Giovedì 18 Aprile 2024

Il Rinascimento italiano a Expo Dubai. Arte e scienza pilastri della ripresa

Lunghe file di visitatori per vedere la copia del David di Michelangelo. È il trionfo del nostro "saper fare"

La riproduzione del David di Michelangelo esposta all’Expo di Dubai nel padiglione Italia

La riproduzione del David di Michelangelo esposta all’Expo di Dubai nel padiglione Italia

Per favore, non chiamatelo ‘Made in Italy’. Il ‘Saper Fare’ è la migliore declinazione per l’Italia ad Expo 2020 Dubai che ha aperto i battenti venerdì. È la nostra caratteristica che continua ad attirare curiosità e attenzione da ogni angolo del pianeta. Lo sanno bene i visitatori da ogni angolo del globo che si sono affacciati al Padiglione tricolore. Alcuni in forma rigorosamente privata, altri manifestando pubblicamente il loro compiacimento rispetto al messaggio che il nostro Paese è riuscito a regalare. Di certo, tra la folla di turisti e curiosi, c’erano anche diversi dignitari del Paese ospite, richiamati dal passaparola: la "Casa dell’Italia" rappresenta infatti una tappa obbligata per chiunque varchi i cancelli dell’Esposizione Universale.

Privatissima è stata, nella mattinata di ieri, la visita della figlia di un noto sceicco emiratino, che ha chiesto di mantenere il massimo riserbo sul suo arrivo. Alla cerimonia inaugurale avevano preso parte figure di rilievo del governo degli Emirati Arabi, tra i quali il vice ministro della Cooperazione Internazionale Sultan Alshamsi e il direttore per il Dipartimento Affari Europei Mohamed Alshehi, entrambi rimasti entusiasti della "bellezza del Padiglione Italia e dell’incredibile messaggio legato alla sostenibilità che riesce a mandare".

Un grande interesse nella giornata di ieri – che ha visto un flusso incessante all’entrata del Padiglione – ha destato la visita di alcuni commissari e diplomatici di Giappone, Brasile, Spagna e Stati Uniti e altri. Inoltre, allo special tour guidato dal commissario Paolo Glisenti e dai progettisti del Padiglione, Carlo Ratti e Italo Rota, ha preso parte anche il commissario di San Marino, Mauro Maiani, con cui il Padiglione Italia ha stretto un patto di collaborazione per tutti questi sei mesi di Expo.

Un protagonismo tricolore ritrovato quello che vuole esprimere il compendio di eccellenze del Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai. Un protagonismo che lo stesso premier Mario Draghi ha auspicato per la nostra missione in terra emiratina e rilanciato candidando Roma quale sede per l’esposizione universale del 2030. Un auspicio confermato nei numeri della delegazione che può vantare la presenza di 15 Regioni, 74 partner istituzionali, 50 aziende, 30 università.

Sono piaciuti le passerelle (realizzate con fondi di caffè e bucce d’arancia) e gli orti-giardino con una miriade di piante di ogni tipo. Ma la vera star è stato il David di Michelangelo, secondo il quotidiano emiratino The National, che parla di visitatori in fila per vedere la statua, mentre fanno video e foto al volto del capolavoro del Rinascimento.

Arte e scienza con una finestra sulle ultime frontiere della ricerca italiana condotta da università e aziende nell’ambito del grande tema delle acque e dello spazio. Guardare al cielo, ma rimando ben ancorati al ‘Pianeta A’, il nostro. "L’Italia è molto apprezzata negli Emirati Arabi Uniti per le sue capacità industriali la sua creatività, la sua storia, l’arte e la cultura – ha commentato l’ambasciatore italiano negli Emirati Arabi Uniti, Nicola Lener –. È un’Italia che vuole ripartire all’insegna di un nuovo paradigma, dell’innovazione, della tecnologia e della sostenibilità". Quest’ultimo messaggio il Padiglione Italia è riuscito a lanciarlo al mondo: la circolarità è possibile. Basta tirar fuori il meglio del ‘Saper Fare’.