Lunedì 22 Aprile 2024

UN VIAGGIO ALLA RICERCA DELLA NOSTRA VERA ESSENZA

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’La bellezza unisce le persone’ è il titolo che caratterizza la partecipazione italiana a Dubai. E Davide Rampello, è l’ideatore e il direttore artistico del Padiglione Italia.

Professor Rampello, come si racconta la bellezza in una Expo mondiale?

"La bellezza a cui faccio riferimento è il senso profondo che ha ispirato questa parola, che nasce nella cultura greca, kalòs,e che è stata usata probabilmente per la prima volta da una donna, dalla grande poetessa Saffo, che rivolgendosi alla luna dice ’La bella luna’. È evidente che la Luna per Saffo non è un satellite, ma una dea: in Saffo non c’è dimensione estetica, ma c’è il massimo che questa donna vuol proporre a un dio: ricerca della verità, del giusto, del buono, del bello. Questa è la bellezza".

Una bellezza che non è solo quella dell’arte...

"Per bellezza intendo tutto ciò che è la ricerca dell’uomo: le arti, le scienze, i commerci, lo sport, tutto quello che l’uomo ha concepito per conoscere, per andare alla ricerca di ciò che lo incuriosisce, lo stimola. Senza dimenticare che l’uomo tende alla sua felicità, prima di ogni cosa, e la bellezza è la ricerca della felicità. Ma l’uomo sa che in questa ricerca della felicità c’è la dimensione del dolore, della sconfitta, ci sono mille dimensioni avverse, ma c’è la ricerca delle dimensioni che diano all’uomo il senso profondo della vita. Questo intendo per bellezza".

Perché è il tema centrale del Padiglione Italia?

"Perché gli uomini non devono solo essere connessi, come ci ricorda il tema generale di Expo Dubai, che è ’Connecting Minds’ (connettere le menti), ma devono anche credere in valori condivisi per stare assieme. Altrimenti la connessione è importante, ma è troppo poco".

Al centro di tutto il Padiglione Italia c’è il teatro della Memoria. come nasce e cosa simboleggia?

"Il teatro memoria è l’installazione principali, proprio per le ragioni che ci siamo dette. è una istallazione di 12 metri di diametro alta in tutto 13 metri: 8 ’sopra il pavimento’, e altre 5 ’ perchè ’sfondando’ il pavimento rtaggiunge quota 0. è centrale perché nella mitologia la memoria è figlia del cielo e della terra, ed è madre delle Muse: senza memoria non esistono ne scienza, ne arte. Il teatro della memoria è al centro del percorso proprio perché l’uomo deve ricordarsi che non può vivere senza memoria".

All’interno del teatro della memoria, c’è un ’attore’ di eccezione...

"Come testimoniale ho voluto mettere la copia della statua più famosa al mondo, il David di michelangelo. All’inizio avevo pensato a una copia bronzea originale che ho trovato presso una collezione, ma poi giustamente una dirigente del ministero dei beni culturali, ha detto "perché non facciamo qualcosa che rimanga, una testimonianza, una operazione in più che diventa un lascito?". Come è stata realizzata?

"Con una nuova scansione, che sarà un lascito per gli studiosi, visto che è molto più avanzata di quella fatta nel 1994 dell’Università di Stanford. Poi sono stati elaborati 14 pezzi della statua, realizzati con una stampante 3D. I pezzi sono stati uniti da una formidabile restauratore, che l’ha lavorata con polvere di marmo e l’ha fatta diventare la copia mirabile al centro di questo teatro".

Che impatto avrà sul visitatore?

"A differenza dell’originale, che si vede ’dal basso’, qui si guarda il David negli occhi. I visitatori entreranno in una sala di mosaico d’oro circolare che riproduce le immagini della Cappella Palatina di Palermo; al centro c’è un ottagono in cui ogni lato è come l’affaccio di un palco teatrale ’dentro’ il David. Ed è l’unica copia che abbiamo portato".

Quali sono le altre opere nel Padiglione Italia?

"Avremo la serie di Fibonacci, che ci ha dato la fondazione Merz, l’opera che Lucio Fontana fece nel 1952 per la Triennale di Milano (ma la esporremo più avanti", e poi 4 opere di Burri".

Franca Ferri