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Gian Annibale, la forza del Petit Verdot nello stile Castello del Terriccio

di M.MEZ. -
17 settembre 2022
Gian Annibale

Gian Annibale

Castello del Terriccio, già firma dei celebri rossi Lupicaia e Tassinaia, presenta ora Gian Annibale, nuovo blend frutto di un lungo percorso di ricerca e sperimentazione sul Petit Verdot, che in alcune specifiche particelle della tenuta toscana ha rivelato nel tempo capacità espressive sorprendenti. Gian Annibale 2018 Igt Rosso Toscana è composto al 60% da Petit Verdot e al 40% da Cabernet Sauvignon. Si presenta con colore rosso rubino intenso con riflessi brillanti, naso speziato con prevalenza di pepe nero, ribes e mirtillo. In bocca ha una trama gustativa elegante, con tannino fine e setoso, da cui risulta una progressione equilibrata con un finale di rara persistenza. Nell’ambito della vasta estensione di Castello del Terriccio (1.500 ettari complessivi), il Petit Verdot ha il suo habitat elettivo in due specifiche particelle, Vigna Addis e Vigna Tregge, per una superficie complessiva di circa due ettari. Le due particelle sono caratterizzate da un terroir unico per substrato, esposizione, umidità e ventilazione “Gian Annibale è un progetto ambizioso e sentimentale allo stesso tempo – spiega Vittorio Piozzo di Rosignano, titolare di Castello del Terriccio – rappresenta l’omaggio al lavoro talentuoso di mio zio Gian Annibale, che mi ha preceduto nella gestione appassionata dell’azienda ed è anche il frutto di un percorso che ha origini lontane e simboleggia il passaggio di testimone tra noi due, nel segno della continuità. Nella convinzione che il Petit Verdot potesse rappresentare il nuovo elemento distintivo e di valorizzazione delle potenzialità vinicole del Terriccio, mio zio aveva già qualche anno fa posto le basi per la creazione di un blend incentrato su questo vitigno. Al mio ingresso alla guida dell’azienda ho voluto proseguire il lavoro iniziato: con l’aiuto di Carlo Ferrini (storico enologo consulente aziendale, ndr), che a quasi trent'anni dalla creazione di Lupicaia ha raccolto con entusiasmo questa sfida, abbiamo tradotto la visione iniziale di mio zio in un nuovo grande vino che oggi finalmente vede la luce e che non poteva che portare il suo nome.”