Farmaci equivalenti, efficaci e vantaggiosi

Cresce la fiducia nelle cure, si riducono gli sprechi. I risultati di un'indagine Doxa commissionata da Teva Italia

Un ricercatore dell'industria farmaceutica (dal sito www.tevaitalia.it)

Un ricercatore dell'industria farmaceutica (dal sito www.tevaitalia.it)

Milano, 30 ottobre 2014 - Il concetto di sostenibilità è sempre più diffuso in Italia. Ma cosa succede quando si tratta di contenere la spesa farmaceutica? Una volta, inconsciamente, si era portati a pensare che i farmaci di marca, griffati, avessero una marcia in più degli omologhi, ma col tempo stanno arrivando positivi riscontri di trial clinici, che assicurano livelli di efficacia a fronte di un'identica struttura molecolare del farmaco. Vale a dire che i medicinali prodotti secondo standard di qualità sono ugualmente validi, anche quando non hanno un marchio commerciale, una griffe, sulla quale si sommano, in teoria, eventuali sovrapprezzi legati anche a campagne di pubblicità e attività promozionali.

Prevenzione e impiego di farmaci equivalenti, uniti a maggiore informazione, sono strumenti fondamentali per assicurare la sostenibilità del sistema sanitario. A dirlo è un'indagine Doxa, commissionata dall'azienda farmaceutica Teva Italia, presentata a Milano. Aziende farmaceutiche, medici e Istituzioni sono senza dubbio le principali figure di riferimento in campo sanitario ma quando si parla di sostenibilità anche il cittadino diventa parte integrante di questo sistema e con i suoi comportamenti può contribuire attivamente a combattere gli sprechi e garantire efficienza al Sistema sanitario nazionale. Per questo l'indagine ha sondato la percezione e gli atteggiamenti degli italiani quando si parla di cure sostenibili, facendone emergere comportamenti, grado di informazione sul tema e identificazione dei ruoli e delle responsabilità dei diversi attori coinvolti. Innanzitutto i cittadini identificano chiaramente comportamenti che rappresentano una chiara minaccia alla sostenibilità e comportamenti virtuosi.

Tra i primi motivi di diffidenza rientrano: lo sperpero di risorse da parte della pubblica amministrazione, la scarsa equità sociale e l'opportunismo unito alla scarsa onestà di chi sta al potere, spiega Massimo Sumberesi, Managing Director di Doxa Marketing Advice. Mentre tra i comportamenti virtuosi figura la prevenzione e l'uso di farmaci equivalenti, i comportamenti più apprezzati. Accanto a questo dato emerge però anche la scarsa, o in certi casi assente, informazione su questo tipo di medicinali: "l'indagine dimostra che ci sono ancora pregiudizi sui farmaci dal nome generico e che quindi è necessaria ancora molta informazione" spiega Silvio Garattini, dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.

Diventa perciò fondamentale l'intervento delle istituzioni come punti da cui far partire l'informazione in funzione dei diversi soggetti coinvolti, "affinchè ­ continua Giuseppe Nielfi, presidente del SUMAI – notizie non complete o addirittura errate non vadano a impattare negativamente sulla salute dei cittadini e sul lavoro dei camici bianchi". Informazione che deve interessante, accanto alle Istituzioni, anche farmacisti, medici di base e mezzi di informazione, affinchè sia i cittadini sia tutti gli altri attori coinvolti abbiano una chiara e precisa percezione del loro ruolo e del contributo che posso dare alla sostenibità del sistema sanitario. Le aziende che producono farmaci equivalenti sono state in grado di far risparmiare al Sistema sanitario 1,5 miliardi di euro negli ultimi sei anni. Teva in particolare è un esempio di realtà che, oltre a rendere più accessibili le cure con i farmaci equivalenti, continua a impegnarsi e a investire in ricerca e sviluppo per creare nuove soluzioni terapeutiche e prodotti specialistici innovativi.

Roberta Russo