"UNA PELLE SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE NEL DNA DI DANI"

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IL VALORE della sostenibilità nella storica conceria vicentina Dani è dichiarato in modo chiaro già nel logo aziendale: ‘Sustainable leather’. Nata nel 1950 ad Arzignano come conceria a conduzione familiare, in più di settant’anni di storia l’azienda ha saputo evolversi fino a diventare una multinazionale con oltre 1.200 collaboratori, di cui circa 650 occupati in Italia, che realizza ricavi per circa 160 milioni di euro. Il tutto senza mai perdere di vista l’obiettivo di ridurre il più possibile l’impatto ambientale.

"La sostenibilità e la tutela delle risorse naturali sono temi di sempre più stretta attualità, lo dimostra l’appuntamento del Cop26 a Glasgow – commenta il Cavaliere Giancarlo Dani, presidente e amministratore delegato del gruppo –. Da anni investiamo in questa direzione, cercando di migliorarci giorno per giorno, con il desiderio di porci come una sorta di trascinatori per l’intero comparto. Circa 45 anni fa il distretto della Valle del Chiampo, che conta una decina di Comuni, si è dotato di un depuratore che ha fatto scuola nel mondo, in grado di trattare 30 mila metri cubi di acque industriali e 15 mila metri cubi di acque civili al giorno, evitando così gli effetti inquinanti sull’ambiente. Il nostro distretto è da sempre ricchissimo d’acqua, dobbiamo tutelare questa risorsa impegnandoci a ridurre l’utilizzo di prodotti chimici nelle nostre lavorazioni".

Oggi Dani è una conceria a ciclo completo, che lavora al 100% in Italia la materia prima grezza proveniente dai macelli fino alla pelle finita destinata alle merceologie più variegate: arredamento, calzature, pelletteria, abbigliamento, automotive, trasporti e smart devices. Tre gli stabilimenti produttivi che si trovano ad Arzignano, un quarto insediamento ha sede nel distretto conciario di Santa Croce sull’Arno. L’azienda dispone poi di siti in Slovenia e Tunisia, che si occupano di lavorazioni post-concia: taglio, cucito ed eventuali personalizzazioni a laser. A ciò si aggiungono due sedi commerciali estere a New York negli Stati Uniti e Shanghai in Cina. Grazie all’elaborazione di protocolli innovativi e all’efficienza del settore ricerca e sviluppo interno all’azienda, Dani è riuscita a contenere il consumo d’acqua entro una quota inferiore del 20 per cento a quanto stabilito dalle linee guida europee. L’azienda è all’avanguardia anche per quanto riguarda il consumo di elettricità, che deriva al 100% da fonti rinnovabili: a luglio di quest’anno, per prima in Italia, ha sottoscritto una partnership con Finint SGR e Dolomiti Energia per disporre di un parco fotovoltaico in Sicilia in grado di soddisfare il fabbisogno dell’intero gruppo. "Siamo stati la prima conceria al mondo ad ottenere la ‘carboon footprint’, parametro che quantifica i gas serra prodotti – aggiunge il Cavaliere Dani –. Cerchiamo di essere vicini ai nostri clienti dando consigli su come ridurre scarti ed emissioni. Molti pensano che la conceria sia un comparto che uccide animali per le proprie lavorazioni, ma si tratta di un pregiudizio. In realtà, le aziende del nostro settore recuperano un sottoprodotto dell’industria alimentare, che altrimenti verrebbe sotterrato in discarica o bruciato provocando un danno ambientale. Grazie all’impiego nelle lavorazioni conciarie questi resti trovano una nuova funzionalità e ci consentono di creare prodotti di altissima qualità, pregio e durevolezza. La natura ci dona questa ricchezza, il nostro impegno è proteggerla".

Dani ha perseguito un percorso di consapevolezza che, in parallelo a quello produttivo, l’ha portata ad affidarsi a partner che avessero la stessa attenzione verso la riduzione delle emissioni e la tutela ambientale. Punta di diamante della ricerca tecnologico-ambientale è la piattaforma Zero Impact. Un progetto che rappresenta un sostanziale ripensamento del ciclo conciario volto ad ottenere prodotti di eccellenza nel rispetto dei requisiti ambientali: pelli lavorate senza l’utilizzo di metalli pesanti, riducendo il consumo d’acqua e le emissioni di CO2, che vengono azzerate grazie a progetti di compensazione che si fanno carico dell’intera filiera, dalla ‘culla’ del bovino al prodotto finale. Un esempio? L’incidenza di Dani sulla produzione di CO2 è inferiore al 12% e, ciononostante, l’azienda compensa la totalità delle emissioni.

Parlare di sostenibilità significa anche impegnarsi in campo sociale e, a tal proposito, Dani ha recentemente donato al reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Vicenza un apparecchio al laser, del valore di 160 mila euro, affinché possano essere eseguite operazioni chirurgiche al cervello con una metodologia meno invasiva. Ma questo è solo l’ultimo esempio di una lunga serie di azioni; in passato, l’azienda aveva donato un impianto robotizzato al reparto di urologia dell’ospedale di Arzignano. "Vogliamo sostenere chi ogni giorno lavora per tutelare la nostra salute – sottolinea il presidente Dani–-. Abbiamo tanti bravi dottori, infermieri e tecnici, desideriamo contribuire a creare un servizio che sia sempre più efficiente ed efficace". Il gruppo Dani si è anche impegnato per fare avvicinare la propria realtà produttiva ai giovani in cerca di un’occupazione. "Negli Anni ’70 ad Arzignano è nato l’Istituto tecnico conciario – conclude il Cavaliere Giancarlo Dani –. Al suo interno sono stati allestiti una conceria sperimentale e un laboratorio per l’analisi della pelle. Grazie inoltre alla collaborazione con l’università di Padova è stato attivato un corso biennale politecnico post diploma che permette di affrontare un percorso di studi di specializzazione che consente di entrare direttamente nel bellissimo mondo della produzione della pelle".