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Da Bergamo a Cremona, la musica corre lungo il Serio

di PAOLO GALLIANI -
1 luglio 2022
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Una ciclovia è una promessa: porta sempre da qualche parte. A volte riesce anche a svelare quello che la sola geografia non saprebbe evidenziare. Ovvio, il Serio non è un Mississippi. Non è nemmeno l’Adda. È un fiume discreto e schivo, che si accontenta di scendere dalle Orobie e puntare alla pianura padana attraversando due sole province (Bergamo e Cremona) per 120 chilometri. Ma diamine, è un autentico Nilo per i paesini deliziosi e le oasi verdi che lo incorniciano. Ed è un invidiabile fil rouge dentro una porzione della Lombardia dove la vera star è la musica. Perché lungo il suo corso, il Serio tocca località che hanno dato i natali a famosi compositori. E la Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) abituata a portare in giro idee geniali per promuovere le due ruote, non poteva che sposare il progetto ‘Musica nel Vento’, primo itinerario ciclo-musicale d’Italia, finanziato dalla Fondazione Cariplo. Intrigante. Come lo è il percorso protetto che prende il via da Bergamo, città di Donizetti, e da lì, via-Seriate, attraversa il Parco del Serio toccando belle località della Bassa bergamasca come Martinengo, sfondo al mitico film di Ermanno Olmi ‘L’albero degli zoccoli’. È un attimo e sono ancora i maestri del pentagramma a fare da guide ispiratrici, dopo Romano di Lombardia, la piccola Ricengo e il ‘Lago dei riflessi’ immortalato da Luca Guadagnino nel film ‘Chiamami col tuo nome’. Crema è a un passo, capitale dell’arte organaria come rivela l’apposita sezione del Museo Civico di piazzetta Terni de Gregorj. E qui la deviazione s’impone, perché sarebbe un sacrilegio snobbare lo snodo idraulico dei ‘Tredici Ponti’ a Genivolta dove si incrociano il Naviglio di Cremona, il Grande Pallavicino e il canale Vacchelli. E sarebbe da sciagurati accontentarsi, come potrebbe confermare Piercarlo Bertolotti, presidente della Fiab cremonese. Perché nei dintorni c’è Casalbuttano dove ha soggiornato Vincenzo Bellini e qui ha composto una delle sue opere più note, la ‘Norma’. Una manciata di  chilometri e il nome di un’altra località, Paderno Ponchielli, rivela quello che serve sapere: è nato proprio qui Amilcare Ponchielli. E in cerca di un finale sulle note del pentagramma, niente di meglio che puntare a Cremona. Certo, il turismo lento non ama le competizioni. Ma se deve esistere un traguardo, quello di ‘Musica nel Vento’ è proprio nella città del Torrazzo. Tra le botteghe dei liutai. E dentro le sale del Palazzo dell’Arte: dove ammirare con la devozione dovuta i violini di Niccolò Amati, di Pietro Guarneri. E del grande Antonio Stradivari. Info su www.fiabcremona.it   GUSTO A tavola i sapori della cucina padana Per compensazione, perché dopo un’impegnativa pedalata è giusta la ricompensa. E per amore della buona tavola, perché Cremona è un autentico Shangri-Là della cucina padana. E al ‘Tacabanda’ (via Marmolada 2, tel. 0372.433187) ci pensa il patron Carlo Bertolotti a legittimare tanto credito, anche grazie ai piatti goduriosi della chef Laura Morelli. Tra gli altri, quelli (e sono tanti) ispirati alle ricette del grande Ugo Tognazzi, come la ‘Faraona al tartufo’ e la ‘Coscia dell’oca Nerina’. Tra le altre chicche, il ‘Fiocco di vitello a lenta cottura con mostarda di Cremona’. Prezzo: 30-40 euro.  MARTINENGO Al Filandone quattro sere di rock e punk Splendido esempio di archeologia industriale del XIX secolo. E per quattro sere e un pomeriggio, prestigioso palcoscenico dove ascoltare musica e partecipare a laboratori sul pentagramma. Finalità: portare il pubblico a scoprire il ‘Filandone’, vecchia azienda tessile della famiglia Dania a Martinengo, nella Bassa Bergamasca. Giovedì 30 giugno, dopo il tramonto, musica live dedicata a Morricone. La sera successiva, electro soul e Indie Pop. Sabato 2, alle 15,30, atelier con il corpo musicale Sant’Agata e il 3 luglio, dalle 19, Rock alternativo, folk punk e Rock’n Roll. Info su www.martinengo.org PRO LOCO Visite ai castelli più belli Sempre questione di guerra. Per la precisione, all’epoca a scatenarla per questioni di confine erano sempre il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Il risultato: decine di rocche, fortificazioni e costruzioni militari un po’ ovunque, specie nel cosiddetto ‘Fosso bergamasco’ tra i fiumi Adda, Serio e Oglio. I castelli più fotogenici? Quelli di Malpaga, principale dimora quattrocentesca del Colleoni (Info: 035.840003), di Romano di Lombardia (0363.982348) e di Martinengo dove la Pro Loco organizza regolarmente visite guidate; 0363.988336). Info su www.martinengo.org