Mercoledì 24 Aprile 2024

Farinelli: "Il cinema torna alla normalità Tanti film in uscita, è entusiasmante"

Il direttore della Cineteca di Bologna fa il punto: "Da qui a Natale nelle sale arrivano titoli importanti, italiani ed europei. Penso al Leone d’Oro a Venezia ‘L’Événement’ di Audrey Diwan e poi i lavori di Sorrentino, Almodovar, Wes Anderson…"

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di Benedetta Cucci

Farinelli, si torna al cinema con la vendita del 100% dei biglietti. Si riparte davvero?

"Da 10 giorni viviamo l’apertura delle sale al 100%, un ritorno alla normalità che aspettavamo dal febbraio del 2020 – afferma Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna –. In più, oltre alla ripartenza, tra la fine di ottobre e Natale è prevista l’uscita di una mareggiata di film con titoli importantissimi: italiani, europei, vincitori di premi, come il Leone d’Oro a Venezia L’Événement di Audrey Diwan e poi i film di Sorrentino, di Almodovar, di Wes Anderson…. Effettivamente stiamo per entrare nel clou di quello che speriamo sia il ritorno verso la normalità".

Molte produzioni che vediamo adesso al cinema sono state congelate per un anno.

"Ci sono sia film che erano pronti ad aprile del 2020, produzioni appena terminate; e a gennaio 2022 dovrebbe uscire anche il film di Guillermo del Toro, La fiera delle illusioni, attesissimo ma ancora in lavorazione. Ci sono film – come 007, o quello di Nanni Moretti, ma anche Diabolik dei Manetti Bros – pronti da tempo, sia film nuovissimi, quindi un panorama entusiasmante, perché non c’è mai stata una produzione così ricca come in questo momento. Inoltre, dai festival abbiamo capito che il cinema francese e quello italiano sono quelli più in forma, usciti meglio, sotto il profilo artistico, dalla pandemia. Non ho mai visto girare così tanti film in Italia e aggiungo che la qualità è altissima, con Marco Bellocchio da una parte e registi giovanissimi dall’altra. In mezzo, autori quali Garrone, Sorrentino o Martone in grandissimo splendore".

E il resto del mondo cinematografico?

"Non si può dire che questa magia stia succedendo in tutto il mondo ed è difficile spiegarne le ragioni. Certamente l’apparizione delle piattaforme e il fatto che queste non producano più solo negli Stati Uniti ma anche nei vari paesi e in particolare in Europa, fa sì che la produzione sia moltiplicata. In Italia si sente anche l’effetto della Legge Franceschini sul cinema, del 2016, che ci ha messo tanto ad arrivare a regime e che però fa sì che non si sia mai prodotto tanto".

La pandemia viene raccontata?

"No, non c’è traccia del tema e addirittura nei film non si vedono nemmeno le mascherine. È un dettaglio curioso, ma si gira senza perché non ci sia il segno del tempo, perché il film non porti questo marchio. I temi, invece, e questo è un passaggio epocale, sono quelli del nuovo Millennio ovvero il femminile, il sociale, l’ecologia, la questione razziale. Non c’è mai stata un’attenzione così forte, soprattutto da parte dei festival, su questi argomenti".

In questo panorama l’America come se la passa?

"Questa è la grande domanda. La macchina produttiva degli Stati Uniti, che ha dominato l’Occidente, come uscirà da questa pandemia? Ripartirà? Avrà una sua politica autonoma rispetto alle piattaforme? I numeri delle grandi produzioni, ad esempio in Italia, sono ancora molto lontani da quelli che ci si poteva aspettare da film come 007 o Dune.

Facciamo il punto: 100% di biglietti venduti, ma non pubblico in sala al 100%?

"No, chi ha acquistato abbonamenti sulle piattaforme, dopo due anni così tornerà in sala? La risposta che mi do è ‘può darsi’. Poi io ho un punto di vista attraverso le nostre sale della Cineteca un po’ particolare, perché siamo a Bologna, città dove si è costruito tanto in questi anni e da quando abbiamo riaperto è stato un successo, con vari sold out. Spero che questa sia un’avanguardia di quello che succederà da qui ai prossimi mesi. Molti cinema hanno chiuso. In gran parte le sale hanno riaperto e con la massa di film importanti che stanno arrivando riapriranno, starà poi alla gente scegliere se tornare per un’esperienza unica. Per chi era abituato ad andare al cinema e ad avere con la sala un rapporto speciale il richiamo è forte e l’esperienza ancora più importante".

Vale anche per i multiplex?

"Nel caso dei multiplex, invece, la sofferenza sarà più forte, perché quello che offre lo streaming è molto vicino a quella proposta di cinema dei grandi successi mostrati nelle grande sale e la concorrenza si sente".