Mercoledì 24 Aprile 2024

Cinque terre: territorio e professioni

L’uomo ha plasmato la terra e la natura ha fatto sì 
che chi si occupa dell’orto e dei vigneti sia portato 
a saper cogliere quanto 
il mare offre

Il contadin pescatore

Il contadin pescatore

Ciò che contraddistingue le più belle contrade del nostro Paese è un’equilibrata mescolanza di aspetti naturali e di attività umane che hanno plasmato il territorio. Il paesaggio delle Cinque Terre gode di una fortunata posizione a picco sul mare, ma è stato l’uomo a renderlo più suggestivo, disegnando le fasce terrazzate, che hanno servito lo sviluppo dell’agricoltura, e dipingendo le case di colori pastello, in simbiosi con la roccia e il mare. Così, durante il viaggio alle Cinque Terre non si incontrerà nessun contadino che non sia anche pescatore e nessun pescatore che non curi anche i gradoni. Questo aspetto pratico si traduce nel caratteristico profumo delle cantine, dove riposano frutta, acciughe e capperi sotto sale, e vini. L’istituzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre ha contribuito a mantenere questa cultura locale, talvolta destinata a soddisfare il solo consumo familiare, e la perfezione di un paesaggio dove il lavoro ha assecondato la natura, migliorandola.

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    Olio extravergine di oliva
    Nelle Cinque Terre la produzione di olio di oliva possiede una lunga tradizione: manoscritti e libri antichi riportano l’esistenza di tre frantoi a Corniglia, distesa e soleggiata sull’altura, e due a Vernazza (i resti di quello in località Fontana Vecchia si notano accanto al parcheggio). I nuovi impianti prevedono la messa a coltura della varietà Frantoio, che dà sentori d’erba fresca e note dolci e piccanti, ma nei vecchi appezzamenti spunta qualche Razzola, generosa di note ammandorlate. Se ne ottiene un olio in cui, per caratteristiche climatiche e del suolo, prevalgono note dolci, quelle ideali per preparare il pesto. Alcune proprietà, dove allignano ulivi secolari, sono rivolte a nord-est: l’esposizione al sole meno costante e non diretta matura le drupe lentamente, esaltando le note leggere e fruttate che si mantengono grazie alla tempestiva spremitura a freddo burancocinqueterre.it
  2. 2
    Torta di Riso
    Pur non essendo esclusiva delle Cinque Terre, la torta di riso rappresenta per Manarola un cibo distintivo, piatto rituale del giorno di San Lorenzo, il 10 agosto, sin da quando le famiglie la portavano al forno centrale per la cottura. Dopo avere bollito il riso in acqua e latte, si uniscono le uova, il Parmigiano Reggiano DOP, il sale e il pepe, ottenendo un composto piuttosto morbido chiamato a riempire una sfoglia circolare. Per il suo alto valore simbolico, si riceveva come regalo durante la visita ad amici e parenti. La preparazione un poco impegnativa ne ha condizionato la diffusione, soprattutto tra le giovani generazioni, relegandola alla sfera dei ricordi. Rinvigorente, dopo avere percorso la Via dell’Amore, si può prenotare al Ristorante Aristide in Manarola
  3. 3
    Miele di Riomaggiore
    L’ambiente naturale incontaminato delle Cinque Terre è un’oasi che deve il proprio vigore anche all’incessante ronzio delle api. Causa e al tempo stesso effetto è l’ottimo miele che vi si produce, solitamente millefiori. Il frutto della raccolta da parte degli insetti è composto dal nettare delle erbe officinali coltivate negli orti e nei giardini: rosmarino, timo, elicriso e lavanda su tutte. Ma il contatto con il Mar Ligure sviluppa una macchia mediterranea spontanea dove fioriscono lentisco, mirto, ginestra e corbezzolo, una boscaglia densa e intricata di liane, che attira le api e si esprime in una gamma di gustosità insolita e curiosa. Se la stagione è proficua, la perizia degli apicoltori riesce ad assicurare miele di castagno, di acacia o di erica in purezza ilnettarecinqueterre.com
  4. 4
    Limoni di Monterosso al Mare
    Pare che la costruzione dei terrazzamenti a Monterosso al Mare si accelerò nel Seicento per ricavare quel giardinao che ora è sotto gli occhi del viaggiatore. Per secoli il paesaggio ha alternato a terrazzamenti di uva, quelli di cedro, fichi e soprattutto di limoni. I frutti servirono per secoli come concreto e pressoché unico magazzino di vitamina C, utile per sconfiggere lo scorbuto, mentre il clima favorevole ne permette oggi la coltivazione senza l’uso di additivi chimici e sino a quattro raccolti l’anno. Recenti studi hanno rivelato che la varietà più coltivata tra le 400 piante presenti alle Cinque Terre è simile al femminiello sorrentino, adatto alla trasformazione in marmellate, dolci e liquori cinqueterre.com
  5. 5
    Acciughe di Monterosso al Mare
    Malgrado le bizze del meteo alle quali è difficile abituarsi, secondo tradizione il passaggio delle acciughe di fronte alle Cinque Terre avviene intorno al 29 giugno, giorno dedicato al santo pescatore, San Pietro. E, seguendo arcaiche pratiche mai scritte, ma ancora oggi praticate, da quella data le acciughe avrebbero dovuto riposare sotto sale per almeno 40 giorni prima di poter essere consumate. Definito pane del mare, alimento praticamente indispensabile per le famiglie di queste scogliere, il pesce si lavora entro 48 ore: opportunamente pulito, viene inserito a raggiera, alternando indifferentemente la pancia e la schiena oppure la coda e la parte anteriore. Ma è imprescindibile che le acciughe siano ben compatte e tra uno strato e l’altro sia riposto il sale necessario a spurgarle e a conservarle. Le dimensioni delle acciughe? I più osservanti stabiliscono in 53 il numero presente in ogni chilogrammo marcopasini.com

 

Un consiglio: Da acquistare lo zafferano di Campiglia sulle colline che guardano Porto Venere