Mercoledì 24 Aprile 2024

"Accendiamo la rinascita, ma con la testa"

Ottimista il conduttore fiorentino, che lancia un appello: "Sì al ritorno alla normalità, senza mettere le regole in un cassetto"

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di Enrico Salvadori

La ripartenza di un mondo dove è cresciuto, che ha scelto preferendolo a un comodo posto in banca che negli anni Ottanta era una garanzia. Si capisce che per Carlo Conti vedere riaprire locali, cinema, teatri, ascoltare di nuovo la musica rappresenti una gioia particolare. La felicità di chi capisce perfettamente quanto sia difficile in questo momento portare avanti l’industria dell’intrattenimento. Quel mondo che poi è diventato il suo mondo, incoronandolo come re della conduzione televisiva a livello nazionale sulle reti Rai. Carlo il periodo della pandemia, del lockdown, delle restrizioni lo ha provato sulla sua pelle. Perché il Covid lo ha visto e sentito dentro per poi sconfiggerlo. Ma ha avvertito gli effetti di questo male subdolo e tremendo anche sul suo lavoro: studi vuoti e senza pubblico, la paura del contagio a condizionare ogni semplice gesto, il dover lavorare senza il calore della gente. Ma il compito di Conti, come di tanti altri protagonisti del servizio pubblico e non, era intrattenere e far dimenticare alla gente, sia pure per poco, gli effetti di una situazione che pareva un tunnel senza sbocco.

L’intrattenimento il primo settore a chiudere e l’ultimo a ripartire, sta marciando verso l’attesa normalità. I locali hanno riaperto sia pure al 50% ma si spera che a breve la ripartenza sia totale.

"È quello che ci auguriamo tutti, perché parliamo di un comparto che non è solo divertimento ma anche economia che è fondamentale per tante famiglie. Ve lo dice uno che ha iniziato come disk–jockey e poi è passato alla conduzione anche se la musica mi è rimasta nel sangue come si nota in molti miei programmi. La voglia di normalità, di mettersi alle spalle questo periodo drammatico la avverti per strada. Ma quello che mi ha sorpreso positivamente è il senso di responsabilità che è manifestato dalla stragrande maggioranza delle persone e mi fa particolarmente piacere che in prima linea ci siano i giovani. Le polemiche di questi giorni non stanno condizionando".

Dunque ripartire col Green pass, con la mascherina che non possiamo purtroppo mettere ancora nel cassetto e con tutte le precauzioni necessarie perché abbassare la guardia definitivamente sarebbe molto pericoloso. È così ?

"Io questa consapevolezza la avverto nitidamente e il senso di responsabilità prevale sulla voglia di riprenderci totalmente la nostra vita. Desiderio che sarebbe legittimo dopo quello che abbiamo passato, ma le ferite sono troppo fresche".

Il tutto può essere sintetizzato in un concetto semplice che le è molto caro...

"È quello che ripeto in continuazione: seguire le regole significa rispettare noi stessi in primis e il mondo che ci circonda. La pandemia almeno ci faccia capire che se ognuno fa la sua parte