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Natale di Roma: il Tempio del Divo Romolo, l’equivoco dietro al nome

18 aprile 2023
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Il 21 aprile cade il  Natale di Roma e fra i monumenti più visitati troviamo il Tempio del Divo Romolo, il cui nome porta a pensare sia dedicato appunto al leggendario fondatore della città. La realtà invece è diversa, e come spesso accade in questi casi, non è certa. L'unica cosa sicura è l'ubicazione: la struttura si trova nell'area archeologica del Foro Romano, alle spalle della Basilica di Massenzio, e sulla Sacra via summa, una delle strade più importanti della Roma Imperiale.

La storia

L'edificio originariamente costituiva l'ingresso del Tempio della Pace, fatto erigere dall'imperatore Vespasiano per celebrare la vittoria di Gerusalemme del 70 d.C., la cui costruzione è terminata cinque anni più tardi. Secondo Plinio il Vecchio, era uno dei monumenti più belli del mondo, e osservando i lasciti di Vespasiano, Anfiteatro Flavio su tutti, non stentiamo a crederci. Al suo interno infatti, l'imperatore fece conservare i tesori sottratti durante l'assedio della capitale ebraica. Poco più di due secoli dopo, probabilmente nel 309 d.C., Massenzio ordinò un lavoro di restauro, e più avanti vedremo il perché. Le decorazioni esterne, concentrate soprattutto nella zona del portale che ancora oggi si possono notare, risalgono proprio a quel periodo. Poco dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, il re ostrogoto Teodorico unì una sala del Tempio della Pace con il Tempio di Romolo per creare una basilica dedicata ai santi Cosma e Damiano. Questo fu l'ultimo intervento strutturale che l'edificio ha subito.

L'equivoco dietro al nome

Poche righe fa, abbiamo citato Massenzio, l'imperatore romano conosciuto per aver fatto costruire l'omonima basilica e soprattutto per aver perso contro Costantino il Grande nella famosissima Battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C., dove trovò anche la morte. Il ruolo di Massenzio è importante per il Tempio di Romolo perché l'equivoco nasce a causa sua. Egli infatti, restaurò l'edificio per dedicarlo al figlio prematuramente scomparso, chiamato per l'appunto Valerio Romolo. Il giovane morì probabilmente affogando nel Tevere, e il padre lo divinizzò (da qui la dicitura "Divo"), omaggiandolo restaurando l'edificio. Ironicamente, i lavori finirono sotto Costantino, rivale e giustiziere di Massenzio. Questa però è solo una delle possibilità. Alcuni storici ipotizzano che il tempio attuale sia stata una ristrutturazione di un mausoleo risalente ai tempi di Romolo, che il fondatore secondo la leggenda, fece erigere in onore a Giove Statore, precisamente nel luogo in cui i romani resistettero all'attacco dei sabini dopo il celebre Ratto. Almeno in questo caso, il Romolo al quale tutti pensano quando visitano il monumento, ha un ruolo.

L'edificio

romoloLa struttura salta subito all'occhio, non tanto per le dimensioni, quanto per la particolare cupola di colore azzurro, modernizzata con un lanternino non presente in epoca romana. Il tempio è costruito interamente in mattoni, inizialmente ricoperti da lastre di marmo andate perdute durante il Medioevo. La particolarità architettonica più significativa riguarda la porta bronzea dell'ingresso. Essa infatti, è una delle pochissime che conserva tutt'oggi il meccanismo di apertura e chiusura originale. Le decorazioni sul portale sono ancora in un discreto stato di conservazione, così come le colonne di porfido rosso attorno ad esso, impreziosite da capitelli corinzi in marmo bianco. Internamente sono presenti alcuni affreschi risalenti alla conversione ad opera degli Ostrogoti.

Gli scavi del XIX secolo

La Sacra via summa che corre adiacente al Tempio, è stata ricostruita da Nerone dopo l'incendio del 64, diventando così a due livelli. Quello superficiale fu però scambiato per un rivestimento installato in età medievale e per questo rimosso quasi totalmente durante gli scavi archeologici del XIX secolo. Anche diverse costruzioni furono deturpate per lo stesso motivo, come la Basilica di Massenzio, l'arco di Tito e appunto il Tempio del Divo Romolo. Una parte della struttura infatti, ha le fondamenta scoperte. Se da una parte è stato un gravissimo errore di valutazione, dall'altra ciò ha permesso di farci vedere come costruivano le basi degli edifici in epoca augustea. Il Tempio del Divo Romolo oggi è aperto e interamente visitabile.