{{IMG_SX}}Roma, 17 maggio 2007 - L'argentino Ariel Maximiliano Richeze ha accusato Alessandro Petacchi di scorrettezze durante la volata che oggi a Frascati ha chiuso la quinta tappa del Giro d'Italia.

 


Il ciclista sudamericano della Panaria ha affermato di essere stato colpito dallo sprinter spezzino. "Nel finale ero a ruota di Hushovd, poi è passato il treno della Milram e Petacchi mi ha dato un pugno. Mi ha preso per la maglia a cento metri dall'arrivo", ha detto Richeze ai microfoni di RaiSport. "Lui ha dovuto frenare? Altrimenti avrei dovuto frenare io", si è difeso Richeze, "perché io volevo fare la mia volata, ho fatto la mia curva all'interno per non andare sulle transenne. Lui è arrabbiato, lo hanno fermato".

 

La volata di oggi è stata vinta dal tedesco Robert Forster davanti al norvegese Thor Hushovd. Petacchi è riuscito a chiudere in terza posizione con un pericoloso sorpasso ai danni di Richeze in prossimità delle transenne.

 

Alessandro Petacchi ha sfogato tutta la sua rabbia per la seconda volata persa al Giro d'Italia, terzo al traguardo della quinta tappa a Frascati, ma, a suo dire, penalizzato dal comportamento dell'argentino Ariel Maximiliano Richeze (Panaria).

 

"Mi ha spinto due volte contro le transenne", ha raccontato Petacchi alla Rai subito dopo l'arrivo. "Lui si è messo alla ruota di Ongarato ed io ho fatto tutta la volata al vento e all'esterno. Poi mi ha portato sulle transenne mentre stavo rimontando. Poi mi ha stretto di nuovo ed ho dovuto spostarlo con le mani". Un comportamento che avrebbe impedito a Petacchi di lanciarsi. "Mi sono dovuto sedere e ripartire da fermo. Sono dispiaciuto perché avrei vinto, avevo fatto una bella volata".

 

Petacchi ammette di avere avuto paura: "Sono più spaventato che arrabbiato, anche perché le volate ormai sono sempre pericolose".

 


Il velocista spezzino della Milram non ha gradito la pericolosità del tracciato: "L'arrivo dell'altro ieri era un po' meglio, invece oggi - ha detto Petacchi - sono siamo mai scesi sotto i sessanta all'ora ed una 'esse' finale è sempre pericolosa. Non capisco perché non si possano trovare 500 metri di rettilineo, mentre invece si passa da tre corse ad una. E non ci possono dire di stare attenti, perché qui tutti provano a vincere una tappa. E posso pensare che oggi mi è andata bene".