Prisma Tech il design generativo cambia la moda grazie al 3D

Prisma Tech

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UN "TECNOLOGY PROVIDER", la definisce lo storico amministratore delegato Giuseppe Donanzan, specializzato nel fornire supporto alle aziende italiane, grandi o piccole che siano, che cercano un partner solido per aggiornare la propria gamma di prodotti e i propri processi di produzione. È questa, con una definizione inglese che ne mette in luce la funzione di partner tecnologico all’avanguardia, la natura di Prisma Tech, il gruppo con sede bolognese e anima veneta attivo, dal 2004, in ogni branca dell’innovazione digitale. Con partcolare accento, accanto agli sforzi continui di implementazione ‘dal basso’ della qualità del capitale umano dei futuri addetti dell’industria, incarnati dalle sue costanti collaborazioni con scuole e università, sul settore ormai sempre più nevralgico della simulazione 3D.

E proprio su questo aspetto, in occasione di una Expo Dubai alla quale stanno prendendo parte diverse aziende del Made in Italy servite da Prisma Tech, Donanzan sceglie di entrare nei dettagli, parlando del contributo di lungo periodo fornito al nostro comparto della moda. "Pur essendo una Pmi – è il suo racconto –, a partire dal 2013 abbiamo fatto grossi investimenti per poter permettere una transizione al 3D del mondo della moda, in un mondo che, fino ad allora, operava nei processi di sviluppo prodotto con sistemi quasi esclusivamente manuali". E così, in poco meno di un decennio, "la nostra tecnologia ha permesso ai più importanti player nazionali, ma anche a tutta la loro supply chain, di operare un’innovazione radicale, che, soprattutto in questa era pandemica, ha garantito loro la possibilità di lavorare in smart working, migliorare le capacità di comunicazione con fornitori e clienti e, non ultimo, farlo all’interno di un sistema assolutamente eco-sostenibile". Innovazione e sostenibilità, dunque, ma anche customizzazione, andando a toccare ognuno dei "tre pilastri del futuro" (divenuto nel frattempo presente) dei quali Donanzan parla come delle "chiavi di volta per lo sviluppo e il mantenimento della competitività globale".

Ma quale ruolo ricopre, in questo percorso di aggiornamento senza sosta, il concetto di terza dimensione? Secondo il ceo di Prisma Tech, le parole magiche sono "Generative Design", ossia "la sostituzione della modellizzazione fisica con quella 3D divenuta percorribile grazie alle nostre piattaforme di intelligenza artificiale ad essa dedicate, con i molteplici vantaggi che essa si porta dietro". Dalla riduzione del cosiddetto ‘time to market’, il tempo che separa il momento della prototipazione di un abito o di un accessorio dalla sua presentazione al mercato, al guadagno ecologico che deriva dalla rinuncia ai lunghi viaggi che gli addetti e i campioni dovevano un tempo affrontare. E dal risparmio economico a questi ultimi connesso a quella comunicazione diretta tra chi crea e chi deve acquistare che, giocoforza, semplifica le operazioni e riduce al minimo i rischi di incomprensione.

"Attraverso la tridimensionalità digitale, a livello industriale, si possono "anticipare presentazioni e organizzare e applicare in diretta il feedback della clientela, finendo per produrre materialmente solo che quello che siamo certi piaccia al mercato". Ma anche, "pensando ad esempio a un privato cinese o giapponese che intenda fare acquisti, che so, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano", ricostruire virtualmente "il negozio stesso", consentendo loro di "acquistare on-line scegliendo dagli scaffali immateriali come se si trovassero in città e vivendo quella che ora si chiama un’esperienza immersiva".

Lorenzo Pedrini