Mercoledì 24 Aprile 2024

Così Ferrara celebra gli antenati

Il trisavolo di Dante, Cacciaguida, aveva sposato un'Aldighieri e da Alighiera derivò il suo cognome

Paolo e Francesca

Paolo e Francesca

Nonostante le difficoltà del momento, in varie città sono in preparazione mostre d’arte dedicate al VII centenario della morte di Dante Alighieri. Tra queste, curiosamente, anche Ferrara. "La storia di Dante ha sfiorato quella di Ferrara e qui ha ispirato artisti e scrittori e ha incontrato grande fortuna, già presso la corte Estense - dice il sindaco Alan Fabbri -. Ed è questa storia che vogliamo approfondire e valorizzare affinché anche Ferrara possa dare il proprio contributo a questa importante ricorrenza". Benché non sia mai vissuto nella città estense (ma solo nel suo territorio, essendosi malato a Pomposa di quella grave forma di malaria che lo condurrà alla morte) il Sommo Poeta era legato a Ferrara da questioni dinastiche: ed è stato molto amato dagli artisti locali, come illustrerà la mostra Dante Ferrarese, ideata dallo storico dell’arte Lucio Scardino.

Benchè nel 1766 il poeta ferrarese Alfonso Varano avesse scritto Visioni sacre e morali, neo-dantesche e che molto piacquero al giovane Leopardi, nessuno o quasi supponeva legami fra il Vate e la città sino al 1865. Quell’anno il bibliotecario Cittadella pubblicò un saggio sulla famiglia Aldighieri, che dimostrò come la moglie del trisavolo di Dante, Cacciaguida, avesse sposato una donna proveniente da quella casata ferrarese e dal quale derivò il matronimico: i parenti di Alighiera erano sepolti nella chiesa di Santa Maria Nuova e S. Biagio di piazzetta Lucchesi. Così nel 1890 il parroco intraprese una campagna di scavo, che gli farà ritrovare ossa e oggetti vari; subito dopo venne fondata la sezione ferrarese della Dante Alighieri, che poi farà erigere un piccolo monumento a Dante nel Parco Massari (di Mirella Giacomelli), promuovere convegni, fondere medaglie commemorative e nel 1900 vari artisti ferraresi parteciparono al concorso fiorentino per la nuova edizione Alinari della Commedia. Fra questi, Magrini, Mentessi, Tagliaferri, Capatti e Cesare Laurenti. Quest’ultimo giungerà dieci anni dopo a progettare un grandioso Monumento in memoria di Dante, previsto a Roma ma i cui bozzetti oggi sono al Museo Civico d’Arte Moderna di Ferrara.

Alla Biennale veneziana del 1909 il grande Gaetano Previati presenterà il suggestivo telero su Paolo e Francesca, pervenuto al museo ferrarese per una civile forma di “crowdfundig”. Un secolo fa si decise quindi di realizzare la cripta ideale degli Aldighieri. Su progetto di Gualtiero Medri si scavarono 5 metri sotto il livello della chiesa, si rifece la facciata di Santa Maria Nuova, uscirono varie pubblicazioni e Arrigo Minerbi realizzò la scultura Crisalide, pregna di suggestioni dantesche. Nel frattempo la locale fabbrica dolciaria F.I.S realizzava il cioccolatino Dante. Da allora fu tutto un fiorire di opere d’arte intese a ferraresizzare lo scrittore e i personaggi del poema: Enzo Nenci presentò nel 1926 una cera ispirata al conte Ugolino in una collettiva presso il Castello e per decenni il maestro Franco Morelli illustrò la Divina Commedia: centinaia di oniriche opere donate dalla vedova alla Galleria Civica di Cento, a 30 km da Ferrara.

Nel 1965 si costruì a Ferrara una scuola media dedicata a Dante Alighieri, ornata di sculture di Gabriella Volta, mentre negli anni successivi molti scultori ferraresi vollero partecipare alla Biennale del Bronzetto Dantesco di Ravenna: ricordiamo perlomeno Laerte Milani, Rita Da Re, Adriana Mastellari, Franca Castelli ed Ermanno Besantini.

Dante Ferrarese: un mito che regge ancora oggi....