Angelina Jolie e la paura del cancro. Dopo il seno, si è fatta asportare anche le ovaie

L'attrice ha reso pubblica la sua scelta con un intervento sul New York Times. La star di Hollywood è portatrice di una mutazione genetica che le ha dato un rischio pari all'87 per cento di sviluppare un tumore al seno e al 50 per cento di sviluppare un cancro alle ovaie

Angelina Jolie (Olycom)

Angelina Jolie (Olycom)

Washington, 24 marzo 2015 - Dopo la doppia mastectomia di due anni fa per il timore di contrarre un cancro al seno, Angelina Jolie ha deciso di farsi asportare anche le ovaie. L'attrice, le cui scelte in materia di salute hanno spesso fatto discutere, ha deciso di sottoporsi al delicato intervento chirurgico, rendendo pubblica la sua decisione con un intervento sul New York Times intitolato "Diario di un intervento chirurgico". 

La moglie di Brad Pitt ha annunciato di essersi fatta asportare ovaie e tube di Falloppio, per il timore di contrarre un cancro: una decisione maturata alla luce di una storia familiare drammatica, con la morte della madre, a 56 anni, della nonna e della zia per tumore. 

La star di Hollywood è portatrice di una mutazione genetica che le ha dato un rischio pari all'87 per cento di sviluppare un tumore al seno e al 50 per cento di sviluppare un cancro alle ovaieLa 39enne attrice americana ha ereditato dalla madre il gene difettoso "Brca 1", fattore di rischio per seno e a ovaie. La nuova operazione è stata decisa dopo che alcuni esami avevano evidenziato un'infiammazione in corso che poteva essere l'indicatore dell'insorgenza di un tumore. Anche se esami successivi hanno dimostrato che non era così, l'attrice ha deciso di procedere ugualmente con l'intervento chirurgico. "Un test positivo del Brca non significa un balzo verso la chirurgia - ha scritto la Jolie -. Nel mio caso, medici orientali e occidentali che ho visto hanno concordato che un'operazione per rimuovere i tubi e le ovaie fosse l'opzione migliore, perché oltre alla presenza del gene Brca, tre donne nella mia famiglia sono morte di cancro". I suoi medici le hanno detto che si sarebbe dovuta sottoporre a chirurgia preventiva circa dieci anni prima della diagnosi delle patologie nei suoi parenti. "A mia madre fu scoperto un cancro alle ovaie quando aveva 49 anni. Io ne ho 39", ha ricordato. 

Jolie ha spiegato che si era preparata all'ipotesi di rimuovere le ovaie sin dalla doppia mastectomia cui si era sottoposta. "Ho passato quello che immagino migliaia di altre donne provino. Ho detto a me stessa di restare calma, di essere forte, che non avevo ragione di pensare che non avrei vissuto per vedere i miei figli crescere e conoscere i miei nipoti", ha scritto la star. "Ho chiamato mio marito in Francia e nell'arco di alcune ore era su un aereo. La cosa bella di questi momenti nella vita è che c'è tanta chiarezza. Sai ciò per cui vivi e quello che conta".

Il marito Brad Pitt l'ha subito raggiunta per esserle accanto durante l'intervento in laparoscopia. "Non è stato facile prendere questa decisione", ha spiegato la Jolie, "ma bisogna affrontare ogni problema di salute a testa alta". L'attrice, madre di sei figli, non potrà più averne e dovrà sottoporsi a cure ormonali dopo la forzata menopausa. 

Dopo la doppia mastectomia, gli esami non avevano evidenziato l'insorgenza di un tumore e anche per questo c'erano state polemiche sull'opportunità di un intervento così invasivo, polemiche destinate ora a riaccendersi alla luce della nuova operazione.

La scelta di Angelina Jolie di farsi asportare ovaie e tube azzera il rischio di tumore, "ma l'attrice aveva delle alternative meno drastiche". Lo afferma Carmine Pinto, presidente del'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), secondo cui l'Italia è in ritardo sul counseling psicologico necessario in questi casi. "Una volta che una donna scopre di avere la mutazione genetica che aumenta il rischio ci sono due strade - spiega Pinto -. Da una parte c'è la scelta della Jolie, quella più estrema, ma dall'altra ci si può sottoporre a controlli periodici per scoprire sul nascere eventuali tumori. La scelta dipende dalla donna, se è in grado di sopportare lo stress di vivere con questa spada di Damocle o se preferisce invece sottoporsi agli interventi". Secondo l'esperto è fondamentale come si dà la notizia del rischio alla paziente. "Serve una cultura del counseling genetico, per cui in Italia siamo ancora indietro, e l'associazione sta lavorando a dei corsi sul tema - afferma -. Il test del Dna comunque non è per tutte le donne, ma solo per chi ha avuto un tumore al seno da giovane, o ha una forte familiarità".