Giovedì 25 Aprile 2024

ROMAGNA BELLICOSA MAI PRIVA DI GUERRA E PREDA DI TIRANNI

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A Ravenna terminò il suo viaggio, ma Dante attraversò e conobbe buona parte della Romagna, "tra ‘l Po e ‘l Monte e la marina e ‘l Reno", come fa dire al nobile Guido Del Duca nel XIV canto del Purgatorio, in un dolente compianto che abbraccia una miriade di località, da Bertinoro a Castrocaro, a Carpegna o "Bagnacaval, che non rifiglia". Già nell’Inferno (canto XXVII), Dante aveva incontrato il condottiero Guido da Montefeltro a cui il poeta aveva raccontato di una Romagna che "non è, e non fu mai, sanza guerra nel cuore de’ suoi tiranni": la Ravenna dei Da Polenta, e Forlì che si ritrova sotto gli artigli degli Ordelaffi, Rimini con "i due mastini" da Verucchio, Malatesta e il figlio Malatestino, e Faenza e Imola, le città di Lamone e Santerno, condotte da Maghinardo Pagani "che muta parte" dall’estate all’inverno, ora guelfo, ora ghibellino, e ancora Cesena, "quella cu’ il Savio bacia il fianco". Quasi certamente "è molto probabile che Dante abbia soggiornato a Modigliana", osserva lo storico Giulio Ferroni. A Forlì Dante arrivò nel 1303: in corso Garibaldi, sulla facciata del Palazzo Albicini una lapide ricorda che lì il poeta fu ‘oratore dei fiorentini di parte bianca proscritti’.

s. m.