Le colline del Piemonte: panorami sinuosi patrimonio dell’umanità

L’Unesco ha riconosciuto a Langhe Roero e Monferrato il prestigioso riconoscimento ma la vera bellezza è nell’insieme

Monferrato

Monferrato

Certi spettacoli meritano occhi attenti. Perché in viaggio è come nella vita: contano il punto di vista, la prospettiva, l’angolazione. Ma conta ovviamente anche la strada che si vuole percorrere, filo d’Arianna che si distende, si attorciglia, segue i rilievi del terreno e, in Piemonte, rivela quello che i libri di geografia confermano: gli scorci e i paesaggi più fotogenici hanno spesso la forma dolce e morbida delle colline. Superbe, appena accennate o bombate come certi lievitati di pasticceria che arrivano sulla tavola nei giorni di festa. E ovunque, ricoperte da vigne e borghi, da boschi e castelli, dove le pagine di Storia incontrano il lavoro dell’uomo e dove madre natura ospita i più attenti cultori del turismo slow.

Langhe Roero e Monferrato  – La vanità sarà anche un vizio capitale, ma che questa porzione di Piemonte si meriti il riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità” attribuitogli dall’Unesco è pura evidenza: per la sorprendente convivenza tra spazi verdi, attività agricole e presenza umana. E per l’ammirevole capacità di valorizzare la cultura e l’arte contemporanea in luoghi tradizionalmente declinati alla viticoltura. Lo dimostrano le coloratissime “Panchine giganti” di Chris Bangle sparse in 18 località, i matitoni multicromatici dell’artista Aldo Divano tra i filari di Mombaruzzo e la cosiddetta Art Mapping (progetto della Regione Piemonte, con il sostegno di Compagnia di San Paolo, curato da Artissima che invita alla scoperta dell’arte contemporanea al di fuori dei percorsi artistici tradizionali) nella Chiesetta del Moscato e tra i filari di Barbera a Castelnuovo Calcea. Centri nevralgici del Piemonte collinare, due capitali della cultura gastronomica, Alba e Bra. E a fare da cornice, itinerari tematici per le famiglie, percorsi da esplorare in sella a una Vespa o a una e-bike e contrade dove il vino e la tavola vengono celebrati con memorabili feste popolari.

Canavese – Grandi boschi, laghi e laghetti come quelli di Candia Canavese e Viverone, un centro urbano – Ivrea - icona della cultura industriale del Belpaese. E per gli appassionati di escursioni, l’arco collinare dell’Alta Via dell’Antiteatro Morenico, da affrontare a piedi, in mountain bike o a cavallo. C’è la Francigena che da queste parti si distende per 50 km. E c’è il Circuito dei Castelli del Canavese, tra gli altri, quelli di Masino (bene Fai) e di Agliè, residenza sabauda famosa come set della fiction “Elisa di Rivombrosa”. Imperdibili la millenaria abbazia di Fruttuaria e l’anello di 4 km che compone il Sentiero dei vigneti di Carema.

Alto Novarese – Nove “città del vino” in una fascia collinare tra l’estremo sud del Lago Maggiore e le risaie. E un mondo rurale punteggiato da cascinali, borghi, castelli e centri urbani che onorano la viticoltura con nobili etichette (Ghemme Docg, Boca, Fara, Sizzano e Colline Novaresi). Chicca assoluta, il ricetto di Ghemme che è uno dei borghi fortificati meglio conservati del Piemonte e ospita un’interessante Biblioteca Internazionale dell’Acquavite e del Liquore. Tra i castelli, spiccano quello di Fara Novarese e quello di Briona, peraltro legato alle vicende di un personaggio che avrebbe ispirato al Manzoni la figura di Don Rodrigo nei “Promessi Sposi”.