Lunedì 22 Aprile 2024

A bordo l’energia è rinnovabile

WIDERCAT 92 è lungo 28 metri e largo 12 metri. A bordo trova posto il sistema ibrido seriale di Wider, che ha trasferito tutto il suo know-how tecnico sviluppato nella superyacht division in modo altrettanto efficiente ma su una scala più piccola. Alle eliche sono collegati solo ed esclusivamente i motori elettrici con tecnologia Permanent Magnets, con una potenza massima di 583kW ciascuno. Per la produzione di energia troviamo due generatori a giri variabili della potenza di 390 kW, ciascuno costituiti da due motori endotermici FPT (Fiat Powertrain Technology) modello N67 570 EVO. L’energia è stoccata in 30 batterie con chimica LiFePO4 (Litio Ferro Fosfato) gestite da un avanzato Battery Management System, in grado di monitorare costantemente tutti i parametri di esercizio delle stesse. La scelta di questa chimica delle batterie è stata fatta per prevenire il thermal runaway, in quanto nelle batterie al Litio Ferro Fosfato il punto di incendio è molto più alto (circa 300 C°) rispetto a batterie più tradizionali come quelle al NMC (Nichel Manganese Cobalto).

Tutto il sistema propulsivo garantisce una velocita di navigazione di 12 nodi che, grazie all’Electric Boost, può arrivare fino a 15 nodi. In modalità di navigazione economica la velocità è di 8 nodi e l’autonomia arriva a oltre 1.600 miglia nautiche. A 6 nodi, grazie al Serial Hybrid System Wider, si possono percorrere fino a 2400 miglia nautiche. E’ ovviamente presente anche la modalità Zem (Zero Emission Mode). In questo caso la tecnologia Wider permette di percorrere circa 27 miglia nautiche a 6 nodi in assoluto silenzio, oppure avere 12 ore di autonomia con le sole batterie in caso di sosta in rada senza ricarica.

In caso di giornate soleggiate, i 170 metri quadrati di pannelli solari installati a bordo di Widercat 92 garantiscono la completa autosufficienza energetica in rada, perché l’energia non utilizzata dalle utenze di bordo viene immagazzinata nelle batterie e usata nelle ore notturne. A livello strutturale è stato fatto largo uso di materiali ultraleggeri come il carbonio, sia per i portelloni che per la sovrastruttura. Per la costruzione degli scafi è stata invece impiegata vetroresina in infusione sottovuoto.

v. b.