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I rifugi di design più belli in Italia

7 dicembre 2021
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I rifugi di montagna sono la destinazione perfetta per le piccole soste durante una giornata sulle piste da sci o nel corso di un’escursione, ma anche per un weekend da trascorrere immersi nella natura. Alcuni possono anche abbinare al panorama favoloso una struttura architettonica all’avanguardia. Scopriamo 5 tra i rifugi di design più belli in Italia.  

Rifugio Oberholz (Obereggen, Bolzano, Trentino Alto-Adige)

A 2.096 metri di altezza, alle pendici delle Dolomiti e nel territorio comunale di Obereggen, in provincia di Bolzano, si trova il rifugio Oberholz. La struttura è composta da una terrazza panoramica che offre una vista a 360 gradi sul territorio circostante e da tre casette in legno in cui si trovano un ristorante e delle zone relax per le soste degli sciatori. Le 3 diverse “verande”, in particolare, hanno una conformazione che si ispira quella delle tipiche abitazioni di montagna, in legno e con i tetti a spiovente. Sono state però ripensate e riprogettate con un design innovativo. Le facciate principali sono infatti totalmente realizzate in vetro e gli esterni sono ricoperti in legno di larice. Per la struttura portante e il rivestimento interno è stato invece scelto l’abete rosso. Anche l’arredamento delle singole salette ricalca le linee pulite ed essenziali dell’esterno e i pezzi di design sono quasi tutti realizzati in legno. Il rifugio Oberholz è nato dal progetto di due giovani architetti: Pavol Mikolajck, slovacco, e Peter Pichler, bolzanino, ceh è stato nominato “Giovane talento dell’architettura italiana” dal Consiglio Nazionale degli Architetti.   

Mi Chalet (Alta Badia, Bolzano, Trentino Alto Adige)

Questo rifugio, anch’esso nel cuore Dolomiti, è stato pensato e costruito per una coppia. Si tratta infatti di una villa extralusso di 130 metri quadri, realizzata con un tetto dalla forma arrotondata che ne è diventato il segno distintivo. L’eremo è dotato di ampio soggiorno panoramico, con una grande finestra che offre la vista sulle vette del Fanes, del Lavarella e del Santa Croce, e di una camera da letto provvista di vasca idromassaggio. In questo rifugio è anche possibile avere a disposizione – su richiesta – un autista, un cuoco e di prenotare dei massaggi e trattamenti per il corpo nella spa privata. Il Mi Chalet è stato progettato dall’architetto Karl Heinz Castlunger, realizzato il larice e abete rosso, ed è stato arredato da sua moglie, Antjesusann Heinz, decoratrice di interni. Ancora oggi la gestione della villa è affidata alla famiglia Heinz.   

Bivacco Ferrario (Grigna Meridionale, Lecco, Lombardia)

Dall’esterno assomiglia a una navicella spaziale, il Bivacco Ferrario, che si trova sulle Alpi lombarde, a 2.178 metri di altezza. Questo piccolo bunker è stato realizzato nel 1968 per volere della moglie di Bruno Ferrario, alpinista scomparso sul Pizzo Cassandra. Inizialmente doveva essere una cappella dedicata alla sua memoria, poi venne trasformato in un ricovero temporaneo per gli escursionisti. Progettato dall’architetto Mario Cereghini, venne costruito a valle e trasportato sulla cima dei monti in elicottero. Nel 2019 è stato rimesso a nuovo, dopo che al suo interno erano comparse scritte e incisioni. Gli esterni dell’igloo, così chiamato per la sua forma ottagonale, sono realizzati in alluminio, gli interni invece in legno di sughero. Il bivacco, di proprietà del Cai Milano, può ospitare fino a un massimo di 8 persone contemporaneamente.  

Rifugio La Marmotta (Val di Susa, Sauze d'Oulx, Piemonte)

A 2.420 metri d’altezza, in una delle zone sciistiche più belle del Piemonte (la Via Lattea), sorge il Rifugio la Marmotta. Deve il suo nome al fatto che il territorio circostante è abitato proprio da molte marmotte che è facile incontrare durante le escursioni estive. Il rifugio è realizzato da una base in pietra e una struttura che segue il pendio della montagna, costruita in legno e vetrate. I vetri offrono una vista panoramica sulla Val di Susa e i cieli stellati lontano dalle illuminazioni del centro abitato. Ma non solo: sono funzionali al progetto, che è stato pensato seguendo la politica ambientalista del basso consumo energetico. Grazie all’ottimo isolamento termico ricavato anche dalle vetrate (a triplo strato), si può infatti sfruttare il riscaldamento del sole e la ventilazione controllata puntando al recupero del calore.  

Bivacco Luca Pasqualetti (Aosta)

A ben 3.290 metri di altezza – arroccato sulla cresta del Morion, tra la Punta Gaia e la Becca Crevaye – sorge il bivacco Luca Pasqualetti. Vista la posizione, tutt’altro che comoda, è raggiungibile unicamente a piedi, con un’escursione che prevede salite, arrampicate e calate. Il luogo in cui si trova è soggetto a forti precipitazioni atmosferiche ed è per questo che il rifugio è stato concepito come una struttura isolata, di legno e acciaio, i cui interni possono restare riscaldati anche in caso di forte escursione termica. È, inoltre, realizzato a impatto ambientale zero: poggia su fondazioni non permanenti, è stato assemblato senza l’utilizzo di calcestruzzo con materiali interamente riciclabili ed è dotato di un pannello solare che lo rifornisce di energia. Affacciato sul paesaggio si trova il soggiorno; la zona notte – pensata per ospitare fino a un massimo di 8 persone – è collocata invece nella parte più interna. Il bivacco Luca Pasqualetti è stato realizzato nel 2018 per volere delle guide alpine locali, l’Espri Sarvadzo (letteralmente spirito selvaggio), con il sostegno della famiglia Pasqualetti, in onore del loro figlio, scomparso sulle alpi Apuane nel 2014.