Mercoledì 24 Aprile 2024

Alla scoperta della Gallura

Boschi di sughere e macchie di mirto, pascoli, speroni di granito e dolmen rivolti a Oriente verso il sole nascente: la Costa Smeralda è anche questo

Alla scoperta della Gallura

Alla scoperta della Gallura

Il mirto. Il cisto, il lentischio. I corbezzoli, le sugherete. Il granito, le colline ammantate di vigne che sembrano pettinate con il rastrello, o forse con un colpo di spazzola, e t’incanti talmente a guardarle che rischi di andare a sbattere, nello zigzag perpetuo di curve a disegnare rigagnoli nella bellezza. Profumi, visioni. E certo, tu dici Gallura e pensi alla Costa Smeralda, certo. E pensi – con un pizzico di invidia, confessa – agli sciami vippaioli che ronzano da una villa all’altra, da un esclusivo hotel a una spiaggia o a un approdo per pochi, su quelle barche (ops, navi) scintillanti, nascosti dietro i cancelli, protetti da inflessibili armate di security. Un mondo dorato al quale vorresti appartenere per un giorno, per una notte, riempirti gli occhi degli idoli di carta e delle loro piccoli grandi smanie vacanziere, ma forse hai visto troppa “summer comedy” all’italiana, forse dovresti anche saper guardare altrove. Prendi San Teodoro. Ti metti lì, sulla spiaggia di Tahiti… già, lo sai vero che a San Tedoro c’è Tahiti? Cala Brandinchi, sabbia bianca, mare cristallino – e non sono banalità da slogan turistico, è proprio vero – e la Tavolara laggiù sullo sfondo a far da quinta lontana per un orizzonte sinuoso: e sogni ancora la Costa Smeralda? E Capo Coda Cavallo, e l’Isuledda, e l’Impostu, e Punta Molara con quell’altra isola, la Molara, ancora a rompere la linea piatta del mare a perdita d’occhio, e libertà, e camminate, e sabbia finissima, e il sole sulla pelle… e sogni ancora gli sciami dei vip? E giù fin quasi a Budoni, e su finjo a Santa Teresa e oltre, isole comprese perché no, qualcuno che ti ci porta lo trovi comunque, il mare di Gallura è un cristallo di diamante ovunque, e ovunque ti ci tuff i e ti ci specchi e senti che la vita in fondo è fatta di poco. Chiamalo poco, certo.

E se per caso un giorno ti stanchi del mare? Gallura, credi, è tanto altro ancora. Le vigne, si diceva. E le cantine, e il vino. I vini: rossi, forti e di carattere come una terra che ha visto una lunga scia di storia e di storie, ha sentito parlare tante lingue, i fenici e gli spagnoli, gli arabi e i vndali, i còrsi e i piemontesi, e di storie ne ha da raccontare. I rosati e i bianchi, sapidi di sole e di mare, profumati di macchia ed erbe spontanee, di fiori e di vento, di frutta come i passiti dolci e ricchissimi. Vini che sposano cucine di mare e di terra, pescatori con le reti e pastori con gli attrezzi dell’ovile, u fuoco e un piatto e un bicchiere, che la festa cominci. Di storie ne ha da raccontare, la Gallura. Vieni, andiamo. Vedrai cose che non sospettavi, perché all’improvviso là in mezzo, tra boschi di sughere e macchie di mirto, tra pascoli e speroni di granito, spunta un dolmen, presenza arcaica e di fascino misterioso, chissà perché sono rivolti tutti a Oriente, la forza evocativa del sole nascente significava risurrezione anche millenni e millenni prima dell’era cristiana: ce ne andiamo a Luras, là in mezzo dove raramente passa anima viva, ne troviamo quattro, nel silenzio non puoi non sentire sussurrare la Storia. Come nel complesso di nuraghi di Lu Brandali a Santa Teresa, nella necropoli di Li Muri ad Arzachena, nelle Tombe dei Giganti, nei Pozzi Sacri… Credi, davvero non è solo Costa Smeralda.