Povegliano, Casina e Massa Lubrense: tre new entry fra le Città dei Formaggi
La rete dei centri noti per la produzione di eccellenze nel settore caseario si amplia, fra attenzione al territorio e valorizzazione del turismo

Da sinistra lavorazione della mozzarella di bufala, una forma di Bastardo del Grappa, l'inconfondibile parmigiano reggiano
Milano, 8 maggio 2025 – Stuzzicanti, aromatici, gustosi. In (quasi) ogni angolo d’Italia ce n’è uno tipico. Morbidi, duri, freschi, stagionati. Ma anche differenti per il tipo di latte utilizzato. Ormai l’avrete capito, stiamo parlando dei formaggi, fra le eccellenze della gastronomia “made in Italy”. Nazione che può rivaleggiare, nel settore dei prodotti caseari, con quella Francia della quale il presidente Charles De Gaulle si chiedeva “come fosse possibile governarla”, data “l’esistenza di 246 varietà di formaggio”.
Ebbene, in Italia, secondo le cifre ufficiali, sarebbero molte di più. Si raggiungerebbe, addirittura, quota 487.
A tutelare e valorizzare il comparto, inquadrandolo non solo dal punto di vista gastronomico ma anche come motore di esperienza turistica e motivo di attrazione per vacanzieri più o meno gourmet, è l’Onaf, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio che nel 2020 ha istituito l’Albo delle Città del Formaggio, che oggi conta 43 realtà, tre delle quali in nomina a maggio.
La campagna
Le new entry sono Povegliano (in provincia di Treviso), proclamata ufficialmente “Città del Formaggio” oggi, giovedì 8 maggio, Casina (Reggio Emilia) che entrerà in lista sabato 17 maggio e Massa Lubrense (Napoli), pronta a tagliare il traguardo domenica 25 maggio.

Povegliano, nel cuore del Trevigiano, celebra la sua storia attraverso formaggi simbolo come la Casatella Trevigiana DOP, il Morlacco e il Bastardo del Grappa. Casina, sulle colline reggiane, è una delle culle del Parmigiano Reggiano DOP, eccellenza italiana riconosciuta in tutto il mondo. Massa Lubrense, perla della Penisola Sorrentina, lega la propria identità alla tradizione della mozzarella e della lavorazione del latte bufalino e vaccino, in un contesto di paesaggio e biodiversità unico.

L’obiettivo
Nel 2025 saranno quindi 43 i Comuni italiani che possono fregiarsi del riconoscimento di "Città del Formaggio", entrando a far parte di una rete che unisce territori diversi per cultura e geografia, ma accomunati da un'identità forte fondata sulla produzione casearia di qualità.
“Il progetto delle Città del Formaggio è nato per valorizzare la cultura casearia italiana nei suoi legami con la storia, l'identità e il turismo – spiega Pier Carlo Adami, presidente nazionale di Onaf – Ogni anno le 44 Delegazioni Onaf diffuse in tutta Italia propongono alcune Città. Ogni nuova investitura è un passo avanti nella costruzione di una rete che unisce qualità, tradizione e capacità di attrarre visitatori attraverso l'autenticità dei territori”.

I dati
A confermare la valenza turistica dell’universo legato formaggio sono i dati raccolti nel primo Rapporto sul turismo caseario del 2024 e il Rapporto sul turismo enogastronomico 2023 curato dalla professoressa Roberta Garibaldi, docente all’università degli studi di Bergamo, che evidenziano come oltre il 58% dei turisti italiani e stranieri cerchi esperienze autentiche legate alla produzione e degustazione dei prodotti tipici, in particolare del formaggio e il 32,7% dei turisti italiani dichiari di aver partecipato ad almeno un’esperienza a tema formaggio nel corso dei viaggi degli ultimi tre anni – tra visite ai caseifici, eventi e festival, itinerari tematici ed esperienze dedicate nei ristoranti – e i numeri sono cresciuti in modo significativo nell’ultimo triennio: +7,3% sul 2021.
Le visite a caseifici, le strade del formaggio, le degustazioni guidate e i festival tematici rappresentano oggi un segmento in costante crescita del turismo esperienziale.