Il Belpaese del saper fare protagonista a Expo Dubai

Innovazione e sostenibilità sono le linee guida delle installazioni e degli eventi del Padiglione Italia

Expo Dubai

Expo Dubai

Quando arrivi a Dubai, prima di ogni altra cosa, devi comprendere dove ti trovi. I grattacieli, i led, il lusso. Tutto effimero, finto, oppure, semplicemente, bello? Difficile definirlo al primo impatto. Serve conoscenza, esperienza. Il Padiglione Italia all’Expo 2020, la prima esposizione universale negli Emirati Arabi, è un po’ come Dubai. Va osservato. Da lontano, nelle sembianze di una nave che solca le onde del deserto, fluttuando animata da un tricolore enorme che riempie di cromatica accoglienza i viali dell’area espositiva. Immensa, 3.500 metri quadrati, l’equivalente di 600 campi da calcio. E da vicino. Toccando con mano le corde nautiche – realizzate riciclando 2 milioni di bottiglie di plastica – che compongono le pareti della struttura disegnata da Carlo Ratti, Italo Rota Building Office, Matteo Gatto e F&M Ingegneria. Lo potranno fare i visitatori (se ne attendono 5 milioni) che fino al 31 marzo affolleranno il Padiglione il cui percorso espositivo – curato da Davide Rampello – è caratterizzato da installazioni dimostrative dell’innovazione e della sostenibilità, oltre che con centinaia di iniziative per le quali sono stati creati dieci diversi format.

Il Padiglione Italia è stato subito preso d’assalto dai visitatori della giornata inaugurale e dunque ha riscosso fin da subito il riconoscimento del pubblico. Ma non è stato il solo giudizio a prendere orgogliosa la delegazione tricolore. Ai prestigiosi Construction Innovation Awards negli Emirati Arabi Uniti è stato assegnato al Padiglione del Bel Paese il premio come miglior progetto imprenditoriale dell’anno.

‘La bellezza unisce le persone’ è lo slogan dell’Italia. Una bellezza che, appunto, dev’essere compresa, perché non è immediata, sebbene il simbolo dello Stivale sia il David di Michelangelo (una copia, gemella di quella custodita a Firenze), lapidea ed eterea figura che meglio di qualunque altra può rappresentare il Rinascimento intrapreso dal nostro Paese. Una bellezza che è tutt’altro che effimera. Ma è l’emblema dell’italica concretezza del ‘Saper Fare’, declinato negli Emirati Arabi in ciò che il mondo conosce da sempre e apprezza: il ‘Made in Italy’, qui trasformato in ‘Made with Italy’ a testimoniare il senso di inclusione e al tempo stesso di apertura del nostro Paese.

Un saper fare fatto di tradizione e sguardo verso il futuro, per grandi aziende come l’industria aerospaziale Leonardo così come per quelle di dimensioni più piccole ma con un’attenzione particolare per la qualità e l’eccellenza. È il caso ad esempio di P di Pigna, marchio storico della carta, azienda che rappresenta il ‘Made in Italy’ a 360 gradi. "Come ha spiegato Davide Rampello riferendosi al David – ha commentato Andrea Carnevale, chief marketing officer –, è importante avere solide radici e uno sguardo proiettato verso il futuro. Ecco, questo è un messaggio che sposiamo in toto. Come l’idea di venire a Expo Dubai nel segno della bellezza. Bellezza che fa rima con sostenibilità". E che consente di "proiettarsi sui mercati internazionali" ha confermato il presidente e ad Massimo Fagioli. "Expo per noi – ha chiosato Carnevale – è una piattaforma di lancio per un piano triennale di sviluppo internazionale. Che la sfida abbia inizio dunque". Sfide che Lavazza, rappresentata a Dubai Francesco Viarizzo, è abituata a portare avanti a ogni latitudine, anche su questi mercati emergenti: "Facciamo conoscere ai nostri visitatori i prodotti della riserva di ‘Tierra’ nelle miscele Brasile e Colombia entrambe nel segno della sostenibilità".

L’Italia delle competenze per l’innovazione, la sostenibilità, la formazione salpa all’Expo 2020 Dubai con l’ambizione di connettere popoli, culture, intelligenze attraverso bellezza, saper fare, creatività. All’esposizione universale saranno raccontate le esperienze qualcosa come 70 partner istituzionali, oltre 50 aziende sponsor e partner tecnici, oltre a 15 Regioni e 30 Università, un vasto programma di forum multilaterali e dialoghi di alto livello che permetteranno di analizzare le sfide più pressanti dell’umanità. Dunque, dal clima allo spazio, dallo sviluppo urbano alla promozione del dialogo interculturale, fino alle sfide dell’innovazione e della digitalizzazione nella salute, nell’agricoltura e nella blue economy, il programma dei forum multilaterali riunirà attorno a questi temi cruciali policy-maker di alto livello, esperti internazionali, giovani studenti, rappresentanti del mondo business per evidenziare il contributo dell’Italia allo sviluppo di nuovi modelli collaborativi sui grandi temi dell’Agenda 2030 dell’Onu. Un contributo non solo teorico, ma pratico e ben visibile passeggiando all’interno del Padiglione. Dalle vasche con le alghe che purificano l’aria e fanno effetto ‘aria condizionata’ alle passerelle realizzate con bucce d’arancia e fondi di caffè. Nel segno di una circolarità e di quella transizione ecologica invocata dalle nuove generazioni. Tra l’altro, e non è un caso, la prima delle settimane tematiche di Expo Dubai è incentrata sul tema del “Cambiamento climatico e Biodiversità” e al Padiglione Italia, l’argomento sarà sviluppato con molte iniziative dedicate a Venezia quale laboratorio locale e modello internazionale per il contrasto agli effetti sul clima e la promozione di processi innovativi di transizione ambientale, innovazione culturale e sociale. L’approccio giusto per chi si candida a diventare capitale mondiale della sostenibilità.