
In seguito alle restrizioni dovute alla recente pandemia di COVID-19, sono molte le città europee che hanno deciso di rivalutare la presenza delle navi da crociera nei loro porti. Considerate le conseguenze sociali, economiche e ambientali, le località costiere non solo stanno applicando regole sempre più restrittive, molte hanno addirittura deciso di vietare ai giganti del mare di gettare le ancore su loro fondali.
Le principali motivazioni
L’esempio di Venezia

Venezia, Canal Grande
Un tempo le grandi navi da crociera transitavano liberamente nel canale della Giudecca, che conduce niente meno che in Piazza San Marco. Lo stop è arrivato nel 2021 con il divieto che ha impedito alle imbarcazioni di questo tipo di attraccare nel centro storico. Le motivazioni sono lampanti e, a sostegno della restrizione si è esposto anche l’UNESCO, minacciando di inserire la città tra i luoghi a rischio di estinzione nel caso in cui non fosse stato applicato il divieto. Come sottolineato dall’Onu, oltre a inquinare, le grandi navi contribuiscono all’erosione delle fondamenta della città. Una decisione che arriva anche in seguito all’incidente del 2019, che ha visto una nave da crociera schiantarsi contro un battello, ferendo cinque persone, e che stabilisce che le navi più grandi saranno dirottate nel vicino porto industriale di Marghera. Grande vittoria per la città, successo parziale per gli ambientalisti e il pianeta.
Le altre città europee

Marsiglia
Sulla sica della Serenissima, anche altre città europee stanno pianificando limitazioni alle navi da crociera. Prime tra tutte Barcellona, che punta a dimezzare gli sbarchi e la conseguente invasione di croceristi in città, che sfiorano i 200.000 al mese durante l’alta stagione. Le motivazioni sono quelle anticipate e a preoccupare è soprattutto l’inquinamento. Secondo uno studio risalente allo scorso anno, condotto da Transport & Environment, la capitale catalana è il peggior porto crocieristico per inquinamento atmosferico in Europa.
Dello stesso avviso è l’amministrazione di Marsiglia. Qu il traffico marittimo delle crociere e delle grandi navi rappresenta la gran parte dell’inquinamento atmosferico. Soprattutto dopo che la popolazione ha sperimentato un periodo di libertà da questa industria turistica così invasiva, la città si è espressa contro il settore inasprendo le restrizioni. Dello stesso avviso Amsterdam, Santorini e Dubrovnik, che hanno intensificato i limiti imposti alle compagnie di crociera.
I porti nel mondo

Monterey Bay, California
Il vento del cambiamento non spira solo in Europa. Anche al di fuori del vecchio continente il sentimento comune è di non voler tornare alla situazione pre pandemia in fatto di traffico marittimo. Un esempio è la decisione di Monterey Bay, in California, che ha deciso di ostacolare l’arrivo delle navi da crociera. Non avendo l’autorità di porre un vero e proprio divieto, l’amministrazione ha optato per rimuovere il servizio di atterraggio dei passeggeri, un presa di posizione che comporta un disagio non indifferente agli operatori, che si vedrebbero costretti ad assumere più personale.
Restrizioni anche a Bar Harbor, nel Maine, dove è stato imposto un limite massimo di turisti ai quali è concesso sbarcare dalle navi. Una decisione presa a furor di popolo, dal momento che è stata proprio la popolazione locale a presentare una petizione contro il traffico crocieristico. A partire dal 2024, potranno attraccare al porto solo 1.000 passeggeri e membri dell’equipaggio al giorno.