabarche, Calasetta (SU), foto Giuseppe Sanna,2025 Fai

I Luogi del Cuore più votati in Italia da cittadini e comitati tra i beni del Fai che necessitano di ‘protezione’ e recupero, sono 10, distribuiti in 8 regioni perché c’è chi ha scalato la top ten raccogliendo moltissime firme in due diverse comunità.

È il caso di Piemonte, che svetta col Santuario Nostra Signora delle Grazie a Nizza Monferrato, in provincia di Asti, e che ha anche piazzato in nona posizione la chiesa di San Giacomo della Vittoria, ad Alessandria; ed anche della Sicilia (che tra l'altro, quest'anno vanta il titolo di Regione europea della Gastronomia), con l’Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, a Santo Stefano Quisquina, in quinta posizione, e col Parco regionale di Cava Ispica, a Modica in provincia di Ragusa, in sesta.

Ma il Fai ha stilato anche una graduatoria dei luoghi del cuore più votati per ciascuna regione (escluso solo il Molise che non ha raggiunto il tetto del quorum). Oltre alle 8 regioni già evidenziate, dunque, perché già rientrano nella superclassifica dei 10 Luoghi del cuore Fai più votati, (Piemonte, Puglia, Liguria, sul podio, Veneto, Sicilia, Lombardia, Basilicata, Campania), restano dunque altre 11 regioni che si sono distinte per il numero di preferenze ottenute a sostegno dei progetti di recupero dei loro ‘Luoghi del cuore’.

Ecco dunque quali sono, dove si trovano, qual è la loro storia attraverso i secoli e quale si vorrebbe fossero il loro futuro, a beneficio della comunità. 

Grotta del Cervo - Riserva naturale di Pietrasecca, Carsoli, in Abruzzo 7.039 voti

Grotta del cervo_Foto Katia Camplone FAI
Grotta del cervo, Foto Katia Camplone FAI

Il concrezionamento, cioè il processo di formazione di stalattiti e stalagmiti, della Grotta del Cervo a Pietrasecca di Carsoli, in provincia de L’Aquila, è iniziato circa 850.000 anni fa, ma la cavità fu scoperta solo nel 1984. Era però certamente frequentata in epoca antica, perché al suo interno sono state rivenute ossa di cervo pleistocenico, ma anche monete romane del IV-V secolo. Nel 2024 la grotta, che si estende per 2.500 metri, con un dislivello di 70 metri, ha festeggiato il 40° anniversario della scoperta fatta da 14 speleologi romani, chiamati I 14 dell’Ovito. Visitabile tutto l'anno, la grotta offre tre percorsi (facile, allagato e speleologico), con attrezzatura fornita ai visitatori e guide ambientali, che permettono di scoprire le concrezioni candide, di varia forma e struttura. Gli Amici della Grotta del Cervo, gruppo spontaneo nato in occasione de “I Luoghi del Cuore”, hanno partecipato al censimento con l’auspicio di rendere il luogo sempre più noto e valorizzato, con un sistema di illuminazione e infrastrutture per proteggere il pavimento fossile e migliorare l’accessibilità. La grotta fa parte della Riserva Naturale Speciale Grotte di Pietrasecca, istituita nel 1992, un importante Sito di Interesse Comunitario: i monti che ospitano la Riserva rappresentano infatti una delle più interessanti ossature carbonatiche dell'Appennino centrale, particolarmente ricchi di fenomeni carsici.

Percorso dei Mulini di Amato, in Calabria 6.418 voti

Il Percorso dei Mulini è un’area naturalistica che attraversa il borgo di Amato, in provincia di Catanzaro, testimonianza della tradizione molitoria che ha caratterizzato il luogo nei secoli passati: camminando lungo il sentiero, che percorre in costa un versante scosceso, si incrociano infatti diversi ruderi di antichi mulini. Tra i meglio conservati vi è il “mulino di Caligiuri” chiamato anche “mulino dei Greci”, il cui nome rimanda all’insediamento di un gruppo di Albanesi avvenuto nel XV secolo, impropriamente chiamati “Greci” dagli abitanti locali. La struttura ha funzionato fino alla metà del XX secolo come mulino più importante della zona, punto di incontro delle esigenze degli abitanti. Alla storia centenaria di questo luogo si affianca anche la natura, elemento centrale del Percorso dei Mulini di Amato: essenze naturali e specie animali interagiscono tra loro in un ambiente connotato dalla presenza del torrente di fondovalle, la cui acqua veniva sfruttata dai mulini. A lungo in abbandono, l’area ha conosciuto una recente rinascita grazie all’iniziativa di un ex studente di Liceo Scientifico il quale, grazie alla partecipazione a un progetto scolastico proprio del Fai e al coinvolgimento della popolazione e delle istituzioni locali, ha indotto per la protezione di quest’area di notevole valenza ambientale una grande mobilitazione, che ha tra l’altro portato alla riqualificazione di alcuni percorsi. La “Pro Loco Amato aps.” si è attivata al censimento de “I Luoghi del Cuore” per promuovere ulteriormente la valorizzazione culturale dell’area, ampliando la rete dei sentieri e realizzando una cartellonistica che possa essere utile a chi viene a scoprirla.

Santuario Mariano della Madonna del Pino, Cervia in Emilia Romagna 22.767 voti

Si presenta con una facciata tardo romanica, decorata da un portale in sasso d'Istria, dono della Comunità di Cervia, in provincia di Ravenna, nel 1557. L'interno, a navata unica con capriate scoperte, termina con una piccola abside. Sul fianco destro della chiesa si trova la Cappella della Vergine. Il santuario conserva al suo interno un dipinto della Madonna del Pino, una xilografia successiva all'originale, e una Madonna con Bambino secentesca, ispirata a un'icona bizantina. Tra gli affreschi, spiccano una Madonna in trono con Bambino e un San Rocco, entrambi risalenti ai primi del Cinquecento. Fondato nel 1445 da Fra Girolamo Lambertini, il santuario, che secondo la tradizione proteggeva la città dai disastri sismici, è stato danneggiato gravemente dall’alluvione del maggio 2023 e da una tromba d'aria nel luglio dello stesso anno, risultando attualmente inagibile. Il comitato “Amici della Madonna del Pino”, insieme ai volontari del gruppo FAI di Cervia, ha promosso la raccolta voti al censimento per sensibilizzare sulla necessità di interventi urgenti di ripristino per preservare e rendere nuovamente accessibile questo importante luogo di culto.

Chiesa di San Martino, Socchieve, 3.006 voti in Friuli Venezia Giulia

La Chiesa di San Martino a Socchieve, in provincia di Udine, monumento nazionale, sorge su una piccola altura al centro del borgo friulano. Le indagini più recenti hanno rivelato la presenza di strutture precedenti, forse risalenti al VII secolo. L’attuale impianto fu ampliato tra il XIV e il XV secolo, con l’aggiunta del quadriportico e del campaniletto a vela. All’interno si conservano lacerti di affreschi romanici del XIII secolo, tra cui un raro Cristo in mandorla con i simboli degli Evangelisti. Di straordinaria importanza è il ciclo pittorico di Gian Francesco da Tolmezzo, uno dei principali esponenti della scuola friulana rinascimentale, originario proprio di Socchieve. La decorazione copre la volta del coro e le pareti con scene evangeliche, santi, apostoli e sante martiri. La pala d’altare, lasciata incompiuta dal pittore e completata da autore ignoto, raffigura San Martino, San Sebastiano e San Rocco. Nonostante i recenti restauri, l’edificio necessita di ulteriori interventi per garantire la conservazione del ciclo pittorico e del patrimonio architettonico. I voti sono stati raccolti con il supporto dei volontari FAI di Udine.

Laghetto del Parco degli Acquedotti, Roma, nel Lazio 17251 voti

Laghetto del Parco degli acquedotti, Roma (Foto Giovanni Formosa FAI)
Laghetto del Parco degli acquedotti, Roma (Foto Giovanni Formosa FAI)

Il Laghetto del Parco degli Acquedotti è uno dei polmoni verdi del quadrante sud-est della città di Roma, che si estende per circa 240 ettari e dal 1988 fa parte del Parco Regionale Suburbano dell’Appia Antica. È un vero e proprio snodo della rete idrica dell’antica Roma, con gli imponenti resti di sei degli undici acquedotti che resero celebre la città: Anio Vetus, Marcia, Tepula, Iulia, Claudio e Anio Novus, cui si aggiunge l’acquedotto Felice, ancora in uso per l'irrigazione. Ai margini del condotto di quest’ultimo, una diramazione alimenta un laghetto, che ha permesso a flora e fauna di proliferare, ma che negli ultimi anni si è molto impoverito. Il comitato “Retake Roma Parco degli Acquedotti”, che tiene alta l’attenzione sulla necessità di attuare una tutela costante di quest’area connotata da un eccezionale paesaggio storico, ha partecipato al censimento “I Luoghi del Cuore” 2024 con un’attenzione particolare all’area del laghetto, il cui sistema idrico andrebbe recuperato appieno, a partire dalla presa d’acqua dell’acquedotto Felice fino all’emissione in un torrente. I volontari del FaivRoma hanno sostenuto questo luogo al censimento.

Traghetto di Leonardo da Vinci, Imbersago, Lombardia 31.490 voti

Traghetto Leonardo da Vinci, Imbersago (LC)_Foto Roberto Morelli
Traghetto Leonardo da Vinci, Imbersago (LC)_Foto Roberto Morelli

Simbolo di Imbersago, nel Lecchese, il "Traghetto di Leonardo da Vinci" ha storicamente prestato servizio come importante collegamento tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia fino alla fine del XVIII secolo. Sulla base di un disegno datato 1513 e incluso nel Codice Windsor, si ipotizza che Leonardo abbia progettato o perfezionato l’infrastruttura durante il suo soggiorno nella vicina Vaprio d'Adda, tra il 1506 e il 1507. Il sistema funziona grazie a un cavo teso tra le due sponde, sfruttando la corrente del fiume per il movimento, senza quindi la necessità di un motore. Questo traghetto ha rappresentato per secoli un mezzo vitale per il trasporto di merci e persone e continua a operare oggi in prevalenza per la fruizione turistica e per le scolaresche, offrendo attraversamenti in un contesto naturale di straordinaria bellezza. E' stata l’amministrazione comunale, in collaborazione con i volontari Fai Alta Brianza, ha scelto di candidare il traghetto al censimento “I Luoghi del Cuore”, sia perché quello di Imbersago pare essere l’unico esemplare funzionante al mondo, sia per la necessità di trovare volontari che possano mantenerlo in funzione: lo stesso Sindaco, per non vederlo inattivo, ha preso l’apposito brevetto. Ha ottneuto 31.490 voti. 

Nidastore, Arcevia nelle Marche 11153 voti

Nidastore, foto Katia Kamplone 2025 Fai
Nidastore, foto Katia Kamplone 2025 Fai

Nidastore è il più settentrionale dei nove castelli di Arcevia, in provincia di Ancona, nella valle del fiume Nevola, ai confini con il territorio pesarese. Ognuno di essi è di fatto un piccolo borgo, con caratteri distintivi che si sono mantenuti fino a oggi. Abitato di forma allungata, Nidastore deve il suo nome agli astori, i falchi usati per la caccia nel Medioevo e la sua fondazione dovrebbe infatti risalire agli inizi del Duecento. Il borgo sorge in un territorio paesaggisticamente quasi intatto e la sua struttura attuale risale ai rifacimenti della seconda metà del ‘400. La cinta muraria, su cui poggiano le abitazioni e alcuni palazzi con portali cinquecenteschi e seicenteschi, è ben conservata. La chiesa di San Sebastiano, cuore religioso del “castello”, custodisce una Crocifissione cinquecentesca. Per promuovere le sue peculiarità è stato votato al censimento dal comitato “Nidastore”.

Faro di Mangiabarche, Calasetta in Sardegna 13.141 

Faro di Mangiabarche, Calasetta (SU), foto Giuseppe Sanna,2025 Fai
Faro di Mangiabarche, Calasetta (SU), foto Giuseppe Sanna,2025 Fai

Il Faro di Mangiabarche, costruito nel 1935 su una secca rocciosa al largo della costa occidentale di Sant’Antioco, è nato per segnalare uno dei tratti più pericolosi per la navigazione nel Sud Sardegna, la provincia di riferimentro, come indicato dal nome: mangiabarche. Circondato da acque cristalline e tonalità che vanno dal verde al turchese, oltre a garantire la sicurezza marittima il faro è diventato un simbolo identitario per la comunità di Calasetta e un luogo iconico per i turisti. Inserito qualche anno fa dalla rivista Sette tra i fari più suggestivi al mondo, è oggi in pericolo: l’erosione e le violente mareggiate invernali ne minacciano la stabilità, mettendo a rischio la sua stessa esistenza. A fronte di questa situazione, il Comitato “Area Mangiabarche di Calasetta” si è attivato per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuoverne la salvaguardia, chiedendo, anche attraverso la partecipazione al censimento del FAI, interventi strutturali urgenti e una più ampia valorizzazione dell’intera area. Il progetto punta a coniugare tutela paesaggistica e rilancio turistico, trasformando il faro in un volano per lo sviluppo sostenibile del territorio. Per la Sardegna è un anno d’oro: è risultata prima assoluta tra le spiagge più belle al mondo nella classifica 50 world’s best beaches 2025.

Chiesa e Chiostro di San Giovanni Fuorcivitas, Pistoia, in Toscana 17.694 voti 

Tra le vie del centro storico, stretta tra altri edifici, spicca la muratura bicroma della Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas, a Pistoia, che deve il nome alla sua posizione originaria, al di fuori della prima cerchia muraria altomedievale, e che per le sue raffinate decorazioni si annovera tra i monumenti più significativi del romanico pistoiese. L’edificio, sorto su preesistenze longobarde, fu iniziato nella veste attuale a metà del XII secolo; continuato nel XIII secolo, fu completato con l’abside trecentesca da maestri comacini. La chiesa è riconoscibile soprattutto per il lato nord, considerato la sua vera facciata, in marmo bianco e serpentino di Prato. Il portale centrale ha un architrave scolpito dal maestro Gruamonte, attivo a Pistoia nella seconda metà del XII secolo. All’interno, la chiesa fu arricchita con opere di alcuni tra i maggiori artisti del tempo: nel 1270 Fra' Guglielmo da Pisa (seguace di Nicola Pisano) terminò l'elaborato pulpito, scolpito con le Storie di Cristo e della Vergine; Giovanni Pisano è ritenuto l’autore dell’acquasantiera marmorea e Taddeo Gaddi dipinse il polittico con la Madonna in trono tra i Santi (1353-55). Di grande rilievo anche l’opera di Luca della Robbia, autore del gruppo in terracotta invetriata raffigurante la Visitazione, considerata il primo esempio a tutto tondo in questo materiale (1445). Completa il complesso un chiostro in pietra e cotto, arricchito da maioliche. La partecipazione alla dodicesima edizione del censimento “I Luoghi del Cuore” è stata promossa dal Comitato “Chiese aperte – we have a dream”, che vuole richiamare l’attenzione sulla fragilità della struttura, gravemente minacciata dal degrado del tetto e del chiostro.

Chiesa della Santissima Trinità, a Rovereto, in Trentino Alto Adige 4.925 voti

Menzionata per la prima volta nel XIII secolo, la Chiesa della Santissima Trinità assume l’aspetto odierno grazie a una ricostruzione avvenuta nel 1729, voluta dal cessato Comune di Borgo Sacco e dalla famiglia Fedrigotti. L’edificio fu inizialmente affidato alla Confraternita della Carità e nel 1801 venne ceduto alla famiglia Fedrigotti, per tornare poi sotto la gestione del Comune di Rovereto e della comunità di Borgo Sacco nel 1965. L'interno è caratterizzato da una navata unica, senza divisioni dal presbiterio, e da una volta affrescata con scene sacre, ornata da decorazioni fitomorfe e geometriche. La Cappella della Beata Vergine di Caravaggio, costruita sul modello di quella dell'Annunziata della chiesa parrocchiale, è situata nella parte occidentale ed è affiancata da un campanile a base quadrata. La sua decorazione fu commissionata all'artista Antonio Gresta, mentre quella della volta e di parte della navata è opera di Gasparantonio Baroni Cavalcabò; la controfacciata e parte del soffitto sono invece stati affrescati da Domenico Udine. Il Comitato “Amici della Chiesa SS. Trinità di Rovereto” si è impegnato a preservare la memoria del luogo, con il supporto dei volontari del Gruppo FAI di Rovereto e Vallagarina, che ha sostenuto la candidatura di questo importante sito alla dodicesima edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”.

Parco Regina Margherita, Assisi in Umbria 6.615 voti 

Il Parco Regina Margherita ad Assisi, in provincia di Perugia, si estende su una superficie di circa 10.000 metri quadrati. L'area ha una forma triangolare con la base parallela alla via Umberto I e il vertice in direzione nord, verso il Monte Subasio; è in gran parte in pendenza, caratterizzata da un denso bosco di lecci, a esclusione di due terrazzamenti in prossimità del vertice del triangolo. Il Parco, inaugurato nel 1909 e intitolato a Margherita di Savoia, moglie del re Umberto I, riflette lo stile neoclassico dell’epoca, con elementi architettonici che richiamano la nobiltà e la regalità. I viali, ombreggiati da alberi secolari, sono ornati da fontane e statue. In loco si trovano ampie aiuole fiorite e un laghetto, che ospita diverse specie di uccelli acquatici. Il sentiero più agevole è quello che conduce all'area del teatro all'aperto, il luogo più rappresentativo del sito, disegnato dall’architetto Alfonso Brizi (1835-1920). Oltre a essere luogo di svago, il Parco sta diventando sempre più un simbolo di identità culturale per gli abitanti di Assisi, ospitando eventi e manifestazioni. Proprio per incentivare e valorizzare questa nuova funzione pubblica, il luogo ha scalato la classifica del dodicesimo censimento “I Luoghi del Cuore”, anche grazie al supporto dei volontari del Gruppo FAI di Assisi che hanno attivato un’ampia rete di raccolta voti coinvolgendo le scuole locali. In alcuni istituti scolastici sono stati i ragazzi a impegnarsi, attraverso un progetto speciale, nella cura di questo storico parco della città e nella raccolta voti.

Vallone delle Cime Bianche, Ayas in Val d’Aosta 5.191 voti

Vallone di Cime bianche, Ayas (Ao) (I Luoghi del Cuore Fai)
Vallone di Cime bianche, Ayas (Ao) (I Luoghi del Cuore Fai)

Questa vasta area è l’ultima rimasta nella regione senza piste da sci, impianti di risalita o altre strutture invasive. Al suo apice si trovano le tre Cime Bianche, resti di antiche barriere coralline di un mare tropicale. Il vallone ospita una notevole biodiversità, favorita dall’assenza di interventi umani permanenti e da una morfologia ricca di risorse idriche come torrenti, laghi e zone umide. Il luogo è anche sede di storici siti di estrazione della pietra ollare e cottura della calce. Parte della rete Natura 2000, una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione Europea istituita per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario, è considerato un simbolo di conservazione ambientale. Nonostante questo, dal 2015 sono stati proposti progetti funiviari che minacciano di comprometterne l’integrità naturale, con impatti sulle aree protette. Il Vallone delle Cime Bianche è il “Luogo del Cuore” del Comitato “Insieme per Cime Bianche”, nato nel 2023 per difenderlo dalla costruzione di un impianto funiviario che rischierebbe di danneggiarne in modo irreversibile l'aspetto e il valore ambientale, che si è impegnato nella raccolta voti in occasione della dodicesima edizione del censimento del FAI.