Questa terra è "uno stato d’animo". Ma è anche un luogo di raro fascino con un’impronta indelebile della storia. Il tacco vanta un mare cristallino ma è capace di stupire per le gravine gli ulivi secolari e i paesi interni veri e propri scrigni di tesori
Dai trulli di Alberobello alla ’Città Bianca’ di Ostuni. Viaggio fra i piccoli centri della Puglia

Dai trulli di Alberobello alla ’Città Bianca’ di Ostuni. Viaggio fra i piccoli centri della Puglia
Forse è vero: la Puglia è uno stato d’animo (motto che si deve alla community ‘Inchiostro di Puglia’, fondata qualche anno fa da Michele Galgano e molto presente sui social). E lo è anzitutto perché sa accogliere. Un’impronta indelebile che ci riporta a una storia antica: da sempre, infatti, questo dito baciato dall’Adriatico e dallo Ionio è un crogiolo di popoli, culture e tradizioni. E "si esprime in pietre a secco come le Alpi si esprimono nelle baite di legno" (così Cesare Brandi nel suo Pellegrino di Puglia).
Ma il tacco (più seducente) d’Italia può vantare anche altri elementi identificativi: gli ulivi secolari (e millenari), le masserie, le gravine, il recinto sconfinato del Tavoliere, le spiagge caraibiche bagnate da un mare cristallino, l’incanto della valle d’Itria e la poesia del Salento, che vanta anche un’affascinante enclave come la Grecìa, una sorta di ‘repubblica ellenica’ nel cuore di un territorio che è molto più di sule, mare e ientu. In Puglia si può andare per cattedrali (soprattutto romaniche), chiese rupestri, castelli (a cominciare dal mistero in pietra che ancora oggi è Castel Del Monte); e naturalmente per borghi, molti dei quali portano sulla propria pelle il segno della calce viva (Ostuni, nel Brindisino, è la città bianca per antonomasia) e Alberobello, patrimonio Unesco. E poi le città. A cominciare da Bari, la casa di San Nicola; e che dire di Taranto, con il suo passato greco, e di Lecce, ‘la Firenze del Barocco’ secondo lo storico Ferdinand Gregorovius (1821-91), che visitò la Puglia tra il 1874 e il 1875? E non dimentichiamo il Foggiano. Che non è solo Gargano.
Dirigendosi verso la Campania si spalancano infatti le porte di un mondo a parte: quello della civiltà delle torri e di storie scolpite nella pietra. Per esempio a Celle di San Vito, l’unica enclave francoprovenzale assieme a Faeto del Meridione. Il buon cibo è un altro marchio di fabbrica di questa terra. E c’è davvero da sbizzarrissi: focacce, bombette, pesce crudo, pasticciotti, orecchiette, burrata. E tanto buon vino. Con questo caldo, un buon rosato è da prendere in considerazione.