Martedì 23 Aprile 2024

Le Cinque Terre tra il mare 
e il cielo

Il paradiso in terra è qui come ci ricordano scrittori e poeti da Byron a Montale: un lembo di costa sulla Riviera Ligure di Levante dove la mano dell’uomo ha realizzato miracoli. Una meta da sogno se la si avvicina senza farsi fretta

Le Cinque Terre tra il mare 
e il cielo

Le Cinque Terre tra il mare 
e il cielo

Due cose. Primo. Le Cinque Terre non sono “il mare”. Sono “al mare”, o “sul mare”. Ma non “il mare”: la spiaggia intesa nel senso tradizionale c’è a Monterosso, la “terra di pianura”, l’ultima laggiù in fondo verso Genova. Il resto è altro. Un bagnetto lo puoi fare, qualche chiazza di simil-spiaggia c’è pure, qua e là, o magari ti prendi la barchetta e il battellino – ne noleggiano, e ci sono anche escursioni e gite, vuoi che manchino, dai – e vai a farti un tuffo. Dove si può, perché le Cinque Terre sono Parco. E area Marina Protetta. Danno e beffa al visitatore? No, casomai lezione, casomai invito, casomai suggerimento. E allora, secondo: ci si può anche scordare la macchina, per qualche tempo. Ci si può anche venire in treno, e attrezzati magari per farsi una vacanza che non sia “il mare”, o non solo quello.

Le Cinque Terre – per chi non li ricorda, da La Spezia in là: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza, Monterosso – sono anche e soprattutto tanto altro. Quadri naturali. Tableaux costruiti con una poderosa stretta di mano tra la natura e l’uomo, entrambi irriducibili in un braccio di ferro che è anche una stretta d’amore, in fondo le migliaia di chilometri di muretti a secco che cosa sono se non un sistema di difesa, antica ingegneria di gente semplice ma geniale, per l’uno e per l’altra, o viceversa se volete. E infatti, con i muretti che cadono sgretolati se ne va anche la tutela della natura, se ci sono le frane che fanno chiudere la Via dell’Amore…

La via dell’Amore, già. È quasi solo un ricordo, per chi l’aveva nel tempo percorsa intera, ne è risparto appena un chilometro, uno dei più suggestivi, e magari, diciamoci la verità, il più comodo e frequentato. Poco, ma meglio di niente, in attesa di poter ripercorrere per intero questo incredibile serpente aggrappato alle falesie a picco sul mare, che sarebbe oltretutto patrimonio dell’umanità per l’Unesco: poco, ma vuoi mettere, davanti a un bel tramonto in un sabato sera di maggio, in mezzo a una scia di profumi, un aperitivo mano nella mano e occhi negli occhi? Ecco. Il paradiso in terra è qui, lo sapevano scrittori e poeti, da Byron a Montale. Cinque Terre. Un lembo di costa sulla Riviera Ligure di Levante, dove la mano dell’uomo ha realizzato miracoli. Quasi una corsa continua di emozioni, quei cinque borghi a grappolo dall’alto giù fino al viola del mare, una dozzina di chilometri da un capo all’altro se si segue il Sentiero Azzurro (a pagamento, ma non protestate: è l’unico modo per mantenerlo…), e si attraversano ponti e boschi profumatissimi. Le terrazze delle vigne, in qualche tratto scoscese fino all’impossibile: se ci riuscite, provate a farvi trasportare anche solo per qualche breve tratto sui “trenini” a cremagliera che usano i contadini per trasportare l’uva, in certi punti sembra proprio di tuffarsi direttamente in questo incantevole mare viola.

Sentieri. Sono quaranta, per visitare le Cinque Terre dal mare ai monti. Se ci si prende il tempo, diventa una vacanza da sogno. Da vagabondi. Per dormire magari una notte nella Foresteria del Santuario di Soviore (uno dei cinque che dall’alto vegliano su ciascuno dei borghi), per andare a caccia di immagini da rubare. O anche dei sapori tipici. Dalle vigne che regalano un nettare prelibato, anzi più d’uno ( ne sapevano già Dante e Petrarca…): il Cinque Terre bianco, dagli aromi marini e floreali, e poi Sua Maestà lo Sciacchetrà, passito morbido dalle note di frutta secca e miele, albicocca e spezie, da bere con dolci e formaggi. Da non perdere poi le acciughe al sale, il “pan du ma” (pane del mare), come pure il miele e i limoni. E anche lo zafferano di Campiglia, lassù verso i declivi che guardano Porto Venere. Da dove potrete partire per una gita in battello. Tu chiamale, se vuoi, emozioni.