Sicilia Regione Europea della Gastronomia 2025: il salame Igt di Sant’Angelo di Brolo e il Belvedere di Piraino
Prende il via dai due borghi medioevali del Messinese il Sicily Food Vibes che dal 30 maggio al 31 ottobre farà tappa, tra piatti tipici e vini doc, nei 20 comuni ‘selezionati’ per quest’anno speciale, tra litorale ed entroterra dell’isola

Piraino, la spiaggia, la torre, il belvedere con vista sulle isole Eolie
Venti eventi per scoprire territori ed eccellenze enogastronomiche rigorosamente made in Siclily. La Sicilia, che si fregia del titolo di Regione europea della Gastronomia 2025, dal 30 maggio al 31 ottobre, propone una serie di eventi ‘gustosi’ nei 20 comuni siciliani selezionati a rappresentare l’intera isola.
Un calendario fitto di appuntamenti che permetteranno sia ai numerosi turisti, che proprio dalla primavera all’autunno frequentano l’isola, sia a tutti i siciliani, di scoprire non solo storia e cultura ma anche il cibo made in Sicily, sinonimo di eccellenza in tutto il mondo, con show cooking che permetteranno di conoscere i metodi di preparazione delle pietanze e dei prodotti tipici più conosciuti.
Sicily food vibes, tutti gli eventi

La manifestazione, Sicily Food Vibes, prenderà il via da Piraino, comune del Messinese che, insieme al vicino Sant’Angelo di Brolo, si propone come un unico borgo medioevale che si snoda tra un mare dalle acque cristalline, e belvedere, torri, monasteri arroccati sulle montagne che lambiscono la costa, sentieri per trekking, prodotti tipici igp. Il calendario degli eventi “Sicily Food Vibes” si apre a fine maggio a Piraino, con tre giornate in programma il 30 e 31 maggio e il 1° giugno. Seguiranno gli appuntamenti di Castellammare del Golfo, previsti per il 7 e 8 giugno, e quelli di Nicosia, in programma il 20, 21 e 22 giugno. Chiude il mese l’evento ad Agrigento, fissato per il 27, 28 e 29 giugno. Nel mese di luglio il calendario prosegue a Piazza Armerina, presso Villa del Casale, il 5 e 6 luglio. A seguire, le tappe toccheranno Serradifalco il 12 e 13 luglio, Caltagirone il 18, 19 e 20 luglio, e Aci Bonaccorsi il 25, 26 e 27 luglio. Agosto si apre con l’evento a Scicli, in programma l’1, 2 e 3 del mese, e prosegue a Galati Mamertino dall’8 al 10 agosto. A fine mese è prevista la tappa di Gioiosa Marea, con eventi in programma il 29, 30 e 31 agosto. A settembre il calendario fa tappa a Modica, il 5, 6 e 7, per poi spostarsi a Gela il 12, 13 e 14. Nella seconda metà del mese saranno protagoniste Marzamemi, il 19, 20 e 21 settembre, e Mazara del Vallo, dove gli eventi si svolgeranno il 26, 27 e 28 settembre. Gli ultimi appuntamenti si concentrano nel mese di ottobre. Si comincia a Menfi, il 3, 4 e 5 ottobre, poi a Palazzolo Acreide il 10, 11 e 12 ottobre, per concludere a Belpasso il 17, 18 e 19 ottobre 2025.
Piraino, cosa vedere nel borgo medioevale

Piraino, si trova su un crinale tra i monti Nebrodi e le acque del Tirreno, conserva ancora oggi l’impianto urbano di epoca medievale, con strette vie lastricate, scalinate e scorci che si aprono verso il mare. Il centro storico, punteggiato da chiese, palazzi nobiliari e torri di avvistamento, rappresenta un patrimonio architettonico di rilievo, testimone delle diverse epoche storiche attraversate dal borgo. La prima cosa da non perdere è la Guardiola, conosciuta anche come Belvedere di Piraino. Si tratta di una terrazza panoramica con una vista spettacolare sul mare e sulle Isole Eolie all'orizzonte, tra i promontori di Capo d'Orlando e Capo Calavà.
I ‘culaturi’ per l’essicazione dei cadaveri
Fino al 1875, i defunti di Piraino venivano sepolti all'interno delle chiese del paese. Prima della sepoltura, i corpi venivano posti nei "colatoi" o "culaturi", dove si procedeva all'essiccazione. Nella Chiesa di Santa Caterina, è ancora visibile una botola in ferro che conduce al luogo dei "culaturi", e alcune lapidi sono incorporate nel pavimento. Anche le chiese di San Nicola e Sant'Antonio ospitavano sepolture. In particolare, sotto il pavimento in legno della Chiesa di Sant'Antonio, venivano sepolti coloro che erano morti per disgrazia senza aver ricevuto gli ultimi sacramenti. La Chiesa Madre, dedicata a Santa Maria, conteneva numerose sepolture, tra cui quelle degli arcipreti: l’ultimo luogo di sepoltura interno fu costruito dall'arciprete Antonio Maria Scalenza nel 1771, su autorizzazione di Don Vincenzo Denti e Colonna, e rimase in uso fino al 1830 circa. L'accesso, coperto nel 1933 per la costruzione dell'altare del Sacro Cuore, è stato riattivato alla fine del XX secolo con l'inserimento di una scala. Tuttavia, durante i lavori di rifacimento della pavimentazione negli anni Trenta, molte di queste sepolture furono spostate, e non si ha più traccia della tomba che Don Vincenzo Denti, primo duca di Piraino, aveva fatto costruire per sé e i suoi discendenti. Anche i monaci del Convento avevano il loro sepolcro. Dopo il 1860, con la proibizione delle sepolture all'interno degli edifici sacri, Piraino iniziò ad accogliere i defunti nel cimitero costruito accanto al convento di San Francesco. Per difficoltà economiche, anche il chiostro del complesso monastico divenne parte del cimitero per diversi anni, fino a un recente restauro che ha liberato le pareti del chiostro dai loculi.
Il Palazzo Ducale dei Denti
Il feudo di Piraino, già baronia nel Quattrocento con la famiglia Lancia, venne acquistato nella metà del Seicento da Don Vincenzo Denti, insignito primo Duca di Piraino dal Re di Spagna, per i servigi prestati, la cui famiglia governò per circa due secoli. Il Palazzo Ducale, residenza dei Duchi Denti di Piraino, era costituito da una corte d'ingresso, magazzini e locali di servizio al piano terra, e camere nobili al piano superiore. Abbandonato dopo l'emanazione della Costituzione siciliana del 1812, fu adibito a Caserma dei Carabinieri e, nel 1963, utilizzato come sede di scuola media. Oggi è di proprietà privata.
La Torre Saracena
Situata in cima al centro abitato di Piraino, la Torre Saracena, a pianta circolare, è priva di documenti che ne attestino l'origine "saracena" come suggerisce la tradizione popolare. Secondo gli studiosi Salvatore Mazzarella e Renato Zanca, la costruzione sembra essere coeva al paese, di impianto tardo medievale, appartenente fino alla metà del XVII secolo ai Lancia di Brolo. Si narra che fosse circondata da mura di cinta e che accanto ad essa sorgesse la chiesa di San Giovanni Battista, oggi scomparsa.
La Torre delle Ciavole o cornacchie

Situata su un promontorio roccioso a ridosso del Mar Tirreno, la Torre delle Ciavole deve il suo nome alle cornacchie, in dialetto "ciavuli", che un tempo vi trovavano rifugio. La costruzione, a pianta quadrangolare, è composta da due livelli comunicanti tramite una scala interna. Edificata probabilmente nei primi decenni del XVII secolo a scopo difensivo e di avvistamento, nel 1687, durante il Ducato dei Denti, fu torre di deputazione in funzione anti pirateria, posta sotto la soprintendenza del Principe di Castellazzo e Duca di Piraino, con armamento di artiglieria e tre soldati. Alla torre è legata la leggenda di un amore tragico tra il guardiano della torre e Maria la Bella, giovane castellana di Brolo. I due comunicavano con segnali via mare, ma la loro storia finì tragicamente quando furono scoperti e sepolti vivi nella cisterna della torre.
La Spiaggia di Gliaca

La spiaggia di Gliaca è rinomata per le sue acque cristalline e la sabbia fine mista a ciottoli, ideale per chi cerca relax. Ben attrezzata con lettini, ombrelloni e bar, offre attività sportive acquatiche, come snorkeling e stand up paddle. A poche centinaia di metri dalla costa si trova il relitto della S.S. Cambria, noto come "Il Vaporetto", visibile anche dalla superficie quando il mare è calmo: la storia è riassunta su una stele sul lungomare.
Il Fondaco della Stazione di Posta di Scinà
Nella frazione di Gliaca, il Fondaco della Stazione di Posta di Scinà era un punto di arrivo e partenza per i ‘pony express’, ovvero cavalli e cavalieri che trasportavano posta e merci lungo la costa. Da Scinà, nei secoli addietro, partiva anche la seta, raccolta nella festa dell'Ecce Homo, destinata alle città di Palermo e Messina. Il fondaco aveva una chiesetta dedicata a Santa Rosalia, menzionata in un verbale del 1825. I Duchi di Piraino avevano scelto il fondaco di Scinà come seconda abitazione per la sua posizione privilegiata. Dopo l'abolizione dei diritti feudali nel 1812, la stazione di posta fu venduta e passò a vari acquirenti. Oggi è stata restaurata ed ospita una struttura ricettiva e il Museo Siciliano del Viaggio.
La Chiesa Madre di Santa Maria
La Chiesa Madre di Santa Maria, situata nel cuore del centro storico di Piraino, rappresenta uno degli edifici religiosi più antichi e significativi del borgo. Secondo alcune fonti, la chiesa esisteva già nel XIII secolo. La sua attuale configurazione architettonica risale principalmente al Seicento, periodo in cui venne ampliata e arricchita con decorazioni e opere d’arte. Tra le opere più rilevanti vi è un grande Crocifisso ligneo, risalente probabilmente al Cinquecento, e una statua della Madonna con Bambino, oggetto di particolare venerazione popolare. Numerose le chiese esistenti a Piraino, oltre alla chiesa Madre: l'antica Batìa, la quattrocentesca chiesa del Rosario, detta in origine della SS. Trinità, le chiese di S.Caterina d'Alessandria, del Carmine, della Catena, di S. Anna, di S. Antonio Abate e la chiesa di S. Maria dell'Itria, annessa al convento francescano dei frati Minori Osservanti.
Cosa gustare a Piraino e Sant’Angelo di Brolo
In occasione della tre giorni di apertura di Sicily food vibes, a Piraino si svolgeranno numerosi show cooking, masterclass e laboratori didattici promossi dal Comune insieme all’Associazione Cuochi Messina e all’Unione Regionale Cuochi Siciliani. Al centro i piatti della tradizione della tradizione gastronomia di Piraino, terra ‘mare e monti’, come i Brutti ma buoni con le nocciole dei Nebrodi, la pasta con i salumi di Sant'Angelo e la provola dei Nebrodi, gli involtini di spatola o il maialino nero dei Nebrodi porchettato.

Le produzioni agricole di Sant’Angelo di Brolo, che assumono un significato particolare in quest’anno in cui la Sicilia vanta il titolo di Regione europea della Gastronomia, includono olio, nocciole e agrumi, ma Sant’Angelo di Brolo è noto soprattutto per due specialità gastronomiche: il Salame Sant’Angelo IGP e i Bocconetti. Il salame, unico insaccato siciliano ad aver ottenuto l’Indicazione Geografica Protetta Igp, è prodotto con carne di suino selezionata. Le sue origini risalgono al periodo post-normanno, quando la carne di maiale tornò a essere presente nelle cucine dell’isola. I Bocconetti sono dolci a base di zucca candita, mandorle, cannella e chiodi di garofano, avvolti in una sfoglia sottile e ricoperti da una glassa bianca detta “marmorata”. Per quanto riguarda il vino, la provincia di Messina produce alcuni dei più pregiati vini doc della Sicilia: Faro, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio e il Mamertino di Milazzo, con cui si fanno vini rossi e bianchi, il Grillo in purezza e il Nero d’Avola. Il Nocera invece è un Igt Terre Siciliane.
Sant’Angelo di Brolo, cosa vedere

Immerso in una valle rigogliosa circondata da uliveti, agrumeti e noccioleti, a 340 metri sul livello del mare, Sant’Angelo di Brolo è un antico borgo dei Nebrodi, in provincia di Messina. Raggiungibile dall’autostrada A20 Palermo-Messina con uscita a Brolo, il paese si trova a pochi chilometri dalla costa tirrenica e fa parte dell’Unione dei Comuni “Terre di Antonio Presti”, insieme a Piraino e ad altri centri del territorio, con l’obiettivo di promuovere progetti condivisi di valorizzazione culturale e turistica. Il nome del borgo rimanda al culto dell’Arcangelo Michele, patrono del paese, mentre la storia di Sant’Angelo è segnata, oltre che da un ricco patrimonio religioso ed architettonico, a figure di rilievo come il patriota Achille Basile, senatore del Regno d’Italia e compagno di Garibaldi. Nel centro storico, si incontrano numerosi edifici di culto: la Chiesa Madre, ricostruita nel 1534 in stile rinascimentale, la Chiesa del SS. Salvatore, con pianta basilicale e facciata artistica, sede del Museo d’Arte Sacra. La Chiesa di Santa Maria degli Angeli, con annesso convento dei Frati Minori, conserva il celebre Crocifisso di Fra’ Innocenzo da Petralia del 1644.
Il Monastero di San Michele Arcangelo
Tra gli edifici religiosi di maggiore rilievo si distingue il Monastero di San Michele Arcangelo, originariamente fondato dai Normanni e ricostruito nel 1804. Del complesso rimangono il chiostro, in cui sono collocate cappelle gentilizie, e il campanile con guglia ottagonale rivestita di maioliche, sovrastata dalla figura in ferro dell’arcangelo. Nei pressi si trovano anche i resti di un portale, una vasca di irrigazione e un antico frantoio. La cripta custodisce un affresco del periodo tardo medievale raffigurante il Crocifisso, unico rimasto di tre opere originarie.
Il Museo degli Angeli e il progetto Gemellangelo
Dalla riqualificazione del convento di San Francesco è nato il Museo degli Angeli, spazio espositivo dedicato al simbolo che dà il nome al paese. Il museo ospita pavimenti musivi a soggetto religioso, dipinti tra Ottocento e Novecento e opere contemporanee tra cui sculture, fotografie, incisioni e pitture su vetro. Il progetto culturale “Gemellangelo” coinvolge tutti i comuni italiani che portano nel nome la parola “Sant’Angelo”, in un’iniziativa di scambio culturale e identitario.
Il castello medievale di Piano Croce
Il castello di Piano Croce conserva ancora oggi la torre, la cinta muraria e il palazzo, anche se quest’ultimo è rimasto incompiuto. La struttura, con pianta quadrata e merlatura difensiva, risale in origine al periodo bizantino; la torre fu ricostruita dopo il terremoto del 1450. Il sistema difensivo comprende feritoie per arcieri e balestrieri, un fossato con ponte levatoio. All’interno, una botola conduce a un cunicolo sotterraneo che collegava la torre con l’esterno, fungendo da via di fuga. Il castello fu anche sede del Governatorato di Sant’Angelo.