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Delicata Nosiola. La regina tra i monti

di PAOLO PELLEGRINI -
26 settembre 2021
NOISOLA

NOISOLA

Cherchez la femme. “Il” Trentodoc, “il” Teroldego, “lo” Chardonnay, “il” Müller Thurgau... Magari non ci si fa nemmeno caso, però è proprio vero: “vino” è parola declinata al maschile, e di norma i nomi dei vini sono anch’essi spessissimo declinati al maschile. Eccezioni pochissime, giusto la Bonarda, la Freisa, la Barbera, la Passerina… E a queste poche se ne unisce una che per il mondo del vino, non solo Trentino, è davvero un’icona, capace di far innamorare i tanti estimatori, la suadente Nosiola delicata, imprevedibile e poliedrica. Insomma, una vera regina delle uve trentine. Del resto, questo vitigno autoctono a bacca bianca è curioso non solo per il genere raro del nome, ma anche per la sua affascinante storia e per le molteplici interpretazioni enologiche che i produttori si divertono a proporre: la versione più diffusa è quella di vino bianco fresco, alla quale fa seguito quella del passito, ma anche la versione con macerazione o spumantizzata. La storia. Coltivata da lungo tempo in Valle dell’Adige, in Val di Cembra, in Vallagarina e in Valle dei Laghi, l’uva Nosiola viene citata negli archivi storici già nel 1800. Ma intendiamoci: sul genere del nome non tutti sono d’accordo, qui si accendono gli scontri campanilistici, nel nord della provincia magari vi sentirete dire più spesso “il” Nosiola, come poi si replica anche in qualche parte del mondo web. Tant’è: per noi resta femmina, resta la regina, resta il principale vitigno autoctono a bacca bianca del Trentino. E resta una deliziosa assonanza con la parola “nocciola”. Già proprio così: il suo profumo e il gusto leggermente ammandorlato le hanno regalato questo nome. Proprio come una donna, la Nosiola mette radici dove le condizioni ambientali la fanno “sentire a casa”. Essa dà il meglio di sé in alcune aree della provincia: si trova spesso sulle soleggiate colline di Lavis e Sorni a nord di Trento dove il suolo è calcareo e ricco di roccia porfirica, ideale per vini freschi, minerali e longevi. Sensuale e più morbida nei profumi è la Valle dei Laghi della Nosiola che prospera riscaldata dal sole del vicino Garda e beneficia dalla frescura dell’Ora, il vento che qui compare da pomeriggio a sera. Il clima della zona e la vicinanza dei bellissimi laghi regalano la condizione ideale per l’appassimento delle uve nei fruttai delle cantine dove nasce il Vino Santo Trentino, uno dei più ricercati vini passiti d’Italia. Da non confondere con il Vin Santo toscano. Qui il nome deriva dal periodo di spremitura degli acini: trasformati dalla Botrytis, la muffa nobile, vengono spremuti per dare il via alla fermentazione durante la settimana di Pasqua. Più Santo di così…  

Maso Poli, la tradizione

Nei masi la cultura contadina affonda le sue radici. Qui la vita si svolge con ritmi propri, in simbiosi: la natura, l’agricoltura, la coltivazione della vite, il lavoro, la famiglia. Maso Poli, di proprietà della famiglia Togn, rappresenta tutto questo: un vecchio podere di campagna del 1700 ristrutturato nel 2000, con uno stile architettonico minimale, luminoso e contemporaneo, in armonia con la collina che lo ospita. Sulle colline a sud di San Michele all’Adige, nel territorio comunale di Pressano di Lavis questa azienda parla tutta al femminile: tre sorelle alla terza generazione con una storia familiare che le lega ad una terra che parla e vive di vino. (www.masopoli.com)  

Le Cantine Monfort

Nel cuore del borgo di Lavis si visitano le Cantine Monfort della famiglia Simoni. La loro premiata Nosiola, fiore all’occhiello, proviene da un vigneto a 500 metri sotto il monte Calisio. www.cantinemonfort.it. Nello stesso comune si trova la Cantina Lavis Valle di Cembra fondata nel 1948, una delle più dinamiche cooperative d’Italia. La sua Vinoteca è pronta ad aprire le porte per l’assaggio della sua tipica e fresca Nosiola. (www.la-vis.com)  

Pravis e i vigneti terrazzati

Lasciamoci stupire dal paesaggio che si apre nella terra dei laghi, verso il Garda. A pochi chilometri da Trento verso sud ovest si entra nella silenziosa e pittoresca valle di Cavedine. Nel piccolo comune di Lasino merita una visita la cantina Pravis di Giulia ed Erika Pedrini: una splendida cantina di pietra tra le fratte, i tipici vigneti terrazzati a pietra che ospitano le vigne di Nosiola. (www.pravis.it)

 

Un brindisi sul lago

Scendendo a valle si incontra uno degli angoli più romantici del Trentino, il lago di Toblino. Qui merita una sosta la Cantina Toblino a Sarche, operosa cantina cooperativa nata nel 1960 per valorizzare le uve conferite dai viticoltori della Valle dei Laghi: è qui, infatti, che arriva buona parte dell’uva Nosiola della vallata. La sua Hosteria Toblino è un paradiso per gourmet e una perla del design. (www.toblino.it)