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Il Principato del Liechtenstein e il sentiero delle leggende

di GRAZIELLA LEPORATI -
11 giugno 2022
Castello di Vaduz

Castello di Vaduz

Adagiato sulla Valle del Reno e incorniciato dalle Alpi svizzere e austriache, il Liechtenstein (il quarto Stato più piccolo d’Europa) offre paesaggi che ricordano le favole di Andersen, con le sue vallate verdeggianti e i paesini che punteggiano le montagne. Paradiso fiscale con una tassazione che spazia dal 4 all’8%, nel principato tutto scorre liscio, senza particolari problemi per una popolazione i cui stipendi medi si aggirano sui sei-ottomila franchi al mese. Nel Duecento, i conti di Werdenberg costruirono il castello attorno al quale si è andato sviluppando il borgo che poi diventerà la capitale Vaduz. Il Castello di Vaduz dal 1712 è la residenza ufficiale dei principi del Liechtenstein (tra il 1905 e il 1920 è stato ristrutturato e ampliato). Non è aperto al pubblico in quanto abitato dal principe e dalla sua famiglia, proprietari di banche e vigneti, ma la sua silhouette che si staglia davanti alte montagne che lo circondano merita di essere immortalata in uno shooting fotografico. La capitale Vaduz, piccola e a misura d’uomo, è la sede degli uffici amministrativi del principato, del parlamento e della residenza del principe. Abitata già in epoca preistorica, come dimostrano i numerosi reperti archeologici ritrovati sul suo territorio, Vaduz è diventata, in epoca romana, un punto di passaggio fondamentale verso le regioni germaniche.. Il centro cittadino è delimitato da due vie contigue, Städtle e Äulestrasse, che racchiudono tutte le principali attrazioni turistiche di Vaduz, fra cui una scultura di Botero. La Staatliche Kunstsammlung è il museo nazionale d’arte moderna e contemporanea che custodisce le ricche collezioni d’arte acquistate dai principi del Liechtenstein oltre a ospitare, nella sua struttura moderna e futuristica, interessanti mostre temporanee. L’edificio, inaugurato nel 2000 su progetto degli architetti svizzeri Morger, Degelo e Kerez, somiglia a una scatola nera di cemento, basalto e ciottoli di fiume che rimandano al paesaggio della Valle del Reno. All’interno, come in un sistema di scatole cinesi, si trova un cubo bianco attorno al quale sono disposti tutti gli spazi espositivi. Molto interessante anche il Museo del francobollo che custodisce oltre 300 esemplari dei preziosi francobolli del Paese emessi dal 1912 a oggi. Monete, armi e oggetti folcloristici sono esposti, invece, al Landesmuseum (Museo Nazionale) che propone anche una breve panoramica della storia del Liechtenstein. A un tiro di schioppo da Vaduz, abbarbicato sulla montagna si incontra Triesemberg, dove, dalla fine del XIII secolo, si è installata una piccola comunità walser, l’antica popolazione di origine germanica che vive sulle Alpi. I Walser si sono stanziati soprattutto in Svizzera: in Canton Vallese (che prende giusto da loro il nome Wallis) e anche in Ticino, a Bosco Gurin un micro-comune di una settantina di abitanti, il più alto del Cantone e unico di lingua tedesca. Ma nei loro spostamenti sono arrivati anche in Italia, Austria e Francia. Triesemberg è il comune walser del Liechtenstein. Fa parte dei borghi più belli della Svizzera e si presenta con la tipica architettura con le antiche e caratteristiche case in legno e in pietra. Nel paese c’è anche un museo dedicato alla loro cultura: il Walser Heimatmuseum. Ma ancor più interessante e curioso è il WalserSagenWeg (Sentiero delle Leggende), un percorso panoramico che si snoda all’interno del caratteristico. Il WalserSagenWeg si sviluppa in tre tappe per un totale di 11,8 chilometri per un dislivello di 420 metri e conduce in giro per il comune passando da bellissimi punti di osservazione sulla Valle del Reno e sulle montagne circostanti. Vuole anche presentare la cultura e le storie di questa popolazione; lungo il percorso ci sono 19 stazioni dove dei cartelli spiegano la storia della comunità walser di Triesenberg e sono collocate delle figure in legno che raccontano i personaggi delle leggende. Molto suggestiva la storia che viene raccontata alla prima tappa dove si incontrano gli spiriti della notte. Si dice che girassero per il paese e l’ultimo della fila rappresentava la persona che sarebbe morta nei giorni seguenti. Una notte un uomo li vide e poi raccontò alla moglie che l’ultimo della fila aveva le calze di colore diverso, una verde e una rossa. La moglie gli guardò i piedi e vide che il marito indossava calze spaiate. Due giorni dopo era defunto.