Mercoledì 24 Aprile 2024

RITORNO AL FUTURO PER L’EXPORT TRICOLORE

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di Achille Perego

Dopo la grande frenata imposta dalla pandemia, l’export italiano sta tornando a correre. E mette benzina nel motore della ripresa dell’Italia. Alla vigilia dell’apertura di Expo Dubai 2020, la conferma che il ‘Made in Italy’ resta vincente anche al tempo del Covid arriva dal ’Rapporto Export 2021’ dell’Ufficio studi di Sace (gruppo Cdp). "Il nostro Rapporto indica chiaramente come la ripresa dell’Italia passi per l’export, il principale motore della nostra economia – commenta Pierfrancesco Latini, ad di Sace –. Il nuovo mandato e gli strumenti affidati a Sace ci consentono di intervenire nel sostegno alle esportazioni del Made in Italy, ma allo stesso tempo di lavorare sul contesto interno, sulla spinta agli investimenti, per migliorare la competitività delle imprese italiane e del Sistema Paese, generando un ulteriore volano per il nostro export".

Che, aggiunge Alessandro Terzulli, Chief Economist di Sace "è tornato a crescere dopo l’interruzione della crisi pandemica. Stiamo parlando di un vero e proprio ’Ritorno al futuro’, da qui il nome della XV edizione del Rapporto Export che si propone come una guida per le imprese che devono riformulare le proprie strategie e piani commerciali all’estero nella lettura di questo scenario complesso. L’estrema eterogeneità di questa ripresa non è semplice da decifrare e occorrono, oggi più che mai, chiare coordinate delle opportunità sia a livello settoriale che geografico".

Il miglioramento delle prospettive macroeconomiche si riflette in una minore incertezza e, secondo le stime di Oxford Economics, il Pil globale è atteso avanzare di circa il 6% nel 2021, recuperando la contrazione del 2020. Dal 2022, il sentiero di crescita è previsto stabilizzarsi su ritmi più contenuti. In questo contesto, Sace stima un rimbalzo dell’11,3% delle esportazioni italiane che permetterà già nel 2021 un ritorno ai livelli pre-pandemia. Le vendite di beni Made in Italy raggiungeranno infatti quota 482 miliardi di euro, per poi continuare ad aumentare del 5,4% nel 2022 e assestarsi su una crescita del 4%, in media, nel biennio successivo. Un ritmo, superiore di quasi un punto percentuale al tasso medio pre-crisi (+3,1%, in media annua, tra 2012 e 2019), che consentirà di raggiungere nel 2024 il valore di 550 miliardi di euro di esportazioni di beni.

Nell’anno olimpico, il Rapporto Sace ha classificato le principali destinazioni del Made in Italy sotto forma di medagliere. E’ stata assegnata la medaglia d’oro ai Paesi dove il nostro export ha recuperato subito, l’argento a quelli dove tornerà sui livelli pre-crisi quest’anno, per chiudere col bronzo ai Paesi che nel 2021 non avranno ancora recuperato. La medaglia d’oro va alle vendite in Germania, primo mercato di sbocco con 55,7 miliardi di export italiano nel 2020, per il nostro Paese. Vendite che cresceranno a doppia cifra nel 2021. A seguire gli Usa, terzo mercato italiano e primo extra UE con 42,5 miliardi nel 2020, con una crescita dell’11% nel 2021. Si consolida il ruolo di hub logistico internazionale per la Svizzera (25,2 miliardi) che contribuirà alla crescita attesa dei beni di consumo, soprattutto del tessile e abbigliamento (+11,1%). Un recupero simile è previsto anche in Giappone (+14,3% nel 2021) mentre la Russia resta una destinazione significativa per l’export italiano vista la solidità economica, il debito pubblico contenuto e le importanti riserve valutarie. Spicca poi, secondo Sace, la crescita del 15,5% attesa per il 2021 dell’export verso il Canada, trainata dalle dinamiche positive di meccanica strumentale (+19,6%) e alimentari e bevande (+11%).

Chimica e metalli hanno guidato invece la performance in Cina dello scorso anno. Paese che nel 2021 vedrà l’export italiano, trainato da moda e arredamento, superare i 14 miliardi. Altro mercato strategico sul podio è proprio quello degli Emirati Arabi Uniti, verso cui l’export crescerà quest’anno del 15% grazie alla meccanica strumentale. La medaglia d’argento dell’export va invece ai Paesi che torneranno sui livelli pre-crisi nel 2021, proseguendo poi a ritmi più contenuti. Come la Francia, secondo mercato di destinazione con 44,7 miliardi nel 2020, spinta dalla robusta ripresa della domanda interna nei settori automotive e costruzioni. Argento anche per i Paesi Bassi (11,3 miliardi), con un ruolo cruciale della meccanica strumentale e per una delle maggiori economie dell’America Latina, il Brasile, che recupererà nel 2021 i 3,6 miliardi del 2020 grazie alla performance della meccanica strumentale (+10,2%), i mezzi di trasporto (+19,3%) e gli apparecchi elettrici. In testa tra i Paesi con la medaglia di bronzo, infine, troviamo il Regno Unito (22,4 miliardi l’export dell’anno scorso), i cui effetti derivanti dall’uscita dall’Ue non permetteranno di recuperare i livelli pre-crisi prima del 2023.