Basilicata, una regione fatta di sapori rurali ma intensi
“Terra magra dove il grano cresce a stento / e l’uliva ha il gusto dell’oblio, / il sapore del pianto”. Leonardo Sinisgalli è il poeta della ‘dolce Val d’Agri’, come lui la chiama. Nato a Montemurro, ha raccontato la sua terra per quello che è: aspra, generosa, tutta da scoprire. D’altronde chi l’ha visitata ed è riuscito a entrare nella sua natura la racconta come un vero gioiello per la vista e l’olfatto, un gusto talmente vero e popolare che ammalia chi ci passa. Qualcuno la può pensare terra arida e senza alcun sbocco, ‘uccisa’ dalle risorse energetiche presenti nel sottosuolo, ma un personaggio che della bellezza e della profondità delle parole ha fatto la sua meritata fortuna, e che di questi luoghi è originario (il nonno era di Bernalda, provincia di Matera), vale a dire il regista Francis Ford Coppola, non ha dubbi sulle possibilità di sviluppo: “Mi piacerebbe aiutare questa regione che preferisco chiamare Lucania e non Basilicata. Vorrei avviare un nuovo tipo di turismo, che unisca le bellezze dei luoghi alla loro storia, alla cultura e alla prelibatezze alimentari”.
Si può fare. D’altronde “Matera è una città straordinaria e magica”, dice Morgan Freeman. E Mel Gibson rincara la dose su questa perla che è stata capitale europea della cultura e dei suoi ‘sassi’ ha fatto un vanto: “La prima volta che l’ho vista ho perso la testa perché era semplicemente perfetta”. La cucina lucana risente un poco delle influenze delle confinanti Campania e Puglia, ma riesce a essere autonoma perché anche se qualche ricetta può provenire dall’altrove, le massaie lucane riescono a rileggerla e attualizzarla coi prodotti delle loro campagne. E se è vero che l’eccellenza in cucina della Basilicata è il peperone crusco di Senise, non si può non apprezzare il cosiddetto ‘ragù lucano’: gli ingredienti possono cambiare, ma non si può prescindere da lucanica, la salsiccia del luogo, pancetta, pecorino e lardo. Materie corpose, ma che non peseranno sullo stomaco da tanto che sono miscelate con sapienza e amore.
Top 5 della Basilicata
1 LE ORECCHIETTE E I SUOI CUGINI STRASCINATI
Gli strascinati sono orecchiette dal formato più grande. Si chiamano così proprio perché le dita ‘trascinano’ il pezzetto di pasta, fino a dargli la tipica forma oblunga e concava. Un suggerimento molto prelibato è quello di accompagnarli alla ricotta salata, altro must dei pascoli lucani.
2 IL PEPERONE NELLA PASTA
Con il peperone crusco si prepara un piatto contadino: la pasta con peperoni secchi fritti e mollica di pane. Anche la mollica viene fritta per rendere il primo più croccante e intenso. Questa verdura è usata nella zucca di piti e patate.
3 GLI STROZZAPRETI E LA CANNELLA NEL Dì DI FESTA
Un piatto ricco, una volta riservato al martedì grasso e alla domenica, è quello degli ‘ndruppeche, o strozzapreti con ragù all’intoppo. Il ricco condimento della tradizione può arricchirsi di un ingrediente insolito per i primi piatti: la cannella. Un Carnevale diverso, quindi, con la base del ragù di maiale
4 LAGANEE CON I CECI
Le lagane ricordano grandi tagliatelle, ma sono realizzate in un formato più largo, circa 2-3 centimetri. Unite ai ceci, fatti bollire e poi insaporite con passata di pomodoro, diventano un piatto cremoso e profumato. Sono ok anche asciutte
5 GLI SPAGHETTI DI MARATEA AL POMODORO
Chi vuole godersi la splendida località sul Tirreno può farlo con un piatto di pasta semplice ma gustoso: una semplicissima pasta condita con pomodori concassé scaldati a bagno maria con dell’aglio e dell’ottimo olio. Se poi si riesce ad avere anche pesce e crostacei freschi, il condimento può diventare di mare