Dagli Etruschi fino a Napoleone. Il vino elbano è storia
Benvenuti in paradiso: ogni pianta all’Elba, come nelle altre isole dell’Arcipelago Toscano dona dei frutti che hanno un sapore speciale. Un concentrato di sole, carattere, profumi e sapori. E il vino esalta, al quadrato, la materia prima fornita dai vigneti ’eroici’, abbarbicati sulle colline, con le radici delle viti che vanno a cercare il meglio tra le rocce di granito e una incredibile varietà di minerali capaci di conferire agli acini un mix unico di dolcezza e sapidità. Il momento migliore per scoprire i vini delle isole toscane è settembre, durante la vendemmia, quando c’è anche la bellissima festa dell’uva a Capoliveri. Ma per apprezzare la bontà dei piatti di pesce accompagnati dai bianchi (vermentino all’Elba e Insolia al Giglio) va bene già anche questa primavera, prima del pienone estivo. Magari dopo una bella passeggiata tra i vigneti di Pomonte, sui sentieri del granito. La grandezza del vino elbano e delle altre isole dell’Arcipelago non si scopre certo oggi, l’Elba è descritta ‘insula vini ferax’ (isola feconda di vino) già da Plinio il Vecchio. Gli Etruschi, i Romani, i Medici, Napoleone Bonaparte, hanno tutti scommesso e creduto sul vino elbano che oggi è al centro del rinnovato interesse dei produttori. Perché, rispetto al passato quando si puntava soprattutto alla quantità, oggi si riesce a coniugare meglio le esigenze di produzione per il mercato con una qualità assoluta. Merito della riscoperta dei terrazzamenti e della piccola meccanizzazione che hanno consentito di recuperare antichi vigneti con esposizione ottimale. E poi la differenza la fa la cantina: le migliori tecniche enologiche consentono di esaltare le caratteristiche dell’uva. Le isole sono al centro dell’interesse anche delle grandi case vinicole: a Gorgona Frescobaldi produce vino da una decina d’anni: un bianco, blend di Vermentino e Ansonica, insieme ai detenuti della colonia penale che in cambio chiedono il sogno di un’altra possibilità per riavvolgere il nastro della propria vita: imparare un mestiere, passare il tempo in modo proficuo, credere nel domani. La produzione è limitata a sole novemila bottiglie e biologica. Un vino che nel giro di pochi anni anni ha conquistato i mercati internazionali, da New York al Giappone, e soprattutto i cuori di chi ha avuto la fortuna di assaggiarlo. “Nei profumi e nei sapori di Gorgona c’è tutto – dichiara Lamberto Frescobaldi presidente dell’omonima azienda vitivinicola toscana – l’amore per l’isola, la cura e la passione dell’uomo, l’influenza del mare e l’ambiente straordinario che danno vita a vini inimitabili ed esclusivi simbolo di speranza e libertà”.