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Campania, patrimonio Unesco e di tutti

di PAOLO PELLEGRINI -
30 dicembre 2021
Pompei

Ancient walls in Pompeii with volcano Vesuvius in the background.

Marechiaro, la pizza, Amalfi, Pompei, Paestum. Tutto quello che ci sta intorno: come direbbe un noto spot pubblicitario, ti piace vincere facile… Se c’è una regione che ha tutto, ma proprio tutto per accaparrarsi il primato del numero di luoghi, fisici o anche ‘non materiali’, inseriti tra i patrimoni mondiali dell’umanità, insomma nella lista Unesco, ebbene ci sono pochi dubbi: è la Campania. Perché la Campania è storia, e storie, è cultura, arte, civiltà, ma è anche fantasia popolare, genio spicciolo e umanità incredibile, se come diceva uno dei suoi prìncipi, il grande Totò, “il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira”. Una citazione per tutte le mille e mille frasi, gli aforismi e le “cartoline” che hanno lasciato di Napoli scrittori, attori, gente dello spettacolo della cultura dello sport, e allora facciamola dire a Herr Johann Wolfgang Goethe: “Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi!”. Partiamo da Napoli e dal suo centro storico, per provare soltanto a sorvolare rapidamente la Campania dei siti Unesco. Sorvolare, certo: perché soltanto qui, tra Marechiaro e Villa Manzo, tra Piazza del Plebiscito e Castel dell’Ovo, tra Villa Manzo e la Galleria ti perderesti per giorni e giorni, perfino ogni frase che ti entra nelle orecchie meriterebbe una sosta, per non parlare di quello che ci sta là sotto. E ti rendi conto subito che il tempo è tiranno, e anche lo spazio è tiranno per raccontare la Campania dell’Unesco. Che non è solo Napoli, perché anche soltanto a parlare di pizza - patrimonio immateriale, ma si fa per dire, quando te la trovi di fronte bella appena sfornata, altro che immateriale… - gli inviti che ti arrivano sono tanti, le guide dei critici e degli esperti ne segnalano di eccellenti anche nel Casertano. Dove t’imbatti per l’appunto in un’altra stupenda chicca, la Reggia del Vanvitelli con le sue sale magnifiche, ma soprattutto con il parco, lassù in alto l’incanto del Giardino, e giù verso il palazzo la fantastica scenografia dell’Acquedotto. E là fuori, a pochi passi, tutt’altra faccenda con il Complesso i San Leucio, il “villaggio della seta” inventato da re Ferdinando IV di Borbone, modello ante litteram di “città ideale” non solo nell’urbanistica. Insomma, dai, fai appena in tempo a nominarle, tutte queste bellezze della Campania. Come, per dire, la regione archeologica più affascinante, gli scavi di Pompei ed Ercolano, le città sepolte dalla lava del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. I templi di Paestum (e la Tomba del Tuffatore, nel museo), prima ma non unica eccellenza dell’intero Parco del Cilento che arriva fino al Vallo di Diano e alla Certosa di Padula. E infine, una sorpresa dove non te l’aspetteresti, la chiesa longobarda di Santa Sofia a Benevento. Sì, è vero, ci piace vincere facile.

Il consiglio

C’è anche la Dieta Mediterranea nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità da tutelare: non a caso considerato che la stessa non è solo un semplice elenco di alimenti o una tabelle nutrizionale, bensì uno stile di vita che ha alla base cultura e convivialità, oltre che benessere.

Top 5 Campania

  • Un mondo a parte

Il centro storico di Napoli è un piccolo grande microcosmo, fatto di una miriade di sfaccettature. Pino Daniele cantava che “Napule è mille culure’ e aveva ragione. è Patrimonio dell’Umanità e anche di Umanità. Da toccare con mano, da vivere.

  • Sorrento da sogno

Non è (ancora) nella lista Unesco, ma ne avrebbe i numeri. La costiera sorrentina è stupenda, in particolare in questo periodo delle festività. A Sorrento nel cuore del paese, un albero maestoso si illumina a tempo di musica e tutti gli alberi di limone sono carichi di luci. Unico.

  • Lacedonia sui tratturi antichi

Primavera, andiamo. è tempo di migrare. Pastori e allevatori che “vanno pel tratturo antico al piano”, con i greggi e le mandrie, “su le vestigia degli antichi padri”. Lacedonia, piccolo comune di duemila abitanti, ma sede vescovile già mille anni fa e oggi decima ‘stella’ Unesco. Proprio per via di quel ‘tratturo’, la Campania incontra la Lucania e la Puglia.

  • Il Vesuvio e il miglio d'oro

Non solo Pompei ed Ercolano e l’area degli scavi. Nella lista dell’Unesco c’è perfino il Vesuvio, che di quella catastrofe fu l’artefice. è la Riserva della Biosfera ‘Somma-Vesuvio e Miglio d’Oro’: il territorio compreso nel Parco del Vesuvio e la fascia costiera circostante, compresa l’area di Pompei e le ville vesuviane del XVI e XVII secolo dislocate lungo il ‘Miglio d’Oro’.

  • Nola e gli otto obelischi

C’è Palmi con il carro della ‘Varia’. C’è la Faradda dei Candelieri di Sassari e la Festa di Santa Rosa a Viterbo. E c’è anche la Campania, tra le Feste della Grandi Macchine a Spalla, Patrimonio Unesco: con Nola e gli otto obelischi di legno e cartapesta che girano la città per la Festa dei Gigli, che il 22 giugno commemora il ritorno del patrono, San Paolino ‘patrono delle campane’.