Giovedì 18 Aprile 2024

Grandi numeri sotto la pelle

GRANDI NUMERI SOTTO LA PELLE

GRANDI NUMERI SOTTO LA PELLE

IL DISTRETTO DELLA PELLE di Santa Croce sull’Arno è legato a dopo filo al mondo del fashion. E sta ancora scontando il peso della pandemia, tant’è che i valori, secondo gli ultimi dati, restano sotto i livelli di produzione e fatturato pre-pandemici tra il 5 e il 20%. Con un’ulteriore serie di incognite legate alla quarta ondata dell’emergenza sanitaria scatenata dalla cariante Omicron: il turismo fermo, o quasi, le vie dello shopping deserte in tutto il mondo, la Cina – strategica per la moda in pelle – completamente blindata; e infine un 2022 che doveva partire in accelerazione e che vede le aziende fare molta fatica ad intercettare la domanda sui mercati.

Il tutto dopo un 2021 che si è caratterizzato per difficoltà di approvvigionamento e l’aumento, anche a doppia cifra, delle pelli e dei prodotti chimici, dei costi energetici. Stiamo parlando di un settore che conta, in Toscana tra le province di Pisa a Firenze, 500 aziende, tra concerie e terzisti, 6 mila addetti, un fatturato da 2 miliardi e 400 milioni ed una quota export che raggiunge il 70% del giro d’affari.

Un distretto dai grandi numeri nel quale è concentrato il 35% della produzione nazionale di pelli, e il 98% di quella di cuoio da suola. Ma anche un distretto che non ha mai smesso, neppure durante questi due anni così difficili, di concentrarsi su innovazione e ricerca che sono state fino ad oggi il segreto del suo successo. Al centro una struttura chiave, come il Polo Tecnologico Conciario di Santa Croce sull’Arno, partner del centro tecnologico Ctc che ha sede a Lione in Francia. Al suo interno operano una conceria sperimentale all’avanguardia, laboratori per esami sul prodotto finito e su acque e reflui industriali e un vero e proprio reparto calzaturiero in miniatura per creare scarpe finite, dalla tomaia al montaggio. Una struttura quindi fondamentale per studiare le nuove avanguardie della pelle e nella formazione, nell’aggiornamento e nella specializzazione delle specifiche figure professionali che operano nei diversi settori: il Poteco, costato oltre 5 milioni, collabora con le scuole e forma tante ragazze e ragazzi offrendo loro una prospettiva occupazionale nel conciario, garantendo al comparto nuove professionalità e ricambio generazionale.

A tutto questo vanno aggiunti poi gli investimenti sulla depurazione, la spinta all’economia circolare in nome della sostenibilità ambientale del settore: è di questi giorni la presentazione di un grande progetto del Consorzio Cuoiodepur di Ponte a Egola per produrre – realizzando un maxi impianto di cogenerazione – con i fanghi conciari biogas ed energia elettrica, recuperando l’energia termica da distribuire alle aziende con il teleriscaldamento. Un’operazione da 28 milioni di euro che i conciatori puntano e realizzare accedendo anche ai fondi del Pnrr. Anche per tutto questo, negli anni, il distretto ha saputo catalizzare l’attenzione del mondo internazionale della moda, e maison come Gucci e Chanel sono entrate nel capitale di aziende d’eccellenza.