Mercoledì 24 Aprile 2024

Maranello e dintorni

Alla scoperta del territorio modenese, fra castelli, industria ceramica, buon cibo e un marchio fra i più conosciuti al mondo: la Ferrari.

Museo Ferrari

Museo Ferrari

 

Sono romagnola, anche se abito in provincia di Bologna, ma Imola, la mia città, viene da sempre considerata il primo Comune al confine fra l’Emilia e la Romagna, per cui, con qualche dubbio, ho sempre pensato di vivere in Romagna.

Oggi però vi porto in Emilia, più precisamente nella provincia di Modena.

Sono svariate le attività possibili in questa zona, piena di luoghi non molto conosciuti, ma che meritano di essere citati e visitati perché parte del Patrimonio Nazionale di cui noi Italiani andiamo così tanto fieri: sto parlando ad esempio del Castello di Formigine, del Castello di Spezzano, sede anche del Museo della Ceramica, ma anche delle Salse di Nirano, delle antiche Terme della Salvarola, senza dimenticare poi che quando parliamo di Maranello, comune che si trova a 15 km da Modena, un unico grande nome riecheggia nella mente di tutti: la Ferrari.

 

MUSEO FERRARI e STABILIMENTO

Premetto che negli anni ’90, quando ero bambina, mio fratello più grande mi portava sempre con lui all’autodromo di Imola a vedere le prove di Formula 1. Ovviamente le “rosse” erano le nostre preferite e trovarmi ora qui, a Maranello, all’interno del Museo Ferrari, mi riporta indietro negli anni e mi strappa un sorriso nostalgico.

Un “must” per tutti gli appassionati del cavallino rampante. Un viaggio tra vetture di Formula 1, modelli leggendari delle categorie Sport e Gran Turismo, sale tematiche, approfondimenti sul mondo delle corse e sulle Ferrari che hanno fatto la storia dei motori, nonché proiezioni di filmati e simulatori di Formula 1. Un’esperienza unica e tutta da vivere.

A pochi passi dal Museo, in via Enzo Ferrari, sorgono la Gestione Sportiva, interamente dedicata alle attività della Scuderia e appena oltre, in via Alfredo Dino Ferrari, si trova l’ingresso storico agli stabilimenti (visibili solo dall’esterno).

Proprio davanti a questo ingresso si trova il Ristorante Cavallino, luogo preferito di Enzo Ferrari, oggi in fase di ristrutturazione, e che a partire dal 2021 verrà gestito dallo Chef Internazionale Massimo Bottura, cuoco italiano conosciuto a livello mondiale, proprietario dell'Osteria Francescana di Modena, ristorante premiato con tre stelle Michelin.

Se sentite un rombo mentre percorrete le strade di Fiorano e Maranello con tutta probabilità arriverà dalla Pista: lo spettacolo della Ferrari in prova cattura sempre lo sguardo di automobilisti, ciclisti e passanti che si fermano ad ammirarla. Il tracciato si snoda in 3 km, con 14 curve e una chicane. Nei pressi dell’ingresso un monumento commemora il leggendario pilota Gilles Villeneuve: è a lui che è stata dedicata la via in cui la pista si trova oggi.

 

ALCUNI NUMERI e CURIOSITÀ:

  • 4000 dipendenti lavorano in Ferrari.
  • Ogni anno vengono prodotte circa 10.000 Ferrari, tailor-made (fatte su misura del cliente ed interamente personalizzate)
  •  È possibile scegliere fra decine e decine di colori, tranne uno che è assolutamente vietato: il rosa.
  • La Ferrari si trova costretta a respingere ogni anno molte delle richieste che riceve.
  • Tempi di attesa: circa 12 mesi.
  • Ogni giorno dallo stabilimento escono dalle 25 alle 35 Ferrari, pronte per essere consegnate in tutto il mondo.
  • La Enzo è una delle auto più ammirate e ricercate dagli appassionati e dagli acquirenti del marchio. La produzione di questa vettura è durata dal 2002 al 2004. Acquistare una Enzo non era così semplice: per averla era la Ferrari stessa a contattare la clientela, selezionandola tra alcuni V.I.P. e persone che già possedevano o avevano posseduto un totale di cinque modelli Ferrari. I clienti erano quindi chiamati a Maranello per personalizzare e rendere unico il proprio esemplare.

 

CASTELLO DI FORMIGINE

Spostandoci da Maranello di alcuni chilometri, è possibile raggiungere Formigine, paese di 34.000 abitanti, a sud di Modena, famoso per il suo Castello che si affaccia sulla piazza centrale, piazza Calcagnini, e che per la sua centralità rispetto al territorio, è un importante centro culturale cittadino, che accoglie ogni anno numerosi eventi.

Si tratta di un Castello medievale edificato nel 1201, nel cui parco sono ancora visibili i resti archeologici dell’antica pieve di S. Bartolomeo e alcune sepolture. Il parco, elemento di forte aggregazione per la possibilità di ospitare eventi, è un’oasi in pieno centro storico.

La nostra guida ci ha fatto salire fino alla Torre dell’Orologio, rigorosamente uno alla volta per via delle scale un po’ “datate” e cigolanti, ma non per questo meno suggestive.

Nella parte più antica del Castello ha sede il Museo archeologico-multimediale, che racconta le vicende storiche attraverso le installazioni multimediali di Studio Azzurro, noto centro di ricerca artistica milanese. Nel Castello è possibile visitare anche la stanza del Castello Errante, uno scrigno che si svela attraverso suoni e immagini tridimensionali, trasportandoci dalla realtà al sogno, dove i racconti, le leggende e le fiabe sembrano prendere vita. Ogni anno, il 24 agosto, in occasione della festa del patrono della città (San Bartolomeo), queste immagini vengono proiettate sulle pareti del Castello, ed è uno spettacolo imperdibile per tutti i Formiginesi.

 

CASTELLO DI SPEZZANO e MUSEO DELLA CERAMICA

All’interno del Castello di Spezzano troviamo la famosa “Sala delle vedute”: affrescata intorno al 1596 da Cesare Baglione, pittore di corte dei Farnese, ritrae i domini di Marco III Pio di Savoia e della moglie Clelia Farnese. Sono raffigurati 56 paesi che rappresentano lo Stato di Sassuolo.

Elegante residenza di campagna risalente al XIII secolo, è oggi sede del Museo della Ceramica che racconta le tecniche di produzione, dalla preistoria ad oggi, attraverso ricostruzioni di archeologia sperimentale di oggetti, strumenti e fornaci, ambientazioni e allestimenti interattivi, con una sezione multimediale dedicata alla Manodopera. Museo assolutamente da non perdere, ad ingresso gratuito, ma serve prenotare la visita.

Sempre qui vengono inoltre organizzati numerosi Laboratori per gruppi e scuole, in cui un esperto ceramista insegna le tecniche della lavorazione. Ciò che sembra facile, in realtà di semplice ha ben poco. Ci siamo cimentati anche noi in quest’arte, senza troppe pretese, e ora il frutto del nostro duro lavoro rimarrà nelle nostre case a ricordo di questa interessante esperienza.

 

SALSE DI NIRANO

Dal Castello di Spezzano, in bici o a piedi, percorrendo un sentiero di 4 chilometri, si arriva alle Salse di Nirano. Ne avete mai sentito parlare?

Si tratta di uno spettacolare fenomeno geologico di coni pseudovulcanici, formati da emissioni di fango freddo, prodotte dalla risalita in superficie di acqua salata e fangosa, frammista ad idrocarburi principalmente gassosi (metano) e in piccola parte liquidi (petrolio) lungo faglie e fratture del terreno. Il nome “Salse” dipende dall’alto contenuto di sale delle acque fangose, la cui origine è da collegarsi alla presenza del mare che occupava l’attuale Pianura Padana fino a circa un milione di anni fa. Siepi e boschetti attorno alle Salse ospitano al loro interno svariate specie di uccelli. La Riserva Naturale si estende sulle prime pendici dell’Appennino Modenese, e dispone di 13 sentieri attrezzati e accessibili a tutti (anche alle persone disabili).

 

TERME SALVAROLA

Dopo una giornata alla scoperta di tutti questi bellissimi luoghi, cosa poteva esserci di meglio del regalarmi un pò di benessere, immersa nel verde di un maestoso parco?

Alle antiche Terme della Salvarola sono disponibili tutte le cure termali classiche, mentre il centro Benessere Balnea è dotato di piscine termali a diverse temperature, palestre e trattamenti estetici sensoriali. Sono disponibili trattamenti classici e massaggi orientali, ma molto famoso e piacevole è anche il massaggio all’uva, che ho avuto la fortuna di provare, e le cui proprietà sono note sin dai tempi antichi: il territorio è infatti fonte di ispirazione per le Terme della Salvarola che uniscono le benefiche proprietà delle loro acque termali (utilizzate dai Romani, da Matilde di Canossa e dagli Estensi) alle eccellenze locali (uva, ciliegie, zucca).

 

LA CUCINA

Modena è famosa nel mondo per i suoi sapori e per l'arte della buona tavola.

Molte ricette tradizionali sono nate dalla miseria e dalla disponibilità di pochi generi di base. Queste ricette della tradizione sono state riscoperte e vengono proposte in locali della provincia e della montagna. Oltre ai classici tortelli e tortellini, molto gradito è ad esempio lo gnocco fritto, ma anche le crescentine cotte nelle tradizionali tigelle.

 

CURIOSITÀ: si chiamano tigelle o crescentine?

Il termine “crescentina” indica di fatto questo impasto di farina cotto in piccoli dischi. Le tigelle sono invece i piccoli sostegni circolari in terracotta utilizzati proprio per cuocere le crescentine attorno al fuoco. Quindi le crescentine si cuociono sulle tigelle, ma negli anni questo termine ha sostituito il vero nome dell’alimento.

 

In tutto il territorio provinciale sono visitabili aziende agricole produttrici di Formaggio Parmigiano-Reggiano, Lambrusco di Modena, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Prosciutto di Modena e altre eccellenze del territorio.

Appositi Consorzi di tutela sono sorti nel territorio a garanzia dell'autenticità di questi prodotti e svolgono un'opera di informazione, documentazione e promozione delle varie specialità modenesi.

A tal proposito è molto importante per questa zona il Consorzio tra produttori di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.

 

ACETO BALSAMICO

Non potevamo andare via senza aver fatto una degustazione di quello che è il prodotto simbolo di Modena fin dall'undicesimo secolo: l'aceto balsamico.

Per secoli la sua produzione (nell'asciutta acetaia di soffitta ereditata di generazione in generazione) fu prerogativa di grandi casati, ma anche di famiglie più umili, con una destinazione limitata all'uso domestico o, al massimo, al dono di prestigio. Nel 1967, in occasione della fiera di San Giovanni, il comune di Spilamberto lanciò un concorso fra i produttori. L'interesse si accrebbe e così, nel 1969 nacque la "Consorteria dell'Aceto Balsamico Tradizionale", con lo scopo di promuovere e sostenere iniziative dirette alla produzione e alla valorizzazione di questo prodotto. Le caratteristiche uniche sono il frutto di un periodo di invecchiamento che può oscillare dai 12 ai 25 anni e oltre, tempo in cui il mosto delle uve fermenta, matura e invecchia nelle botti sempre più piccole, che possono essere di vari tipi. I legni più utilizzati sono: il castagno, il gelso, il ciliegio, il frassino, il ginepro, la robinia e il rovere.

Abbiamo fatto una degustazione di due tipi diversi di aceto balsamico: la differenza fra il primo, invecchiato 12 anni, e il secondo, invecchiato 25, è notevole e percepibile al palato, parola del Gran Maestro che ci ha ospitati.

 

CURIOSITÀ: il vero aceto balsamico tradizionale può essere venduto unicamente nella bottiglia disegnata per il Consorzio.

 

RICETTE TIPICHE MODENESI

 

LO GNOCCO FRITTO  

Ingredienti (dose per 6 persone) gr. 500 di farina, gr. 70 di strutto o olio, 1 pizzico di bicarbonato e 1 di sale Impastare con acqua o con latte. Il latte rende lo gnocco più morbido ed elastico. Deve essere lavorato a lungo e l'impasto deve risultare sostenuto, la pasta elastica. Deve essere tirato in una sfoglia sottilissima, dopo avere lasciato l'impasto in riposo, almeno mezz'ora. Se verranno rispettati questi passaggi lo gnocco si gonfierà immediatamente nel friggere, resterà asciutto e assorbirà poco olio. Si mangia accompagnato con salumi, formaggi, anche con marmellata, oppure freddo come tipica colazione, con il caffelatte. ORIGINE STORICA Lo gnocco nasce come sostituto del pane, e una volta, in campagna, rappresentava la colazione mattutina, e la pausa di mezza mattina dei lavori agricoli che iniziavano all'alba.

 

 

 

 

TIGELLE o CRESCENTINE

 

Ingredienti: 1/2kg di farina - 3 cucchiai d'olio di oliva - 150ml latte - 1 bustina di lievito secco o un panetto di lievito di birra fresco - zucchero - sale Sciogliere il lievito in ½ bicchiere d'acqua tiepida e aggiungere un cucchiaino di zucchero. Lasciare riposare 10 minuti per far gonfiare il lievito. Su una spianatoia disporre a fontana la farina e aggiungere al centro il lievito, il latte e il sale. Impastare bene tutti gli ingredienti fino a formare una palla liscia e compatta. Riporre e lasciare lievitare per 2-3 ore in una ciotola coperta. Lavorare l'impasto creando tante piccole palline della dimensione di una noce. Stendere ogni pallina col mattarello per ottenere dei cerchietti di pasta dello spessore di mezzo centimetro.  Cuocere le tigelle nell'apposita piastra preriscaldata, avendo cura di farle dorare bene.  Servire ben calde con affettati, formaggi e lardo.

(Ricette tratte dalla pubblicazione "L'ANIMA E LA GOLA" a cura del Consorzio Modena a Tavola)

LAMBRUSCO

Il Lambrusco è un vino rosso che si abbina magnificamente con tutti i piatti della cucina emiliana: antipasti (salumi, insaccati, parmigiano-reggiano), primi piatti (tortellini, lasagne, tagliatelle), secondi piatti (cotechino, zampone), dolci (per i quali è preferibile la versione amabile)

 

I Lambruschi DOC della zona sono: Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di S. Croce e Lambrusco Grasparossa di Castelvetro.  

CÀ DEL RIO

Non si tratta di un semplice ristorante, ma molto di più: è un’azienda agricola con produzione propria di confetture e vini, nonché un bellissimo resort in una location estremamente piacevole e confortevole. La zona ristorante è stata ricavata da un’antica stalla e l’albergo è composto da camere spaziose ed eleganti, distribuite nei due edifici, per un totale di 25 posti letto. La natura circonda la struttura, dotata di un ampio parcheggio e di un parco giochi per i più piccoli. Campi di ciliegie, vigneti e animali circondano Cà del Rio, che offre anche la possibilità di affittare la location per cerimonie ed eventi, nonché l’occasione di volare sulle bellezze del territorio modenese a bordo di un elicottero, o per i più romantici, di una mongolfiera (io personalmente l’ho già messa nella mia lista di cose da fare almeno una volta nella vita!)

Si può sorvolare il Castello di Formigine, il circuito di Fiorano, la Ghirlandina di Modena. Si può prenotare chiamando Cà del Rio, che in collaborazione con il Club Aeronautico di Sassuolo, organizzerà questa meravigliosa esperienza della durata minima di 10 minuti (costo 60 € a persona).