25 aprile: i borghi della Resistenza da scoprire
Ricordare la Liberazione attraverso i luoghi che ne hanno fatto parte: un viaggio dalla memoria attraverso l’Italia

25 aprile: i borghi della Resistenza da scoprire
Esistono borghi nascosti capaci di custodire la memoria della lotta partigiana. Ormai da anni le grida di battaglia e gli spari che li hanno attraversati si sono spenti, tuttavia l’eco della storia continua a renderli presenze vive.
Il 25 aprile, giorno in cui si celebra la Liberazione dal nazifascismo, potrebbe essere l’occasione giusta per pensare a escursioni di primavera sulle orme della Resistenza. La bella stagione che inizia è il periodo perfetto per i cammini partigiani da scoprire a piedi, lungo gli itinerari della memoria.
Oltre alle grandi città, molti borghi italiani hanno avuto un ruolo cruciale nella Resistenza, diventando teatro di battaglie, rifugi per i partigiani e simboli di coraggio civile. Visitare questi luoghi significa immergersi in storie di sacrificio e speranza, fondamentali per comprendere il valore della libertà conquistata.
Sant’Anna di Stazzema, Toscana
Situato tra le Alpi Apuane, Sant’Anna di Stazzema è tristemente noto per l’eccidio del 12 agosto 1944, quando Le truppe naziste della 16ª SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS", con l'aiuto di collaborazionisti italiani, massacrarono circa 560 civili, tra cui oltre 100 bambini.
Oggi il borgo ospita il Parco Nazionale della Pace, che comprende il Museo Storico della Resistenza, inaugurato nel 1982 dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Civitella in Val di Chiana, Toscana
Il 29 giugno 1944 Civitella in Val di Chiana, situata nella provincia di Arezzo, fu teatro di una delle più gravi stragi nazifasciste in Italia. In risposta all'uccisione di due soldati tedeschi da parte dei partigiani, le truppe della divisione "Hermann Göring" perpetrarono una rappresaglia che portò all'uccisione di 244 civili nelle località di Civitella, Cornia e San Pancrazio. Molti edifici furono distrutti e la comunità locale subì perdite devastanti.
Civitella conserva la memoria di quel tragico evento attraverso monumenti commemorativi e organizza annualmente cerimonie per onorare le vittime e ricordare l'importanza della Resistenza. Passeggiare attraverso le sue strade è un percorso nella memoria fra coscienza civile e storia.
Paraloup, Piemonte
La borgata di Paraloup, situata a 1.360 metri nel comune di Rittana, in provincia di Cuneo, fu sede della banda partigiana "Italia Libera", guidata da Duccio Galimberti.
Oggi, grazie a un progetto di recupero avviato dalla Fondazione Nuto Revelli, Paraloup è diventata un centro culturale che promuove la memoria della Resistenza attraverso eventi, mostre e percorsi didattici.
Mucciafora, Umbria
Il 30 novembre 1943 il piccolo borgo di Mucciafora, situato nella Valnerina umbra, fu teatro di un violento scontro tra partigiani e truppe nazifasciste. Il paese ospitava una delle prime basi partigiane della zona, composta da circa 55 combattenti slavi e 10 italiani, molti dei quali erano evasi dal carcere della Rocca di Spoleto.
Durante l'attacco, tre partigiani furono uccisi in combattimento e altri tre catturati e successivamente fucilati. Inoltre, sette civili del luogo furono uccisi per aver fornito supporto ai partigiani e diverse abitazioni vennero distrutte. Un ricordo da tenere vivo.
Libiola, Liguria
Frazione di Sestri Levante in Liguria, Libiola è storicamente nota per le sue miniere di rame, sfruttate fin dalla preistoria e intensamente durante l'epoca romana, fino al 1962. Durante la Seconda Guerra Mondiale, le miniere di Libiola continuarono a funzionare a pieno regime.
Le gallerie durante il conflitto vennero utilizzate come rifugio dai partigiani. Grazie alla sua geografia Libiola fu un importante centro della Resistenza. Il supporto attivo della popolazione locale rese il borgo un simbolo della solidarietà e del coraggio di quei tempi.
Poggio Mirteto, Lazio
Poggio Mirteto, situato nella regione della Sabina, fu un centro attivo della Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. Contro le truppe nazifasciste furono condotte numerose azioni partigiane e sabotaggi. Tra le formazioni attive nella zona vi era la Brigata Stalin, composta da antifascisti locali e da partigiani provenienti da Roma. Le loro azioni includevano sabotaggi lungo la linea ferroviaria Roma-Firenze e attacchi a infrastrutture militari.
Oggi Poggio Mirteto ospita il Museo Diffuso della Resistenza in Sabina, un progetto che valorizza i luoghi significativi della lotta partigiana nella regione. Il museo si sviluppa attraverso percorsi che toccano vari siti storici, offrendo ai visitatori l'opportunità di conoscere e riflettere sulla storia della Resistenza.
Montefiorino, Emilia-Romagna
Nel cuore dell'Appennino modenese, Montefiorino fu sede di una delle prime e più celebri "zone libere" partigiane. Tra il 17 giugno e il primo agosto 1944, il borgo fu liberato e amministrato direttamente dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) locale, diventando un laboratorio di autogoverno democratico sotto l'occupazione nazifascista.
L’esperienza fu resa possibile grazie all'azione di circa 7.000 partigiani modenesi e reggiani uniti nel "Corpo d'armata Centro-Emilia" comandato da Mario Ricci, noto come "Armando".
Oggi, Montefiorino ospita il Museo della Repubblica Partigiana, situato nella Rocca medievale del paese. Il museo documenta la vicenda della Repubblica Partigiana di Montefiorino attraverso testimonianze, documenti e percorsi storici.
Bobbio, Emilia-Romagna
Situato sulle colline piacentine, Bobbio fu un punto strategico per le formazioni partigiane attive nella Val Trebbia. Il 7 luglio 1944 i partigiani liberarono la città, che divenne parte di una vasta area controllata dalla Resistenza, nota come "Repubblica di Bobbio". Tuttavia, la città fu successivamente rioccupata dalle forze nazifasciste e liberata definitivamente il 3 marzo 1945.
Bobbio conserva la memoria di questi eventi attraverso cippi, lapidi e percorsi escursionistici che ripercorrono le rotte partigiane verso l'Appennino ligure. Il "Sentiero della Repubblica di Bobbio" e il "Sentiero della Stampa Clandestina" sono itinerari che permettono di esplorare i luoghi significativi della Resistenza nella zona.
Nelle vicinanze, a Sperongia di Morfasso, si trova il Museo della Resistenza Piacentina, che raccoglie testimonianze e documenti sulla lotta partigiana nella provincia di Piacenza.
Ossola, Piemonte
La Repubblica dell’Ossola fu una delle più significative esperienze di autogoverno partigiano durante la Resistenza italiana, teatro di una delle prime insurrezioni popolari contro l'occupazione nazifascista in Italia. Fu proclamata il 10 settembre 1944 e durò fino al 23 ottobre dello stesso anno, circa quaranta giorni.
Le forze partigiane liberarono un'area di circa 1.600 km², comprendente 32 comuni e una popolazione di circa 85.000 abitanti. Domodossola fu il centro amministrativo della Repubblica, dove venne istituita una Giunta Provvisoria di Governo.
Attualmente Domodossola ospita la Sala Storica della Resistenza, situata nel Palazzo Civico. La sala, adibita a museo nel 1984, conserva documenti e testimonianze della Repubblica dell’Ossola e della lotta partigiana nella regione. Anche Masera conserva tracce del coraggio civile della popolazione durante la Resistenza, con monumenti e iniziative commemorative .
Bardine San Terenzo, Toscana
Frazione del comune di Fivizzano, Bardine San Terenzo fu uno degli epicentri dell'eccidio nazifascista avvenuto tra il 17 e il 19 agosto 1944, che colpì le zone di San Terenzo Monti e Bardine. Le vittime furono 159 civili, tra cui donne, bambini e anziani.
L'area è oggi un luogo della memoria, con percorsi che toccano i casolari della strage e il Museo Storico dell'Eccidio di San Terenzo a Bardine, situato nell'ex oratorio parrocchiale.
Anversa degli Abruzzi, Abruzzo
Piccolo borgo situato nella Valle del Sagittario, in provincia dell'Aquila, Anversa degli Abruzzi durante la Seconda guerra mondiale fu attraversata da sentieri utilizzati da partigiani e prigionieri alleati per sfuggire all'occupazione nazifascista e attraversare la Linea Gustav.
Oggi Anversa degli Abruzzi è parte del "Sentiero della Libertà", un percorso che rievoca le vie di fuga e le azioni della Resistenza. Un luogo dove andare sulle tracce della Storia attraverso la geografia e le testimonianze di chi attraversò il cambiamento.