Alla scoperta delle pagine marchigiane

La Regione promuove un itinerario da Gradara al fiume Tronto sulle orme della 'Commedia'

La Galleria degli Stucchi

La Galleria degli Stucchi

La Regione Marche partecipa alle celebrazioni dantesche con due itinerari turistici che mirano a valorizzare il locale patrimonio immateriale cantato dal poeta. L’avventura narrata nella Divina Commedia cita incontri, personaggi e luoghi storici marchigiani. Celeberrima la struggente passione degli amanti Paolo e Francesca cantata nel V Canto dell’Inferno tra le imponenti mura fortificate del Castello di Gradara, tappa obbligata dell’itinerario Viaggio nelle Marche sulle Orme di Dante. Qui sopravvive la famosa Camera di Francesca, tra passaggi segreti, torri merlate, affreschi e opere d’arte. Immancabile è poi la vista sull’Adriatico che si gode dal promontorio di Fiorenzuola di Focara, immerso nel verdeggiante Parco Regionale del Monte San Bartolo, ricco di sentieri suggestivi per trekking a caccia di ginestre e orchidee selvatiche. Data l’altezza delle rocce di falesia a strapiombo sul mare, l’Alighieri narra fosse luogo utilizzato dai sicari dei Malatesta per sbarazzarsi dei nemici. Città parimenti legata a tragici delitti è Fano, con la vicenda dell’illustre concittadino Jacopo del Cassero, assassinato per vendetta. Grazie alle sue parole Dante descrive per la prima volta le Marche come “quel paese che siede tra Romagna e quel di Carlo”, riferendosi al Regno di Napoli retto da Carlo II D’Angiò, donando alla regione una delle prime letture geografiche della storia. Tra una visita al monumentale Arco romano di Augusto circondato dai Giardini del Pincio e l’imponente Rocca, è possibile omaggiare le spoglie di Jacopo nella Chiesa di San Domenico, dov’è affisso un epitaffio in marmo ispirato ai versi danteschi. L’itinerario prosegue verso lo splendido Eremo camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana, circondato da rigogliose faggete alle pendici del Monte Catria, scenario ideale per escursioni all’aria aperta. Il monastero, cantato dal Sommo Poeta nel Paradiso, è legato alla guida carismatica del camaldolese San Pier Damiani, attraverso cui il Poeta si fa portavoce del desiderio di rinnovamento della cristianità. Da qui, in un baleno si raggiunge l’incantevole luogo dov’è probabile che San Pier Damiani abbia trascorso un periodo di ritiro spirituale in una chiesa sul mare Adriatico, “nella Casa di Nostra Donna in sul lito adriano”. L’ipotesi porta all’incantevole scenario del Parco Regionale del Monte Conero, che custodisce la chiesetta di Santa Maria di Portonovo, piccolo gioiello romanico immerso tra verdeggianti pinete a pochi metri dal mare. Altri studi fanno pensare al colle panoramico dove sorge il Santuario Mariano di Loreto, dove perdersi tra l’affascinante leggenda della Santa Casa giunta in volo da Nazareth, ammirare le bianche architetture del Bramante e le preziose opere rinascimentali di Lorenzo Lotto, Melozzo da Forlì e del Pomarancio. Molti non sanno che a Jesi nell’estate del 1472 venne pubblicata la prima edizione a stampa della Commedia, per mano del tipografo jesino Federico De’ Conti. Passeggiando nell’intreccio di vicoli e piazzette del centro, si possono ammirare maestose residenze nobiliari, come Palazzo Pianetti sede della Pinacoteca civica, con i capolavori di Lorenzo Lotto, il Museo Stupor Mundi e la monumentale Piazza Federico II, dove nacque il grande Imperatore, per il quale Dante nei Canti X e XIII dell’Inferno mostra ammirazione per la straordinaria abilità politica. La poesia delle strofe dantesche tocca anche Senigallia, ricordata per la propria magnificenza assieme a Urbisaglia, un tempo importante snodo commerciale con monumentali effigi romane tra cui il teatro e l’anfiteatro ancora oggi stupendamente conservate nel Parco Archeologico di Urbs Salvia. Cavalcando lunghi crinali coltivati a ulivi si scorge Fermo, città che durante il periodo d’esilio presso la curia pontificia locale colpi il Poeta oltre che per i panorami e le bellezze architettoniche anche per le particolari inflessioni dialettali degli abitanti. Giunti ai “confini con il Regno”, parafrasando lo stesso Dante, ci si può avventurare in un trekking fluviale in canoa alla scoperta della ricca avifauna sul Fiume Tronto, che storicamente delimita il territorio marchigiano, menzionato da Dante nel Paradiso per tracciare le terre del Re franco Carlo Martello. Sul portale regionale del turismo tutti i particolari e i riferimenti per Viaggio nelle Marche sulle orme di Dante.