La favola dei Gorghi di Trecenta
Questa è una storia molto bella e molto triste. Forse una favola, forse una leggenda. O un misterioso incantesimo. Si sa, sappiamo poco sulla donna vestita di bianco inghiottita dalle acque di un gorgo. Le versioni sono infinite. Si racconta che nelle notti senza luna è possibile sentire ancora i lamenti dei fantasmi di quella ragazza che ancora oggi non trova pace. Una storia che richiama molti curiosi e turisti a Trecenta, in provincia di Rovigo, nel basso Veneto, non distante da Ferrara. Qualche donna, ancor oggi, posa un fiore o un bigliettino con dolci frasi, sogni d’amore per trovare l’uomo giusto accanto al ‘Gorgo della sposa’. Questo perché la leggenda narra che la giovane si fosse innamorata di un umile concittadino, bello ma povero. Il padre però non voleva, perché la ragazza era già stata promessa sposa ad un nobile brutto e anziano. E lei, affranta dal dolore e costretta a lasciare e non vedere più il suo amato, il giorno del matrimonio, dopo aver indossato l’abito bianco, preferì farla finita buttandosi in quelle acque. Oggi queste acque per la Regione Veneto sono un’area protetta. Luoghi misteriosi, popolati da creature selvatiche e attraversati dalla vegetazione più rigogliosa. Veri e propri prodigi della natura. Scenari ideali di fiabe e leggende. La magia che si respira in questi posti è unica. Il silenzio è rotto solo dalla musica del vento che soffia tra gli alberi, creando inaspettate melodie. Sono piccoli laghi (in tutto 19 ettari) in mezzo alla campagna che si sono formati nel corso di eventi alluvionali, dotando la zona di un ambiente naturale particolarmente ricco di vegetazione e fauna lacustre. Il più antico di tutti è appunto il ‘Gorgo della sposa’, quello che ha la storia più affascinante e misteriosa. E di cui si hanno prime testimonianze nel 1269. Uno specchio d’acqua di sette ettari alimentato dalle risorgive di un paleoalveo del fiume Po. Qui vi nidificano molte specie di uccelli come il tuffetto, la gallinella d’acqua, la folaga, la cannaiola, la gazza. Troviamo piante d’acqua come le cannucce di palude, ninfee, salcerella e giaggiolo. Oltre ad alberi quali salici bianchi, pioppi neri, aceri campestri. Si trovano pesci quali lucci, pesce gatti e tinche. Un vero e proprio paradiso naturale. Una festa per gli occhi che regala un’atmosfera unica a seconda delle stagioni. La nebbia, ad esempio, contribuisce a creare sensazioni fuori dal tempo. In autunno, in particolare, la tavolozza si arricchisce di tinte calde e suggestive che lascia a bocca aperta per lo stupore. Luoghi fiabeschi e incontaminati, i gorghi sono aree ricche di biodiversità. E soprattutto di mistero. Questo anche perché, secondo altre tradizioni locali, i gorghi sarebbero il frutto del castigo divino per punire le malvagità degli abitanti di antiche città, di cui sarebbe possibile di notte udire il suono delle campane sommerse. Eventi tragici tramandati nella memoria collettiva, peché la formazione di un gorgo è sempre l’espressione di un disordine idraulico, traumatico per il territorio e per la popolazione residente.