Giovedì 18 Aprile 2024

"La musica ritrovata farà il botto Ma è tempo di tornare tutti nei club"

Francesco Sarcina de Le Vibrazioni: bisogna dare un incentivo alla ripresa, la gente ha voglia di live. Il nodo dell’occupazione e il ritorno a teatro. "Per noi quattro sarà un’emozione, ma anche dietro le quinte"

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di Andrea Spinelli

La ripartenza del mondo della musica comincia dai teatri, grazie ad un’agibilità del 100% che ha già scatenato artisti e promoter, come dimostrano le cinquanta date appena messe in calendario da Claudio Baglioni tra inverno e primavera. "Finalmente ripartiamo" spiega Francesco Sarcina de Le Vibrazioni. "Dal 24 novembre recuperiamo i concerti teatrali con l’orchestra del maestro Peppe Vessicchio spostate e rispostate a causa del Covid. E il 30 suoneremo (finalmente) pure al Nazionale di Milano. Sono solo 6, ma va bene così, l’importante è riprendere. La voglia di teatro c’è, tant’è che sono appena tornato a vedermi The Rocky Horror Show".

Nei teatri disco verde, ma in altri spazi rimangono restrizioni.

"Trovo paradossale che i club non abbiano l’agibilità al 100%. Una volta che ci hanno subdolamente imposto il vaccino - perché nessuno ti obbliga, ma se non hai il green pass non puoi accedere in tanti luoghi aperti al pubblico - quale altro problema c’è a riempire le sale?".

Stare seduti comporta meno rischi che ammassarsi.

"La dimensione club per un concerto rock è fondamentale e come fai a sedere tutti? Andiamo nei teatri perché abbiamo un’orchestra alle spalle, ma in estate suonare col pubblico mascherato e distanziato è stato un massacro. Emozionale ed economico".

Qual è stato peggio.

"I costi sono stati identici. Sotto il profilo emozionale, la sofferenza è evidente, sotto quello economico è chiaro che se mi esibisco in luoghi con la capienza ridotta ad 13 io posso fare delle rinunce, ma un tecnico non posso pagarlo 13 del suo compenso abituale perché bloccherei le economie d’intere famiglie. Dopo quello che hanno subito, come fai a chiedergli ulteriori sforzi?".

Quindi?

"Se si riparte, si riparte. Punto. Come accade all’estero. Gli italiani hanno dimostrato di avere un grande buon senso e, a parte qualche caso delirante, tutti abbiamo rispettato le regole. E gli effetti si vedono. Ora, però, bisogna dare un incentivo alla ripresa. Perché sennò la gente non ricomincia più. Lo dico anche per l’occupazione".

Effettivamente la tentazione di cambiare mestiere può farsi sentire.

"Il mondo dello spettacolo lavora a partita Iva. Se non si è tutelati, nessuno viene a lavorare nel mondo della musica. So quel che dico perché ho fatto anch’io il manovale della musica ed è stata dura, capisco quale sia stato l’impatto della pandemia sulla categoria. Ho amici che hanno smesso con questo lavoro e si sono fatti assumere alle poste o al supermercato. Difficile che tornino indietro".

Quindi?

"Aumentate i controlli, ma aprire completamente i locali col green pass. Perché prima si moriva di Covid mentre ora c’è il rischio di morire d’altro. Visto che funziona, lo Stato dovrebbe prendersi la responsabilità politica di rendere il vaccino obbligatorio".

Come se l’immagina il ritorno de Le Vibrazioni in un teatro pieno?

"Credo che per noi quattro sarà un’emozione molto, molto, grande. Che ci manca da due anni. E sono convinto che proveranno la stessa emozione pure quelli che ci affiancano sul palco dietro le quinte, i nostri tecnici, i nostri attrezzisti, i nostri promoter. Ma saranno emozionati soprattutto gli spettatori".

A quante persone dà lavoro il vostro spettacolo?

"Per motivi di sicurezza abbiamo dovuto dimezzare l’orchestra, che da 26 elementi passa a 12, quindi con noi, Vessicchio, e il resto dei professionisti coinvolti arriviamo a 24. Più il personale del teatro".

Che anno sarà il 2022?

"Penso che ci sarà un bel botto perché la gente ha una gran voglia di musica, come evidenzia l’esplosione di vendite dei vinili. Dopo due anni passati a casa a fare download non se ne può più. Certo bisognerà fare i conti con le economie delle famiglie. E non so quanto la politica dei voucher abbia finito per scoraggiare la tendenza ad acquistare il biglietto in anticipo. Ora, magari, la gente attenderà l’ultimo momento per mettersi in tasca il biglietto di un concerto".