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Storia e pesci volanti: Elba, l'isola dei tesori

di MICHELA BERTI -
1 agosto 2022
Procchio, marciana, Elba island, Italy.

Procchio, marciana, Elba island, Italy.

Il gommone molla l’ormeggio da Livorno, vento di maestrale, mare calmo. Velocità 28 nodi, rotta sud 180 gradi. È vacanza. Cinquanta miglia ci separano da Cavo, la località più a est della terza isola italiana: l’Elba. Una traversata con incontri speciali, delfini, pesci volanti, gabbiani. Se si è fortunati anche le maestose tartarughe ’Caretta caretta’ che si lasciano trasportare dalle correnti marine. Siamo nel cuore del Santuario dei Cetacei, un paradiso. Dopo due ore di mare, un’occhiata agli isolotti di Cerboli e Palmaiola, si arriva a Cavo, l’abitato più piccolo a nord dell’isola. Vegetazione rigogliosa che nasconde ville eleganti che dominano una grande spiaggia. Da Cavo a Porto Azzurro passando da Rio Marina lo sbocco a mare delle miniere. Abitato pittoresco, con le abitazioni che hanno mantenuto il colore rossiccio tipico della polvere di ferro. I tesori minerari dell’isola si possono ammirare nel Museo mineralogico elbano nel cuore della cittadina. Ma è a Porto Azzurro che la storia dell’isola fa da location al commercio e al turismo. È un brulicare di piccoli negozietti con prodotti tipici elbani, e le vetrine con le grandi griffe internazionali. Lasciamo Porto Azzurro per costeggiare, sempre in senso orario, la nostra perla toscana. Si passa Punta Nera, e la fattoria delle Ripalte - famosa per il suo vino profumato - per scorgere Punta della Calamita, ripida e rossastra con gli impianti ormai chiusi delle miniere, e si costeggia uno dei tratti più selvaggi e affascinanti dell’Elba. Nel cuore di Cala dell’Innamorata, dove gli splendidi yacht di lusso ormeggiano per un bagno nelle acque cristalline, si scorge Capoliveri che domina l’ampio Golfo Stella. Per raggiungere Capoliveri con l’auto si deve percorrere una strada piuttosto tortuosa, ma ne vale la pena. Capoliveri è un gioiello, non si può descrivere, va visitato. Posizione strategica scelta, non a caso, dagli Etruschi che proprio qui avevano fondato il loro villaggio. Dal Golfo Stella al Golfo di Lacona, fiore all’occhiello dell’Elba, solo poche miglia. E poi il borgo di Marina di Campo prima di scoprire il promontorio occidentale dell’isola, da Cavoli a Fetovaia - tra le spiagge più belle d’Europa - a punta Polveraia ammirando Pomonte e Chiessi. Poco più a nord, arriviamo a Marciana Marina, il diamante elbano, la località più modaiola, quella delle residenze vip e delle feste a tutte le ore. Qui nelle sere d’estate non cala mai il buio, e le luci del divertimento lasciano il posto all’alba in un cerchio magico di eventi e spettacoli. Golfo di Procchio, della Biodola e poi Capo d’Enfola prima di arrivare al capoluogo: Portoferraio. Una piccola capitale ricca di monumenti facilmente raggiungibile dal porto di Piombino. Fortezze, musei, roccaforti e giardini. Solo per questo scrigno di cultura, Portoferraio vale la pena. E poi la risalita in mare, da Bagnaia a Nisporto, località privilegiate per chi ama la natura e le escursioni. Perché l’Elba non è solo un gioiello del mare, ha un entroterra magnifico tagliato dalla strada provinciale e con un piccolo aeroporto turistico a La Pila che, negli ultimi anni, ha fatto la differenza per il turismo. Tra miti e leggende, tra natura e cultura, cibo e atmosfere suggestive l’isola d’Elba vale ben oltre la sua fama.

Napoleone e i luoghi dell’esilio

La storia dell’imperatore Napoleone si intreccia con l’isola d’Elba. È qui che, dopo la rovinosa battaglia di Lipsia e a seguito del trattato di Fontainebleau del 14 aprile 1814, Napoleone fu costretto ad abdicare e trascorrervi l’esilio. Per dieci mesi, dal 3 maggio del 1814 al 26 febbraio del 1815, l’imperatore ebbe sull’isola due residenze: villa dei Mulini e villa di San Martino. La prima si trova nel centro storico di Portoferraio, affacciata sulla scogliera che domina la spiaggia de Le Viste. Arredata con mobili stile impero, mostra agli appassionati di storia ancora la camera da letto, il salone di ricevimento, quello delle feste e soprattutto la biblioteca di Napoleone. Raccoglie numerosi volumi e riviste dal 1780 al 1813. La Villa fu donata da Napoleone al Comune di Portoferraio in cambio della chiave della città. Da ammirare il piccolo ma curatissimo giardino sul retro della villa, che si affaccia sul mare cristallino di Portoferraio. La villa di San Martino, nella periferia del capoluogo, è stata costruita dall’imperatore ampliando una casa rustica che già esisteva. La residenza si trova lungo la strada che, da Portoferraio, porta a Procchio. Era la residenza estiva dell’imperatore, con le sue otto stanze finemente arredate. Fu acquistata nel 1851 dal principe russo Anatolio Demidoff. Le due ville oggi sono diventate museo.

Sul desco domina sua maestà il pesce. Ma anche con i dolci non si scherza

È il pesce il ‘re’ della cucina elbana. Pesce fresco, portato direttamente sulla tavola dai pescatori che, ogni notte, calano le reti nelle splendide acque dell’Arcipelago. Anche all’Elba, la tradizione del cacciucco domina il menù. Cipolla soffritta nel vino bianco, pomodori pelati, e poi il pesce: polpo, gattuccio, seppie... olio, aglio prezzemolo e l’immancabile peperoncino. L’acqua calda amalgama i sapori e ammorbidisce il pane abbrustolito che giace sul piatto. A proposito di pane. Profuma di anice il tipico pane elbano di antichissima origine. Anche dolci non possono fare a meno di gustare la ’schiacciabriaca’, tipico dolce di questa splendida isola. La farina viene impastata con olio extravergine di oliva, zucchero e frutta secca (noci, pinoli, mandorle e uvetta), alkermes per conferire il caratteristico colore ed aroma. Tutto qui? No, perché la ’schiacciabriaca’ va gustata rigorosamente con l’ottimo Aleatico di Portoferraio, prodotto con le uve del vitigno che porta questo nome. Non solo di Aleatico però si vive all’Elba. Come non ricordare l’Ansonica che è uno dei più richiesti anche dai turisti. Sapore dal secco all’amabile, l’Ansonica accompagna crostacei, molluschi, ma anche risotto nero, tutti piatti che dominano la cucina dell’isola.