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Gnocco o piadina, in strada c'è gusto

di STEFANO MARCHETTI -
17 agosto 2021
Piadina Romagnola

Piadina Romagnola

Secondo la rivista Forbes, l’Emilia Romagna è, nel mondo, la terra in cui si mangia meglio. Lo dimostra anche il gran numero di ristoranti d’eccellenza: su tutti l’Osteria Francescana di Massimo Bottura. Ma in Emilia Romagna mangiar bene è facile... anche a passeggio. Sulla riviera romagnola, sono immancabili il fritto di pesce nel cono di carta o gli spiedini di pesce da asporto, e naturalmente la piadina, nelle sue infinite farciture. In Emilia, è impossibile resistere allo gnocco fritto che nel Modenese è “il” gnocco e viene servito anche a colazione: nel Bolognese prende il nome di crescentina fritta (una delizia con la mortadella), nel Parmense è la torta fritta, nel Ferrarese il pinzino. Dalle parti di Modena, soprattutto in Appennino, la specialità sono le crescentine, quelle che conosciamo come tigelle, da gustare con il pesto tradizionale, un battuto di lardo di maiale, aglio e Parmigiano. Un’altra specialità della montagna è il borlengo, una crêpe croccante da assaggiare caldissima con la sua ‘cunza’. E nel Reggiano è d’obbligo l’erbazzone, torta salata con ripieno di bietole e spinaci.
ECCELLENZA

Sua maestà la piadina. Il cibo nazionale dei romagnoli

Si fa presto a dire piadina... Eppure, girando per la Romagna, scoprirete che la piadina (che Pascoli definiva “il cibo nazionale dei romagnoli”) non ha sempre lo stesso aspetto. Farina, sale, acqua e strutto sono i suoi ingredienti, ma cambia la ricetta: nel Riminese la piadina è più sottile e povera di grassi per poterla anche arrotolare, mentre fra Ravenna e Cesena è più spessa e ricca di strutto. In ogni versione, la ‘pié’ si presta a essere farcita con varie ghiottonerie, dai salumi fino alla golosa Nutella. E naturalmente si abbina perfettamente con i sardoncini dell’Adriatico. In Romagna sono almeno tremila i chioschi che propongono la piadina, spesso nelle simpatiche casette a righe bianche e rosse che si incontrano lungo le strade. Dalla piada al crescione, il passo è breve: si tratta infatti di una piadina ripiegata, farcita e chiusa. In genere il crescione è ripieno di erbette saltate in padella, ma viene preparato anche con pomodoro e mozzarella, oppure con zucca, patate e formaggio. Per cuocere la piadina è d’obbligo il ‘testo’, una piastra di materiale refrattario: i più tradizionali sono fabbricati a Ville di Montetiffi, nel Cesenate.
DELIZIE

Il tour dei salumi

In Emilia Romagna si può fare anche un vero e proprio... giro dei salumi e degli insaccati. Un tripudio di bontà, dal ‘cappello del prete’, tipico del Piacentino e del Parmense, alla coppa di Parma e alla coppa Piacentina, entrambe Dop, o il pregiatissimo culatello di Zibello, che richiede una stagionatura di almeno dieci mesi, il salame Felino e quello Piacentino. E poi la mariola, un insaccato che si può consumare cotto o crudo, o la salama da sugo Igp tipica del Ferrarese, e i grandi prosciutti, quello di Parma e quello di Modena, lo strolghino, il cotechino e lo zampone di Modena. Per arrivare al profumo inconfondibile della mortadella di Bologna Igp, un simbolo della gastronomia sotto le Due Torri, conosciuta in tutto il mondo.